mercoledì 15 luglio 2009

Idolatria nel senso più ampio

Ma ricòrdati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni e giungano gli anni dei quali dirai: "Io non ci ho piú alcun piacere"; (Ecclesiaste 12:3)

Sono ormai parecchi giorni che non posto più nulla, gli impegni mi hanno un po’ soprafatto in questi ultimi tempi. Ma è tempo di vacanze e non voglio congedarmi senza avervi rammentato qualcosa d’importantissimo in un periodo (quello feriale) in cui è facile dimenticarsi del Creatore. A breve molti si lasceranno andare ai più svariati e sfrenati divertimenti: Ma ricòrdati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni e giungano gli anni dei quali dirai: "Io non ci ho piú alcun piacere". Un invito rivolto soprattutto ai giovani poiché è in questo periodo della vita in cui è facile mettere il proprio Creatore da parte. Perché? Beh, oggi i giovani bruciano tutte le tappe.
Abbiamo evidenziato nell’ultimo post che c’è un tempo per ogni cosa. Eppure la mentalità odierna desidera tutto e subito. Non esistono più dei periodi in cui ogni cosa è assaporata e goduta fino in fondo. Si desidera tutto e immediatamente, senza indugio. Questo potrà condurre soltanto all’affermazione dell’Ecclesiaste “Io non ci ho piú alcun piacere”. La vita perderà ogni significato e piacere in un unico grande tempo di confusione morale e disordine mentale.
Pensiamo per esempio al sesso. La società incoraggia oramai alla libertà sessuale. Si conosce questo bell’aspetto della vita matrimoniale sempre più in giovane età, avvolte addirittura in età preadolescenziale, rinunciando così a quel periodo d’attesa (fidanzamento) che introdurrà la coppia al matrimonio in cui si conoscerà (sesso) ciò che Dio aveva riservato a delle persone che si sono ben conosciute e fatte delle promesse.
Questo purtroppo è soltanto uno dei tanti esempi in cui la cupidigia ha il sopravvento sull’uomo, e la cupidigia, afferma San Paolo nell’epistola ai Colossesi, è idolatria: Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria (Colossesi 3:5).
Un dizionario intende per cupidigia quell’intenso e sfrenato desiderio di beni e piaceri materiali. Ebbene, l’Ecclesiaste ebbe modo d’ottenere qualsiasi cosa Egli desiderasse, ma la conclusione a cui giunse fu: ….. Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto per l'uomo. Dio infatti farà venire in giudizio ogni opera, tutto ciò che è occulto, sia bene, sia male (Ecclesiaste 12:15-16). Dio ha stabilito delle leggi naturali e delle leggi morali, entrambe rimangono inviolabili, pertanto ricordiamoci del nostro Creatore in questo periodo di vacanze, poiché Egli desidera soprattutto che non perdiamo piacere a questa vita. Quest'estate diamo un senso alla nostra vita ricordandoci del Creatore. Dio ci benedica!