lunedì 26 aprile 2010

L’ipocrisia, un comportamento da debellare!

Ipocriti, ben profetizzò Isaia di voi quando disse: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me (Matteo 15:7,8).

È evidente dal titolo del post che l’argomento odierno concernerà l’ipocrisia. Iniziamo a definire che cosa s’intende con il vocabolo “ipocrisia”. Il termine ci riporta a un comportamento che mostra la capacità di simulare sentimenti lodevoli, agli occhi della società, allo scopo di ingannare qualcuno per ottenerne la simpatia o i favori.
La politica è forse il modello ipocrita più conosciuto dalle persone. Parole belle per conquistare voti, fatti purtroppo contraddittori, una volta occupate le poltrone di comando, smaschereranno il vero intendo degli oratori politici, evidenziandone l’ipocrisia. Tuttavia non ne sono esimi, da questo comportamento, nemmeno i religiosi, e aggiungerei all’affermazione l’avverbio “soprattutto”. Perché? Semplicemente poiché Cristo rivolse le parole del verso in epigrafe proprio a dei religiosi, anzi moltissime volte questo termine fu rivolto a persone religiose. Credenti (Farisei, Scribi o Sadducei) che insegnavano e istruivano il popolo in merito alla volere di Dio, furono spogliati da Cristo poiché ne indicò l’ipocrisia:
"Ma guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché serrate il regno dei cieli davanti alla gente; poiché non vi entrate voi, né lasciate entrare quelli che cercano di entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché divorate le case delle vedove e fate lunghe preghiere per mettervi in mostra; perciò riceverete maggior condanna. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché viaggiate per mare e per terra per fare un proselito; e quando lo avete fatto, lo rendete figlio della geenna il doppio di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: Se uno giura per il tempio, non importa; ma se giura per l'oro del tempio, resta obbligato. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l'oro o il tempio che santifica l'oro? E se uno, voi dite, giura per l'altare, non importa; ma se giura per l'offerta che c'è sopra, resta obbligato. Ciechi! Che cosa è più grande: l'offerta o l'altare che santifica l'offerta? Chi dunque giura per l'altare, giura per esso e per tutto quello che c'è sopra; e chi giura per il tempio, giura per esso e per Colui che lo abita; e chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi siede sopra. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pagate la decima della menta, dell'aneto e del comino, e trascurate le cose più importanti della legge: il giudizio, la misericordia, e la fede. Queste sono le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre. Guide cieche, che filtrate il moscerino e inghiottite il cammello. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pulite l'esterno del bicchiere e del piatto, mentre dentro sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere e del piatto, affinché anche l'esterno diventi pulito. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d'ossa di morti e d'ogni immondizia. Cosí anche voi, di fuori sembrate giusti alla gente; ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché costruite i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti e dite: Se fossimo vissuti ai tempi dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nello spargere il sangue dei profeti! In tal modo voi testimoniate contro voi stessi, di essere figli di coloro che uccisero i profeti. E colmate pure la misura dei vostri padri! Serpenti, razza di vipere, come scamperete al giudizio della geenna? (Matteo 13-33).
Le parole di questo passo biblico esordiscono con un’accusa e terminano con una domanda che prefigura una condanna. L’ipocrisia è un comportamento che potrebbe coltivare un miscredente, ma il credente dovrebbe aborrire un tale atteggiamento. L’ipocrisia ha sempre la medesima conseguenza se non confessata e abbandonata, la geenna (morte eterna). Un credente ipocrita oltre a danneggiare la propria condizione, sarà motivo di scandolo anche per chi lo circonda. Le parole mostreranno magari una personalità spirituale e vicina a Dio, ma i sentimenti che animeranno tali persone saranno all’opposto, poiché lo scopo sarà di vestirsi di una personalità che non gli appartiene. Mentre nel miscredente il fine sarà di raggiungere (a qualunque costo) un determinato obiettivo: Con la sua bocca l'ipocrita rovina il suo prossimo, ma i giusti sono liberati grazie alla loro scienza (Proverbi 11:9). È chiaro che questo verso evidenzia una conseguenza dell’ipocrisia nei confronti del prossimo, e ciò viola il secondo precetto (ama il tuo prossimo come te stesso) di cui in questo post. Possiamo amare il prossimo ma comunque nascondere dietro tale sentimento un comportamento ipocrita. Ecco perché l’apostolo Paolo scrivendo ai credenti di Roma gli esortò a non trascurare quest’aspetto: L'amore sia senza ipocrisia. Aborrite il male e attenetevi fermamente al bene (Romani 12:9).
Ci sono molte persone che riescono a percorrere la propria vita senza esser smascherate. Sono degli ipocriti veramente abili. Magari riusciremo a nascondere la vera natura all’umanità intera ma non al Creatore: ….. poiché il SIGNORE scruta tutti i cuori e penetra tutti i disegni e tutti i pensieri. Se tu lo cerchi, egli si lascerà trovare da te; ma, se lo abbandoni, egli ti respingerà per sempre (I Cronache 28:9).
Molti curano l’aspetto formale ed esteriore della propria persona, ma dentro sono lupi rapaci, vipere, ciechi, sepolcri imbiancati, serpenti e, pertanto, morti pur essendo vivi. Parole dure per un cuore duro che non vuole riconoscere la propria condizione. Non è bello sentirsi attribuire le parole di Cristo, però, esse scuotano le coscienze con lo scopo di svegliarle. L’ipocrita tende a evidenziare i difetti altrui senza riconoscere i propri: Come puoi dire a tuo fratello: Fratello, lascia che io tolga la pagliuzza che hai nell'occhio, mentre tu stesso non vedi la trave che è nell'occhio tuo? Ipocrita, togli prima dall'occhio tuo la trave, e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello (Luca 6:42).
Queste rinomate parole di Cristo rispecchiano perfettamente la società odierna. Siamo tutti bravi a fare lezioni di moralismo, specialmente fra i religiosi, e le cronache degli ultimi giorni lo mostrano nel modo più crudo. Gente che dovrebbe difender i più deboli, predicando la purezza di cuore, risalta nelle cronache per i propri vizi, amoralità e delitti. Oggi concerne un prete cattolico, domani riguarderà un pastore protestante, poiché l’ipocrisia non ha denominazioni o categorie sociali. Agli occhi della società possiamo apparire anche delle brave persone, ma non illudiamoci.
Abbiamo visto che Cristo condannò aspramente i sentimenti peccaminosi del cuore, eppure ciò non era un nuovo concetto per il popolo di Dio, poiché l‘ultimo giudice e primo profeta d’Israele (Samuele) lo riportò nel suo libro: Ma il SIGNORE disse a Samuele: "Non badare al suo aspetto né alla sua statura, perché io l'ho scartato; infatti il SIGNORE non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell'uomo: l'uomo guarda all'apparenza, ma il SIGNORE guarda al cuore" (I Samuele 16:7).
Molti credenti conducano una vita ipocrita pur conoscendo l’intolleranza di Dio nei confronti di questo comportamento. Amano recitare preghiere molto struggenti e apparentemente sincere. Mostrano per bene ogni loro azione caritatevole, prestandosi a ogni attività ecclesiale pur di conquistare e indossare la maschera del buon cristiano. Parimenti molti valutano la fedeltà di un cristiano guardano all’osservanza di precetti e regole magari non enunciate o previste nelle Scritture.
Uno strumento molto utilizzato dall’ipocrisia è la bugia. Ci sono tanti credenti che predicano di non testimoniar il falso contro il prossimo, ma che coltivano la bugia come se fosse la verità. Molti credenti predicano la moralità sessuale, ma vivono nell’immoralità. Molti credenti predicano l’amore, ma riservano tanto di quell’odio e risentimento nel cuore da far rabbrividire qualsiasi peccatore incallito. Si cade così facilmente nel formalismo che condurrà a una vita ipocrita priva dell’amore di Cristo.
Un credente ipocrita sarà animato da atti sleali nei confronti di Dio che è Giusto e guarda al cuore, sede dei nostri segreti. Ricordiamoci che per Lui non ci sono cose occulte: Lo spirito dell'uomo è una lucerna del SIGNORE, che scruta tutti i recessi del cuore (Proverbi 20:27). Meditiamo sul fatto che il Creatore scruta tutti i recessi del cuore, poiché l’ipocrita non rappresenta altro che un uomo con una doppia personalità. Sì, doppia, una faccia che si mostra gradevole agli occhi della società, e l’altra che rispecchia la vera natura dell’animo. Un credente dovrebbe invece condividere i sentimenti del Salmista: Mediante i tuoi precetti io divento intelligente; perciò detesto ogni doppiezza (Salmi 119:104).
Quanti di noi detestano la doppiezza? Se la risposta è affermativa, dimostriamolo!

mercoledì 14 aprile 2010

La Verità!

Allora Pilato gli disse: "Ma dunque, sei tu re?" Gesú rispose: "Tu lo dici; sono re; io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo: per testimoniare della verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce". Pilato gli disse: "Che cos'è verità?" E detto questo, uscí di nuovo verso i Giudei e disse loro: "Io non trovo colpa in lui (Giovanni 18:37,38).

Oggi ci occuperemo di un argomento molto discusso e dibattuto già migliaia d’anni or sono. Nella storia antica uno dei più celebri filosofi (Platone) era del parere che la completa conoscenza della verità fosse in sostanza impossibile, finché una determina realtà, rimarrà descritta, in quanto sconosciuta, soltanto attraverso dei discorsi (lògoi). Giungere alla verità di qualcosa d’ignoto sarebbe quindi impossibile. Ecco perché le parole di Cristo ottennero da Pilato una replica quasi sarcastica. La verità era per gli elleni una conoscenza riservata unicamente alla divinità.
Ma cosa s’intende, nel senso comune del termine, con l’espressione “verità”? La parola descrive la qualità di ciò che è vero e reale, ossia, che corrisponde esattamente alla realtà. Come riferito, gli elleni attribuivano la conoscenza della verità esclusivamente agli dèi. Gesú disse: ….."Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Giovanni 14:6). Che cosa desiderava esprimere con questa affermazione? E le seguenti parole non sono una contraddizione di ciò che affermò in seguito? Vediamo: Santificali nella verità: la tua parola è verità (Giovanni 17:17). Lui affermò d’essere la Verità, ma disse anche che la Verità è la parola di Dio. I primi versi del medesimo Vangelo, che riportano le suddette parole di Cristo, chiariscono tutto: E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre (Giovanni 1:14). La Parola (Logos) è diventata carne, ecco la spiegazione, ciò che per la filosofia greca era irraggiungibile, mediante i logoi (discorsi), si fece carne, mostrandosi all’umanità, affinché chiunque fosse in grado di conoscere la Verità.
Pilato, conobbe Cristo, ma non discerse in Lui l’incarnazione del Logos, quella verità (alethèia), descritta con i discorsi (logoi) e che, secondo la cultura greca, apparteneva soltanto agli dèi. Egli ebbe l’occasione di contemplare la Verità, conoscenza che secondo la filosofia greca si limitava ai lògoi (discorsi), Logos che, nel pensiero ebraico, Filone l'Ebreo (filosofo ellenistico di cultura ebraica) identificò come mediatore tra Dio è l’uomo.
La società odierna mostra tutt’altro che la verità, la confusione regna sovrana ed è inzuppata di falsità. In qualsiasi campo la verità sembra un miraggio difficile da riconoscere, nella politica, nell’economia, nella sanità, nella finanza, nella giustizia, nello sport e soprattutto nella religione, e di conseguenza i rapporti interpersonali non sono per nulla caratterizzati da sincerità. In campo religioso si possono osservare molteplici speculazioni intorno alla Verità. Ogni religione tira acqua al proprio mulino, e allora qual è la verità? Innanzitutto dobbiamo evidenziare che Cristo non istituì una religione ma un insegnamento. Se è vero che etimologicamente il termine religione richiama il concetto d’unire un gruppo di persone sotto la stessa fede o legge, dobbiamo chiarire che il cristianesimo non nacque così come lo conosciamo oggi. Il cristianesimo era un’unica fede nel medesimo Dio trino. Non esistevano denominazioni o gruppi che si differenziavano. Il termine “cristiani” fu coniato dai cittadini d’Antiochia (metropoli della Siria, oggi in territorio turco sulle rive del fiume Oronte): Essi parteciparono per un anno intero alle riunioni della chiesa, e istruirono un gran numero di persone; ad Antiochia, per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristiani (Atti 11:26). Pertanto la verità era una, la quale annunciava l’incarnazione del Logos (Parola o Verbo di Dio) per la salvezza delle Sue creature, deturpate dal peccato.
Naturalmente la Verità doveva includere la rivelazione di ciò che l’uomo è e sarà, rivelazione infallibile che poté essere trasmessa soltanto attraverso la parola di Dio. Questa parola fu scritta e raccolta in quel libro che oggi conosciamo come la Bibbia, termine che deriva dal greco “Biblia” e che significa “i libri”. Sì, libri, poiché di ciò si tratta. Infatti, la Bibbia è una raccolta di libri in cui Dio comunica all’uomo la Verità. Se dobbiamo riassumere questa verità in una frase, affermeremo che l’uomo è una creatura di Dio, natura che fu irrimediabilmente deturpata dal peccato (quindi condannato alla morte eterna), ma che la Verità (Parola di Dio) riscattò (offrendo una gratuita via di salvezza) incarnandosi e morendo per lui (uomo), affinché non restasse confinata nella Divinità, e, pertanto, si manifestasse razionalmente all’uomo. Riflettette un attimo, che cosa c’è di più razionale (nella Verità) di uomo (Dio) il quale dimostrò, realizzò e completò ciò che fu proclamato fino a quell’epoca? Qualcuno potrebbe, però replicherà che oggi quell’uomo non è più presente, e, quindi, quella verità era visibile soltanto ai contemporanei dell’epoca. È vero ma oggi abbiamo le testimonianze (Vangeli ed Epistole) delle persone che vissero in quel tempo, le quali c’illustrano la Verità in modo talmente chiara che può essere contemplata come un mosaico. Non esistono le verità, ma una Verità, un Dio, una chiesa, quella di Dio, sposa di Cristo.
Ma questa Verità, di cui ci stiamo occupando, è oggettiva o soggettiva? Essa è oggettiva poiché consultabile da chiunque in quanto raccolta in un libro, la Bibbia, ma è anche soggettiva poiché esposta a diverse interpretazioni. Però tale veduta diventa oggettiva se ci atteniamo ad alcune affermazione: Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, (II Timoteo 3:16) - Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto (Matteo 5:18). La Verità afferma che è tutta ispirata, pertanto, se vogliamo giungere alla piena comprensione di ciò che essa espone, dobbiamo ricorrere semplicemente con fede a quello che insegna e presenta. Non possiamo contaminare questa Verità con altri discorsi o pensieri, non sarebbe più verità ma falsità. La Verità pertanto non risiede in questo blog o altro pensiero umano, ma unicamente nelle parole bibliche.
Non sempre è facile comprendere ciò che si legge, potrebbe pensare qualcuno. Certo, avvolte, potremmo avere bisogno d’aiuto: Filippo accorse, udí che quell'uomo leggeva il profeta Isaia, e gli disse: "Capisci quello che stai leggendo?" Quegli rispose: "E come potrei, se nessuno mi guida?" E invitò Filippo a salire e a sedersi accanto a lui (Atti 8:30,31). Quest’aiuto non sarà, però, mai in contrasto con le Scritture, e se: …. poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data (Giacomo 1:5). Nel caso in cui l’immagine di quel bel mosaico non sarà abbastanza visibile, avremo il Consolatore che ci illustrerà il tutto con più chiarezza: ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto (Giovanni 14:26). Se desideriamo la Verità riguardo alle nostre origini, condizione e futuro, dobbiamo ricercarla nella parola di Dio, poiché abbiamo letto: …..la tua parola è verità (Giovanni 17:17). Mentre il Salmista afferma che: La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero (Salmi 119:105). Solo questa Verità (parola di Dio) potrà illuminare il nostro percorso nel comprendere ciò che a noi sembra incomprensibile.
Molti penseranno che la risposta inerente, le nostre origini, illustrata nella Bibbia, sia troppo elementare e irrazionale, mentre l’insegnamento della salvezza per grazia, per alcuni, può sembrare assurdo, perché sono figli del "do ut des". E allora cosa bisogna fare per conoscere la Verità? È semplice, bisogna credere come un bambino: Mentre egli parlava cosí, molti credettero in lui. Gesú allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: "Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". Mentre Egli parlava, credettero, un bambino se ha capito, crede subito a ciò che ode, e non mette in dubbio le parole, anzi, cercherà di realizzare subito ciò che ha udito per verificarne la veridicità. È in questo modo che si conosce la Verità, e ciò renderà l’uomo libero. Liberi da cosa? Dalla condanna e schiavitù del peccato, la Verità (parola di Dio) libera dai dubbi, dall’angoscia, dalla paura o dagli incubi. Facciamo un esempio pratico che è avvenuto sabato notte. La sera prima ho chiesto a mio figlio (di sei anni) il motivo per cui la notte veniva a coricarsi nel lettone. La risposta naturalmente è stata che faceva brutti sogni. Ho approfittato subito dell’occasione per parlargli della Verità. Gli ho detto semplicemente di chiedere a Gesù perdono per i propri sbagli e di preservarlo da quei brutti sogni. L’indomani mi ha raccontato che non aveva avuto alcun incubo. L’esperienza è stata così incisiva che lo testimoniò nella propria classe della scuola domenicale. È un esempio banale ma che rappresenta bene l’attitudine con cui ci dobbiamo accostarci alla parola di Dio (Verità).
Perché la Verità ci è stata trasmessa attraverso delle parole contenute in un libro? La risposta la possiamo rinvenire negli ultimi versi biblici: Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell'albero della vita e della santa città che sono descritti in questo libro (Apocalisse 22:18,19). La trasmissione orale di una verità è esposta a corruzione, essa potrà contenere delle verità, ma non sarà la Verità. La società mostra quest’aspetto molto bene, considerando cosa rimane di una verità dopo che è stata esposta alle cosiddette voci di corridoio. Come si dice: carta canta! Una documeto cartaceo, ben custodito e preservato, non sarà soggetto ad alterazioni. Per questo si verbalizzano gli atti di un processo, affinché nessuno alteri il contenuto delle dichiarazioni, custodendo ed esibendo così la verità. La tradizione, cui molti sono legati e assoggettati, non è la Verità, né il compendio o la chiave di lettura, ma rimane semplicemente parola d’uomo, mentre la Verità è parola di Dio. Poiché: Cosí parla il SIGNORE: "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo e fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si allontana dal SIGNORE! (Geremia 17:5). La tradizione conduce soltanto alle mezze verità, che come sappiamo non è la Verità ma falsità, seminata dal maligno. Non lasciamoci ingannare da colui (Satana) che: ….. è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna (Giovanni 8:44).
Forse qualcuno brancola nel buio alla ricerca della Verità. Sappi che soltanto la Verità potrà illuminarti, affinché tu trova riposo e pace all’anima. Sì, riposo, perché tale ricerca può condurre all’esasperazione se non ci si rivolge a Colui che è la Verità, così conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi!
Dio ci benedica.

P.S. Grazie per i commenti, sono molto belli.

domenica 4 aprile 2010

L’uomo (5)

Che cos'è l'uomo che tu ne faccia tanto caso, che tu t'interessi a lui, (Giobbe 7:17)

La persona che pecca è quella che morirà, …… (Ezechiele 18:20) - perché il salario del peccato è la morte, …… (Romani 6:23). Il peccato produce la morte, e la morte conduce alla separazione da Dio. Questo stato di morte non è qualcosa di metaforico, ma una realtà spirituale in cui lo spirito rimane inoperoso come un defunto. Cristo disse: …. "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; ma tu va' ad annunziare il regno di Dio" (Luca 9:60). Alla luce di questo verso possiamo riconoscere che i “Dead Man Walking” (uomo morto in marcia) non sono soltanto i condannati alla pena capitale degli Stati Uniti che percorrono gli ultimi metri della loro vita, ma chiunque vive nel peccato.
Un morto non ha coscienza di sé, quindi, possiamo capire che è difficile riconoscere la propria parte spirituale per chi è morto nei peccati. La morte è una condizione irrimediabile, e come tale è impossibile tornare in vita. Se è impossibile all’uomo portare in vita un defunto, ciò non lo è per il Creatore. Lui che è l’Onnipotente, il detentore e Creatore della vita, può ogni cosa. Pertanto, l’unico essere in grado di risuscitare l’uomo è Colui che gli donò la vita: Ora vedete che io solo sono Dio e che non vi è altro dio accanto a me. Io faccio morire e faccio vivere, ferisco e risano, e nessuno può liberare dalla mia mano (Deuteronomio 32:39). Cristo mostrò questo suo potere in diverse occasioni: E, avvicinatosi, toccò la bara; i portatori si fermarono, ed egli disse: "Ragazzo, dico a te, àlzati!" Il morto si alzò e si mise seduto, e cominciò a parlare. E Gesú lo restituí a sua madre (Luca 7:14,15) - Detto questo, gridò ad alta voce: "Lazzaro, vieni fuori!" Il morto uscí, con i piedi e le mani avvolti da fasce, e il viso coperto da un sudario. Gesú disse loro: "Scioglietelo e lasciatelo andare" (11:43,44). Cristo affermò anche: ….. "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; (Giovanni 11:25).
La risurrezione precede la vita di un defunto, Gesù disse che è, sia la risurrezione e sia la vita, in altre parole, Egli risuscita l’uomo spiritualmente morto donandogli la vita dello spirito. E’ da quell’istante (nuova nascita) che l’uomo inizia a realizzare la sua natura spirituale, rigenerata, che gli permette di relazionarsi con Dio. Lo spirito vivificato riesce così a comunicare con l’anima e a controllarla. Ciò sarà manifestato nel corpo da azioni (parole e gesti) non offensivi, segnati dall’altruismo e spinti da sentimenti privi d’ipocrisia.
Jonny, ciò sembra quasi la descrizione di un superuomo, infallibile, e oltretutto sono qualità difficile da realizzare, potrebbe pensare qualcuno. L’uomo è impotente a cambiare il proprio animo. Soltanto il Creatore può fare quello che all’uomo è impossibile. La buona notizia (Vangelo) consiste proprio nel fatto che nonostante la condizione dell’uomo fosse irrimediabile: …. chiunque crede in lui abbia (ha) vita eterna (Giovanni 3:15). Sì, vita eterna, poiché questa vitalità riacquistata, non si limiterà a un determinato periodo, ma si estenderà nell’eternità, così com’era previsto dal principio. Tuttavia non dobbiamo pensare che con la rigenerazione spirituale (nuova nascita) l’uomo diventi un androide, privato delle proprie caratteristiche, e, quindi, infallibile. Quando lo Spirito Santo compie quell’opera di rigenerazione, Egli ridona la vita allo spirito umano abbattuto dal peccato, cosi come avvenne per la prima volta ai discepoli: Detto questo, soffiò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo (Giovanni 20:22). Con l’incarnazione la Parola creatrice compì nuovamente un'opera vitale. Questo non significa, però, che l’uomo diviene infallibile, poiché finché sarà legato alla propria natura terrena (con un’anima tendente al peccato e un corpo soggetto alle malattie) non potrà esserci perfezione. Nonostante ciò la rigenerazione segna l’inizio della nuova creazione. Quando il Creatore creò tutto ciò che ci circonda, iniziò dal cielo terminando con l’uomo, e nella fattispecie l’ultimo atto creativo fu quello di alitare lo spirito nelle narici dell’uomo. Nella nuova creazione il Creatore inizia dallo spirito per terminare con il nuovo cielo e la nuova terra. Naturalmente l’uomo sarà dotato di un corpo diverso da quello attuale, e Cristo ne è la primizia: Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti (I Corinzi 15:20). Naturalemne gli increduli si chiederano: Ma qualcuno dirà: "Come risuscitano i morti? E con quale corpo ritornano?" Insensato, quello che tu semini non è vivificato, se prima non muore; e quanto a ciò che tu semini, non semini il corpo che deve nascere, ma un granello nudo, di frumento per esempio, o di qualche altro seme; e Dio gli dà un corpo come lo ha stabilito; a ogni seme, il proprio corpo. Non ogni carne è uguale; ma altra è la carne degli uomini, altra la carne delle bestie, altra quella degli uccelli, altra quella dei pesci. Ci sono anche dei corpi celesti e dei corpi terrestri; ma altro è lo splendore dei celesti, e altro quello dei terrestri. Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna, e altro lo splendore delle stelle; perché un astro è differente dall'altro in splendore. Cosí è pure della risurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile; è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente; è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Se c'è un corpo naturale, c'è anche un corpo spirituale. Cosí anche sta scritto: "Il primo uomo, Adamo, divenne anima vivente"; l'ultimo Adamo è spirito vivificante (I Corinzi 15:36-45). Inoltre, san Giovanni svela anche che: Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è (I Giovanni 3:2). E com’era Gesù? Otto giorni dopo, i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con loro. Gesú venne a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro, e disse: "Pace a voi!" (Giovanni 20:26).
Alla luce di tutti questi versi è chiaro che riceveremo un corpo nuovo, il quale non sarà più condizionato dagli attuali limiti fisici, poiché Cristo si presentò a porte chiuse, violando così l’impenetrabilità della materia. Il tutto inizia, però, come illustrato, sulla terra, mediante la rigenerazione dello spirito. E' chiaro che l’uomo non evolverà in un essere con delle facoltà potenziate, pertanto, nemmeno il futuro riserva all'uomo un percorso evolutivo (fisico), ma il Creatore, come abbiamo letto, crea e creerà ogni cosa nuova.
Credendo nell’opera di Cristo, lo Spirito Santo, vivificherà lo spirito umano che riprenderà il controllo sull’anima. L’uomo non sarà infallibile, ma il corpo diverrà il tempio dello Spirito Santo: Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? (I Corinzi 3:16). L'essere umano abitato, quindi, dallo Spirito Santo, sarà così in grado di fare la volontà di Dio, anche se non sempre lo spirito prevarrà sull’anima. Lo Spirito Santo comunicherà al nostro spirito lo stato di peccato, insistendo nella coscienza alla confessione, così come ci dona e donerà la certezza della salvezza: Lo Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio (Romani 8:16). Acquisiremo la mente di Cristo: Infatti "chi ha conosciuto la mente del Signore da poterlo istruire?" Ora noi abbiamo la mente di Cristo (I Corinzi 2:16). Un cristiano nato di nuovo (rigenerato nello spirito) sa sempre cosa deve fare, dato che è “dotato” della mente di Cristo, forse non riusciremo a comprendere e distinguere la voce (pensieri) di Dio, tuttavia, lo Spirito Santo illuminerà la mente affinché il pensiero di Cristo risplenda e affiori fra i mille pensieri della mente. Comprendiamo che la mente, sede dei pensieri, conterrà sempre il pensiero che ci indicherà la volontà di Dio. Purtroppo, come accennato, capita anche al credente (non essendo ancora perfetto) di sbagliare e, quindi, disubbidire, in modo cosciente o incoscientemente. Lo stato di peccato diventa pericoloso quando un credente trascura la voce dello Spirito Santo, lo spirito può così ammalarsi e soccombere. Nel pellegrinaggio (vita) cristiano è importante, pertanto, indossare l’armatura di Dio, affinché lo spirito rimanga sempre ben saldo e capace di difendersi.
Chi non ricorrerà alla salvezza, offerta gratuitamente a tutti quelli che credono nell’opera di Cristo, e, pertanto, continuerà a permanere nel descritto stato di morte spirituale, rimarrà eternamente nella condizione che la scrittura definisce come morte seconda: Ma per i codardi, gl'increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda" (Apocalisse 21:8). Pertanto la cosa più importante della nostra esistenza è ricercare il Creatore, affinché compia un nuovo atto creativo che ci introdurrà a una vita eterna accanto al nostro Padre celeste, così come Egli desiderava che fosse.
Alla fine di questi post possiamo affermare, rispondendo al verso in epigrafe, che l’uomo è una creatura, che chimicamente sarà anche simile agli animali, ma che si distingue da essi nella parte spirituale, essendo l’anima dotata di uno spirito, elemento che dona immortalità all’anima e che gli permette di relazionarsi con Dio, particolarità rinvenibile e osservabile in ciò che è stato definito come evoluzione culturale della specie umana. Possiamo invece rispondere alla seconda parte del verso, affermando che il Creatore s'interessa di lui perché è una Sua creatura, e da questo punto di vista siamo tutti Suoi figli, ma se non nasciamo di nuovo Egli, ci considererà diversamente: ….. se siete esclusi da quella correzione di cui tutti hanno avuto la loro parte, allora siete bastardi e non figli (Ebrei 12:8). L’espressione “bastardi” può sembrare poca cristiana, ma è tratta dalle Sacre Scritture, e deve essere intesa nel pieno del suo significato che ci rammenta, pertanto, la natura illegittimità del figlio miscredente, poichè non rigenerato. Purtroppo l’uomo adopera, abusando del linguaggio, la suddetta parola impropriamente, ingiuriando così la persona cui è rivolto il termine.
Auspico che questi post abbiano fornito almeno uno spunto di riflessione a chi è alla ricerca di Colui che è il Creatore dell'Orsa, d'Orione, delle Pleiadi, e delle misteriose regioni del cielo australe, e in seguito creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina.