domenica 3 ottobre 2010

Sogni?!

Bentornati, desidero ringraziare tutti quelli che nonostante la mia lunga assenza, hanno continuato a mostrare interesse per il blog, grazie!
Spero che l’argomento odierno possa in qualche modo soddisfare la curiosità di qualcuno, e dal titolo potete comprendere che ci occuperemo dei sogni. Chissà quante persone hanno alimentato o realizzato nel trascorso periodo feriale ciò che nel comune senso del termine definiamo come un sogno. Penso comunque che la maggioranza delle persone non riuscirà mai a realizzare i sogni nati nell’infanzia o adolescenza. Ma che cosa s’intende con sogno? Beh, sicuramente la prima definizione si attribuisce a quell’attività psichica durante il sonno (fase REM) in cui la mente elabora immagini, parole e sentimenti molti intensi percepiti come reali.
Nell’antichità si attribuiva molta importanza ai sogni, che spesso alimentavano miti e leggende. Anche oggi si continua a conferire ai sogni un’importanza che non gli appartiene, e la superstizione trova un ampio spazio in questo campo. Però, dobbiamo ammettere che con l’avvento della neurologia e psicologia abbiamo iniziato a comprendere quest’attività mentale e allontanato il descritto modo di pensare.
L’ignoranza nelle Scritture ha sicuramente alimentato molta superstizione, in cui spesso la religione era il mezzo per accreditare il tutto. Il seguente verso biblico mostra, però, con parole semplici, l’origine dei sogni, descrizione che si discosta poco da ciò che oggi possiamo comprendere attraverso le nuove conoscenze: poiché con le molte occupazioni vengono i sogni, e con le molte parole, i ragionamenti insensati (Ecclesiaste 5:3). Qualche credente certamente obbietterà che nonostante la Bibbia dichiari la futilità dei sogni, Dio può parlare anche per mezzo d’essi. Certo ma non dobbiamo lasciarci condizionare la vita dai sogni. Quando Dio parla in un sogno, non si rimane nel dubbio né ricercheremo la sua volontà attraverso questo mezzo scelto da Dio. Non c’è esempio biblico in cui qualcuno abbia chiesto a Dio di parlargli attraverso un sogno. Anzi, ci sono diverse citazioni in cui s’invita il popolo di Dio a non porre attenzione ai sogni che non provengono da Lui: Infatti cosí dice il SIGNORE degli eserciti, Dio d'Israele: "I vostri profeti, che sono in mezzo a voi, e i vostri indovini non v'ingannino, e non date retta ai sogni che fate (Geremia 29:8). Purtroppo la realtà sociale dimostra che molti continuano a cadere nella superstizione a seguito dei propri sogni. Penso che l’Ecclesiaste abbia voluto fugare ogni dubbio in merito all’attività notturna della mente, così da attribuirla a un processo fisiologico del cervello. Di conseguenza, i credenti dovrebbero fuggire da ogni sorta d’interpretazione esoterica dei sogni, pratica molto in voga in un paese come il nostro con un passato e un presente pagano, dedito, inoltre, alla superstizione.
In premessa ho accennato a un altro significato del termine sogno. Infatti, nella lingua italiana tale vocabolo descrive anche una fantasia o desiderio spesso irraggiungibile. Pertanto, tutti hanno almeno una volta nella vita coltivato un sogno. Ma quante persone hanno realizzato il proprio sogno? Pochissimi, spesso i sogni rimangono ciò che sono, ossia, un’immagine irreale e inafferrabile. Avvolte nemmeno i sogni con dei propositi molto, nobili trovano adempimento. Un esempio molto conosciuto lo possiamo riconoscere nel discorso di Martin Luther King tenuto davanti al Lincoln Memorial di Washington il 28 agosto del 1963 e che tutti riconoscono dalla celebre frase “I Have a Dream” (Ho un sogno). Con questo post non voglio demoralizzare chi coltiva un sogno, ma lo scopo è quello d’invitare il lettore a non distogliere lo sguardo dalla realtà, perché molte persone spendono una vita nel perseguire un sogno senza vederne la realizzazione. Alla fine si ritrovano frustrati e depressi senza alcuna voglia di vivere, e ciò può accadere anche dopo poco tempo, perché una spasmodica ricerca sfiancherà chiunque, non vedrà realizzato il proprio sogno in tempi ragionevoli.
L’uomo non ha bisogno di sogni ma di certezze. I sogni sono bolle di sapone che scompaiano al risveglio. Un credente non deve lasciarsi guidare dai sogni, né condizionare. Di conseguenza è vietato “sognare”? No, però, trascurare la propria vita per dedicarsi alla realizzazione di qualcosa spesso irrealizzabile è sbagliato, poiché fiacca l’animo umano. Il Creatore desidera soltanto il nostro bene, e ciò è ottenibile soltanto se: Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in piú (Matteo 6:33). Anche quando si parla di regno dei cieli, a molti può sembrare un sogno, perché, in effetti, non esiste un territorio geografico identificato con regno dei cieli. Se cliccate sull’etichetta "regno dei cieli”, troverete vari post (iniziando dai primi) dedicati all’argomento da cui potrete comprendere di cosa sto parlando. Comunque resta il fatto che per molti il regno dei cieli rimane qualcosa d’idilliaco. Perché? Beh, è semplice molti non accettano il valore della fede. La ritengono un’invenzione degli uomini per tenergli stretti al credo cui aderiscono. Dobbiamo però evidenziare che: Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano (Ebrei 11:6). Senza fede non possiamo afferrare ciò che Egli promette. Così come l’interazione forte e quella elettromagnetica tengono insieme l’atomo, così l’uomo non può realizzare le realtà spirituali senza la fede. Il “braccio” che tiene insieme i protoni e i neutroni, è l’interazione forte (forza nucleare forte), così come la fede è il “braccio” che ci lega alle realtà spirituali, ed è impossibile tenere insieme entrambe le cose private del “braccio”. Ma la fede che cosa ‘è? Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono (Ebrei 11:1).
Uno dei significati che un dizionario fornisce in merito al vocabolo “certezza” è la condizione dell’assenza di dubbio. Certezze non sono dubbi, né sono accompagnati da essi. Ma come essere certi di cose che si sperano in un mondo privo di speranza? Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i piú miseri fra tutti gli uomini (I Corinzi 15:19). La speranza dei credenti risiede nella vita eterna, delimitare le speranze soltanto alla vita terrena è da miserabili. Nella società invece accade che ci si culli nei sogni cercando di realizzare tali desideri, si è disposti a compiere qualsiasi cosa (bugie, truffe, omicidi, tradimenti, compromessi, inganni, ecc.) pur di raggiungere lo scopo. Se leggete l’intero capitolo undici dell’epistola agli Ebrei, noterete che molti eroi della fede non hanno realizzato le promesse di Dio, nonostante ciò hanno dimostrato con la loro vita che avevano una visione la quale andava oltre alla propria vita terrena. Penso sia chiaro che le promesse di Dio non sono delimitate a questa vita.
Sono pochissimi quelli che riusciranno a realizzare un sogno, poiché, in effetti, un sogno non è una certezza, difatti è sempre preceduto dal “chissà se ….”, cioè dal dubbio. Di conseguenza molte persone si ritrovano alla fine della loro vita con un pugno di mosche in mano, e questo detto ci dice molto in merito alle vanità mondane. Sì, perché così il “dio delle mosche” (questo è il significato di Beelzebub) avrà raggiunto lo scopo, quello di separarli eternamente dal Creatore. Questo non significa che chi riesce a raggiungere un sogno avrà conquistato delle realtà eterne, magari pensando che a lui sarà andato bene a discapito degli altri, perché più abile e furbo. Anzi, la morte gli farà comprendere che l’unica cosa rimastagli in mano sarà quel pugno di mosche che pensava d’aver lasciato agli altri, in compagnia non del Creatore ma del "dio delle mosche".
I sogni possono spesso apparire come delle realtà, mentre le promesse di Dio alla gente comune sembrano dei sogni. Desidero quindi in conclusione invitare tutti i lettori a ricercare le certezze celesti eludendo i sogni, belli per quanto possono sembrare. Il nemico delle nostre anime può anche offrirci un sogno inimmaginabile, ma ciò che alla fine ci rimarrà in mano sarà comunque un pugno di mosche, mentre chi spera in Dio, otterrà le realtà celesti che sin d’ora sono una certezza, perché: Mai si era udito, mai orecchio aveva sentito dire, mai occhio aveva visto che un altro dio, all'infuori di te, agisse in favore di chi spera in lui (Isaia 64:4). Le nostre certezze sono scritte nere su bianco nella Bibbia, affinché anche tu possa un giorno dichiarare le parole di san Paolo: Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione (II Timoteo 4:8). Dio riserva ai Suoi figli una corona, mentre un sogno nasconde un pugno di mosche, a te la scelta!