giovedì 27 gennaio 2011

L’innegabile Shoah.

Desideravo esprimere in questo giorno la mia solidarietà e tutto il mio affetto al popolo ebraico, nonostante qualcuno abbia vituperato la memoria di milioni di vittime in nome di un folle idealismo.
Le ossa che furono rinvenuti nelle fosse comuni e nei forni crematori gridano ancora giustizia, e un giorno torneranno in vita.
Cosí dice DIO, il Signore, a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e voi rivivrete; metterò su di voi dei muscoli, farò nascere su di voi della carne, vi coprirò di pelle, metterò in voi lo spirito, e rivivrete; e conoscerete che io sono il SIGNORE ". Io profetizzai come mi era stato comandato; e come io profetizzavo, si fece un rumore; ed ecco un movimento: le ossa si accostarono le une alle altre. Io guardai, ed ecco venire su di esse dei muscoli, crescervi la carne, e la pelle ricoprirle; ma non c'era in esse nessuno spirito. Allora egli mi disse: "Profetizza allo Spirito, profetizza figlio d'uomo, e di' allo Spirito: Cosí parla DIO, il Signore: Vieni dai quattro venti, o Spirito, soffia su questi uccisi, e fa' che rivivano!" Io profetizzai, come egli mi aveva comandato, e lo Spirito entrò in essi: tornarono alla vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, grandissimo. Egli mi disse: "Figlio d'uomo, queste ossa sono tutta la casa d'Israele (Ezechiele 37:5-11).
Io ci credo e tu?

lunedì 24 gennaio 2011

Evoluzione e Genesi.

Per fede comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio; cosí le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti (Ebrei 11:3).

Il titolo svela che ci occuperemo di un argomento molto dibattuto, che desideravo esporre nei primi post di questo blog, ma come avrete visto in questi due anni, lo Spirito Santo mi ha guidato attraverso altri temi.
Innanzitutto è importante ricordare che questo spazio non si prefigge di presentare il Creatore per mezzo di prove scientifiche o ragionamenti filosofici, così come riferito in altri post e come visibile nella sidebar, lo scopo è unicamente di condurre il lettore alla riflessione. Ho ripetuto diverse volte che la Bibbia non è un manuale di fisica, chimica, antropologia o altra materia di pertinenza della scienza. E allora che cosa ci comunica il Genesi? L’origine! “B’reshith” (prima parola biblica) è l’espressione ebraica che è stata tradotta nelle versioni italiane della Bibbia con le parole “nel principio”. Pertanto, il Genesi comunica il principio delle realtà che ci circondano. L’origine dell’universo non è il frutto di casualità ancora sconosciute alla scienza ma del Creatore, così come il principio della vita non è il frutto del caso ma del Creatore, e soprattutto l’uomo non è frutto di un processo evolutivo ma di un'azione creativa. Il Genesi riporta ciò che molti pensano di potere definire con teorie infondate e indimostrabili. La narrazione del primo verso della Bibbia offre proprio ciò che molti ritengono sconosciuto, cioè, il principio: Nel principio Dio creò i cieli e la terra (Genesi 1:1).
Ecco, questo verso ci fornisce l’origine, le parole “nel principio Dio creò” ci comunicano che Dio è il principio di ogni cosa, quindi, Dio si pone all’origine di ciò che la scienza oggi ignora, cioè, la causa. A tuttora non si conosce ancora la causa del cosiddetto "Big Bang" (l’evento che diede origine all’espansione dell’universo). Esistono, però, varie teorie e LHC di Ginevra risponderà certamente ad alcuni interrogativi. Comunque, ciò non fornirà una risposta in merito alla causa che generò l’evento. La Bibbia, invece, risponde al quesito con un linguaggio molto elementare. Purtroppo nel pensiero comune possiamo osservare che è la fisica a rispondere al quesito. Dobbiamo essere intellettualmente onesti ed evidenziare che la fisica, quella empirica, descrive soltanto gli effetti di ciò che il Creatore compì nel principio. Questo significa che la Sua opera si sia limitata al principio come se avesse avviato un meccanismo? No, e di seguito cercherò d’illustrarvi alcuni particolari che sicuramente sfuggono a una lettura superficiale del Genesi.
Chiariamo subito che il Genesi non è un racconto mitologico riguardo alle nostre origini, così come lo sono le descrizioni mitologiche di altre civiltà, per esempio quella sumera, aborigena, maya, azteca o cinese, ma è, nella fattispecie i primi capitoli, la storia di ciò che Dio creò. E con il termine storia non intendo una leggenda o narrazione fantasy.
Molti classificano il Genesi tra le narrazioni mitologiche, poiché il completamento dell’atto creativo è descritto nell’arco di sei giorni, estensione di tempo certamente non combaciabile con i modelli d’evoluzione cosmica. Beh, penso d’aver trattato l’argomento esaurientemente in questi post, e con l’occasione ho anche ribadito che se il Creatore usa un linguaggio elementare non significa che la narrazione non sia storica. Perché? Ve lo ripropongo. Immaginate di dover raccontare a un bambino di tre anni com’è stata costruita la propria automobile. La descrizione si limiterà certamente a poche semplici parole con cui cercheremo di fargli capire come si realizza un’automobile. Pertanto, tale racconto escluderà l’elencazione delle varie leghe usate per il motore o altre parti dell’automobile, così come escluderemo dalla descrizione la realizzazione del motore, sistema frenante, sospensioni, scocca, lamierati e naturalmente tutto ciò che concerne la dinamica delle varie parti meccaniche. Il tutto, penso, sarebbe descritto così: "Ascoltami bene, in fabbrica dopo aver fatto la carrozzeria, ci montano il motore e le ruote, poi ci mettono la benzina e fanno partire il motore, così possono caricare la macchina sul camion che lo trasporterà in una concessionaria per venderla". Questo racconto non corrisponde forse alla realtà pur avendolo espresso con un linguaggio elementare? Non avrò raccontato tutti i processi di lavorazione ma comunque il bambino avrà capito. Crescendo si porrà sicuramente delle domande cui potrà rispondere a seguito di ricerche o studi. Però, la descrizione ricevuta in tenera età non la considererà falsa ma elementare e comunque veritiera. Ecco, questo semplice esempio mostra bene ciò che dovrebbe accadere all’uomo. Purtroppo, avviene ed è avvenuto l’opposto.
Negli ultimi centocinquanta anni la conoscenza è cresciuta tantissima, ma questo ha prodotto soltanto l’allontanamento da quel racconto che ci ha rivelato il Creatore. L’uomo pur crescendo nella conoscenza della nostra realtà si è, però, allontanato di pari passo dal proprio Creatore. È triste osservare questo fatto poiché, in effetti, è l’orgoglio ad alimentare quest’atteggiamento. Non pensate che è molto triste osservare che la conoscenza che Egli ci ha permesso d’acquisire allontani molte persone da Lui, invece di produrre lo stupore riguardo alla Sua potenza? Auspico che ogni lettore possa iniziare a riflettere in merito. Ma le nuove conoscenze invalidano veramente il racconto del Genesi? Non credo che il concetto d’evoluzione non possa trovare un riscontro ben limitato nella Bibbia. Però, è importante tenere presente che: …. la tua parola è verità (Giovanni 17:17) - Il principio della tua parola è verità; ….. (Salmi 119:160). Notiamo che tutto il messaggio biblico corrisponde a verità, in quanto parte della parola di Dio. Anche i primi capitoli del Genesi fanno parte della Sua parola e, quindi, sono veritiere, nonostante ci siano molte teorie e congetture che cercano d'invalidarle. Lo scopo di Satana è proprio quello di screditare il Genesi, libro che narra la nostra origine ma anche quella del peccato, affinché convinca l’uomo di non dover dare conto a nessuno. Per Satana è una vittoria aver convinto l’uomo dell’inesistenza del Creatore, e per tale fine è disposto a usarsi anche della scienza. Ma fino a che punto possiamo concordare con ciò che la scienza ci comunica? C’è un verso nella Bibbia che molti credenti conoscono e che applicherò all’argomento: Non spostare il confine antico, che fu messo dai tuoi padri (Proverbi 22:28). Ecco, penso che il primo capitolo del Genesi contenga dei confini oltre i quali non possiamo andare per descrivere l’origine della nostra realtà. Il primo confine l’ho già citato perché è contenuto nel primo verso biblico, e di seguito descriverò il tutto. Anzi, scusate, continuerò nel prossimo post, mi sono dilungato nella premessa, spero che non vi abbia annoiati.

martedì 4 gennaio 2011

Uno schizzo della fede.

…... Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?" (Luca 18:8)

Ci ritroviamo nuovamente ai primi giorni dell’anno, ma l’odierno post non sarà di tipo escatologico, come qualcuno potrebbe pensare. Tuttavia ci tengo a ripetere che anche se non conosciamo il giorno e l’ora della seconda venuta di Cristo, possiamo, però, riconoscere i segni che precederanno tal evento.
Dal titolo potete intuire che oggi desidero soffermarmi sull’essenza della fede la quale Gesù desidera trovare al Suo ritorno. Se leggete i primi sette versi del capitolo diciotto del Vangelo secondo Luca, noterete che l’ottavo verso non è altro che una domando con riferimento all’esposta parabola. I primi sette versi ci fanno comprendere che l’aiuto di Dio e le Sue promesse non possono venire meno, il verso otto ci pone di fronte a un quesito cui dobbiamo rispondere attuando un autoesame abbandonandoci alla più profonda sincerità. Pertanto, dobbiamo chiederci di quale fede, parlò Gesù? Per aiutarci ho fatto uno schizzo di ciò che s’intende con fede. Potete vedere che ho disegnato un cerchio al cui interno ci sono quattro raggi, raggi che corrispondono a due linee rette le quali s’incrociano al centro.
Se dovessimo disegnare un cerchio a mano libera, inizieremo a tracciare due linee che s’incrociano al centro, poiché in questo modo sarebbe più semplice raffigurare un cerchio. Pertanto, dopo aver disegnato le due linee incrociate, possiamo tracciare il cerchio intorno ad esse. Inizieremo all’apice della linea verticale (ore 12). Il verso associato a questa posizione è quello che fornisce una definizione della fede: Or la fede è certezza di cose che si sperano, (Ebrei 11:1a). Potete notar che ho inserito soltanto la prima parte del verso, perché un cerchio si congiunge con il punto in cui inizia, e alla fine della descrizione ne capirete il motivo. Dunque, la fede è certezza di cose che si sperano, ma certezza di quali cose? Possiamo rinvenirlo al primo punto di congiunzione (ore 9): Cosí la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo (Romani 10:17). Notiamo che san Paolo adoperò il singolare, perché? E qual è questa parola di Cristo? Possiamo leggerlo al secondo punto di congiunzione (ore 6): Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, (II Timoteo 3:16). La risposta, quindi, è “ogni Scrittura”. Ecco perché san Paolo adoperò il singolare, se avesse scritto “le parole di Cristo”, sarebbe divenuto un’ulteriore argomentazione per negare la plenaria ispirazione della Scrittura. Inoltre, questo particolare ci esorta a confrontare ogni aspetto della nostra fede e dottrina con l’intero contenuto biblico affinché non cadiamo in errore. Ma per completare il cerchio dobbiamo continuare a tracciare la linea, poiché non è sufficiente conoscere l’intero contenuto biblico e la dottrina che essa insegna, pertanto, ricongiungiamo il secondo (ore 6) e terzo punto (ore 3) del disegno. A questo punto rinveniamo il seguente verso: Cosí è della fede; se non ha opere, è per sé stessa morta (Giacomo 2:17). Se la conoscenza della nostra fede non la lasciamo agire mettendo in pratica quelle cose cui ambiamo e che sono promesse, insegnate e, quindi, contenute nella Scrittura, non potremo completare il cerchio. Al terzo punto ho messo tra parentesi un verso affinché ci rammenti: …. che l'uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge (Romani 3:28). Non dobbiamo perdere di vista questa grande verità. Ricordiamoci che nessuno potrà presentarsi dinanzi a Dio ed elencare tutte le sue buone opere per ottenere l’accesso al regno dei cieli, infatti, è scritto che: Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti? Allora dichiarerò loro: Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori! (Matteo 7:22,23). Ma se pratichiamo tutto ciò che le Scritture insegnano, considerandoci soltanto dei servitori, riusciremo a tracciare l’ultima parte del cerchio, ricongiungendoci con il punto in cui avevamo iniziato, la nostra fede sarà completa. Perché completa? Poiché avremo realizzato ciò che il primo verso del capitolo undici dell’epistola agli Ebrei insegna, nella fattispecie la seconda parte del verso che abbiamo separato all’inizio della descrizione: …. dimostrazione di realtà che non si vedono (Ebrei 11:1). In sostanza, avremo dimostrato con la pratica le realtà promesse, ma che ancora non si vedono, e ciò corrisponderà alla fede che Cristo vorrà trovare al Suo ritorno. Notiamo che la Parola è geometricamente precisa, poiché non possiamo essere nella fede se non adempiamo questi quattro punti della Scrittura.
Infine, lo schizzo rappresenta anche la fede che ci permette di sormontare le difficoltà. In che modo? Se osservate il disegno, noterete che lo schizzo può rappresentare una ruota. Infatti, possiamo riconoscere il cerchio, i raggi, e al centro, il perno di una ruota. Il perno su cui ruota la nostra fede rappresenta l’opera di Cristo, poiché non ci può essere fede se essa non poggia su questo perno. Questa ruota raffigura quella fede che ci permette di costruire la nostra casa sulla roccia. Provate a trascinare su una collina del materiale edile con un carrello cha ha una ruota danneggiata, rileverete che non sarà facile, e in alcuni casi addirittura impossibile, trasportare il necessario. Anche con una fede zoppa (ruota danneggiata) non concluderemo nulla, al massimo riusciremo a trascinarci su un terreno sabbioso: "Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia. E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande" (Matteo 7:24-27). Penso sia chiaro, cosa accade a chi interrompe il completamento del cerchio (ruota), la rovina sarà grande, naturalmente ogni verso della Bibbia forma un “raggio” che sostiene la nostra fede. Pertanto essa non è formata soltanto dagli indicati quattro versi, ma da tutti i versi biblici. Auspico che tutti comprendiamo che è una buona abitudine iniziare ogni nuovo anno e giorno nel seguente modo: Esaminatevi per vedere se siete nella fede; mettetevi alla prova ….. (II Corinzi 13:5). E se riconosciamo che c’è un’interruzione nel descritto cerchio, allora dobbiamo ritornare al centro (opera di Cristo) per ricomporre ciò che Egli desidera da noi.
Buon anno a tutti, ricco di benedizioni divine!