sabato 25 aprile 2009

Dio (Creatore) parla! (parte 2)

Otto giorni dopo, i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con loro. Gesú venne a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro, e disse: "Pace a voi!" (Giovanni 20:26)

Come possiamo riconoscere la voce di Dio? Per quanto concerne il nostro cammino cristiano bisogna innanzitutto chiarire che Dio può parlarci in modi e con metodi diversi, però, sarà soltanto la sua parola che ci permetterà d’udire la parola di grazia. Non potremo mai giungere alla grazia se non ci accosteremo alla parola di Dio che parlerà personalmente al nostro cuore. Essa giungerà sino all’imperscrutabile del nostro animo giudicando i nostri pensieri e sentimenti: Infatti, la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore (Ebrei 4:12). Pertanto se non hai mai sentito la voce di Dio, dovrai accostarti alle Scritture affinché la voce di grazia raggiunga ciò che nessun amplificatore sarà in grado di fare. Accadrà ciò che capitò a un bambino protagonista di una storia fantasy (per approfondire quest’aspetto potete leggere una discussione con un ateo nel blog di un amico).
Tuttavia il Signore non parla soltanto quando desidera donarci la grazia. Egli è il Padre di tutti i suoi figli e vuole conversare con ognuno di noi. Nella vita siamo chiamati a compiere centinaia di decisioni. Spesso non abbiamo nemmeno il tempo necessario per riflettere, mentre altre volte ne disponiamo di talmente tanto da confonderci le idee. I pensieri si sovrappongono a parole e consigli altrui, che non fanno altro d’offuscare la nostra mente. E’ in queste situazioni che spesso trascuriamo di porgere l’orecchio per recepire la voce di Dio, e può capitare d’essere distratti a un punto tale che Egli è costretto a farci udire una voce fisica così come accadde a un servitore del Signore in preghiera (caso veramente eccezionale).
Anche il temuto serial killer Peter Sutcliff, che uccise tredici donne oltre a ferirne altre sette gravemente, riferì d’avere udito la voce di Dio la quale lo spinse a commettere i citati delitti. Pertanto le voci che si affollano nella nostra mente vanno distinte. Abbiamo accennato che Dio può servirsi di vari modi per parlarci. Egli non reclinò addirittura un’asina per recapitare un Suo messaggio. Perché allora nella parola di Dio si parla della Sua voce? Che cosa è una voce? Un dizionario riporta che per voce s’intende quel suono prodotto dalla laringe e articolato per mezzo delle corde vocali, nel parlare e nel cantare. Notiamo che la voce è un suono, emesso dalla laringe e articolato dalle corde vocali, che formerà delle parole. Affinché il tutto avvenga, necessitiamo di un agente datoci dall’aria, ma che può essere anche un altro mezzo di propagazione elastico in forma liquida o solida (acqua, terreno ecc.). Nel vuoto non ci saranno quindi suoni e parole. Qual è l’agente della voce di Dio? Lo Spirito Santo, Egli è colui il quale reca il messaggio divino.
C’è un verso che descrive un’esperienza particolare: Dio gli disse: "Va' fuori e fermati sul monte, davanti al SIGNORE". E il SIGNORE passò. Un vento forte, impetuoso, schiantava i monti e spezzava le rocce davanti al SIGNORE, ma il SIGNORE non era nel vento. E, dopo il vento, un terremoto; ma il SIGNORE non era nel terremoto. E, dopo il terremoto, un fuoco; ma il SIGNORE non era nel fuoco. E, dopo il fuoco, un suono dolce e sommesso. Quando Elia lo udí, si coprí la faccia con il mantello, andò fuori, e si fermò all'ingresso della spelonca; e una voce giunse fino a lui, e disse: "Che fai qui, Elia?" (I Re 19:11-13). Bisogna evidenziare che al verso dodici nell’originale il termine suono (kole) è il medesimo del verso tredici in cui è tradotto con voce. Possiamo quindi affermare che anche se non comprendiamo immediatamente le parole di una voce, possiamo comunque percepirne il suono il quale attrarrà la nostra attenzione. Sebbene lo Spirito Santo non abbia ancora comunicato le parole, inizierà comunque a farci sentire il suono che agiterà il nostro spirito catturandone l’attenzione, così come accadde a Sansone: Lo Spirito del Signore cominciò ad agitarlo quando era a Maane-Dan, fra Sorea ed Estaol (Giudici 13:25). Questo suono non sarà mai arrogante, aggressivo o violento, ma come abbiamo letto, avrà le caratteristiche della dolcezza e sommessità.
In fisica il suono si distingue in frequenza, ampiezza e timbro. La frequenza rappresenta il numero di oscillazioni al secondo che l’onda sonora compie durante la sua propagazione. Da essa dipende l’altezza del suono: maggiore è la frequenza, più alto è il suono percepito. Non posso indicarvi la frequenza della voce di Dio. Il motivo è oggettivo, perché non credo che qualcuno abbia mai avuto l’occasione di misurarla. Il secondo motivo dipende dal fatto che Dio non usa sempre la stessa frequenza quando parla. Essa varia, infatti, alcune volte Egli può adoperare una frequenza udibile a tutti, altre volte usa una frequenza “personale” (Atti 22:9, 9:7 Ebrei 1:1-2).
L'ampiezza di un'onda sonora rappresenta il massimo spostamento, rispetto alla posizione di equilibrio, che le molecole del mezzo di propagazione compiono al passaggio dell’onda; al crescere dell'ampiezza, aumenta la forza con la quale è colpito il timpano dell'orecchio e quindi l'intensità con cui il suono è percepito. Per quanto concerne l'ampiezza dobbiamo precisare che se non disponiamo il nostro cuore all’ascolto non potremo mai determinarne l’ampiezza. Posso affermare che essa è sempre adeguata all’ambiente in cui ci troviamo così da farci sentire in ogni occasione la voce di Dio. Qualcuno potrebbe replicare che non sente la voce di Dio, ma ciò potrebbe dipendere da lui, essendo talmente distratto (e quindi indisposto all’ascolto) da non rilevarla. Disporre il nostro orecchio (cuore) all’ascolto comporta un impegno, così come per udire al meglio un messaggio dobbiamo sforzaci concentrandoci per capire bene ciò che sentiamo.
Il timbro invece, è quella qualità che, a parità di frequenza, distingue un suono da un altro. Alcuni potrebbero chiedersi come faccio a riconoscere il timbro della voce di Dio se non l’ho mai udita? Beh, se sei salvato (nato di nuovo) hai con certezza almeno un precedente: Lo Spirito stesso attesta insieme col nostro spirito, che siamo figliuoli di Dio; (Romani 8:16). Questa voce ha il medesimo suono che attesta la nostra salvezza. Ecco, quando sentiamo questo suono, possiamo essere certi che è il Signore. Nella sua parola rinveniamo che: Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato (Marco 16:16). Non c’è scritto che Jonny è salvato, perché? Poiché lo Spirito Santo lo attesta personalmente a ognuno di noi. Pertanto, pur non riscontrando nelle Scritture il nostro nome (che è riportato nel libro della vita), sentiamo, però, questa certezza nei nostri cuori. Se desiderate un esempio per distinguere il timbro della voce di Dio, pensate alla voce che attesta la vostra salvezza, e se qualcuno non ha fatto ancora quest’esperienza lo chieda al Signore che non mancherà di farvi udire il timbro della Sua voce la quale attesterà per fede la vostra redenzione.
Possiamo comprendere, dopo tutte queste parole, che essendo lo Spirito Santo l’Agente della voce divina, il messaggio non giungerà alla nostra mente attraverso un organo come l’orecchio, ma si presenterà all’improvviso direttamente nella mente dell’uditore, ad eccezione di casi particolari come quello occorso al pastore che udì una voce fisica. Il libro degli Atti riporta alcune volte l’espressione “lo Spirito disse”, facendoci presumere che lo Spirito Santo abbia direttamente inserito le parole del messaggio nella mente del credente, vediamo un esempio: Lo Spirito disse a Filippo: "Avvicínati, e raggiungi quel carro" (Atti 8:29). Come rappresentare quest’affermazione? Beh, il verso in epigrafe c’illustra chiaramente ciò che accade quando il Signore parla.
Gesù è il verbo di Dio (Logos) incarnato che si presentò (dopo la risurrezione) ai Suoi discepoli a porte chiuse. Ecco se rappresentiamo quella camera in cui i discepoli erano riuniti come se fosse la nostra mente, possiamo capire che il Logos si presenta nella mente a porte chiuse, cioè all’improvviso senza alcun intervento della stessa mente. Quel pensiero non sarà quindi il frutto dei nostri pensieri e sforzi intellettuali, ma si presenterà chiaramente nella sua sostanza alla mente dell’uditore. Ma non finisce qui, poiché quel messaggio porterà pace e serenità nella nostra vita. Sì, serenità, proprio nei momenti di maggior irrequietudine, afflitti e appesantiti da preoccupazioni di varia natura magari mentre stavamo ricercando conforto nella parola di Dio. E’ in quei momenti che prendiamo maggiormente coscienza dell’intervento di Dio per mezzo di una sua parola di conforto, la quale ci avrà indicato la via da seguire. Non so quanti di voi hanno fatto un’esperienza del genere, poiché è talmente percepibile come lo fu la presenza di Cristo in quella stanza più di duemila anni fa. Infatti, Egli lo predisse: Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me; (Giovanni 15:26). Non c’è nulla di mistico in queste parole, ma il tutto avviene in maniera naturale come s’è una voce parlasse al nostro orecchio. Purtroppo, molte volte non diamo retta alla parola di consolazione e guida che il Signore ci trasmette attraverso l’Agente, lo Spirito Santo. Egli non forza nessuno, ma si limita semplicemente a invitare all’ascolto affinché la Sua parola rechi pace nell’animo turbato di coloro che si accostano a Lui.
È importante essere ricolmi dello Spirito Santo, poiché soltanto così potremo sentire chiaramente ciò che Egli ci dice. Affinché avvenga una combustione, abbiamo bisogno di un combustibile (p. e. l’olio) e di un comburente (aria). Ebbene lo Spirito Santo rappresenta entrambi gli elementi, ma solo se saremo ripieni di Lui, comprenderemo chiaramente ciò che Egli ha da dirci. Infatti, noi udiamo il rumore della combustione unicamente nelle grandi fiamme (conseguenza di tanto combustibile e comburente) e non in quella di un fiammifero. Ma cosa accade dopo che avremo compreso un messaggio divino? Lo vedremo nell’ultimo post.

2 commenti:

Talesky ha detto...

Ciao, ti faccio i miei complimenti per il tuo blog, mi piace molto, però, se mi è consentito darti un suggerimento, credo che dovresti migliorarne la grafica.

Jonny ha detto...

Se c’è qualcuno che potrebbe darmi una mano per attuare i suggerimenti di Talesky ne sarei grado. Ciao a tutti!