mercoledì 28 ottobre 2009

La "Costituzione" del Regno dei Cieli

E Gesù gli disse: Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima tua e con tutta la mente tua. Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile ad esso, è: Ama il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge ed i profeti. (Matteo 22:37-40)

Desidero ampliare quest’argomento di cui avevamo fatto un breve accenno nell’ultimo post, ma innanzitutto dobbiamo chiarire cosa s’intende con Costituzione. La Costituzione è la legge fondamentale di uno stato, o nel nostro caso regno, ed è posta a garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini, definendone anche la forma di governo. Tutte le leggi emanati non potranno violare o ledere in alcun modo i diritti sanciti nella Costituzione. Come riferito nell’ultimo post, oggi osserviamo più che mai alla violazione dei diritti garantiti dalle Costituzioni di vari paesi definiti democratici. Pensiamo per esempio al diritto al lavoro, alla salute o alla libertà di religione.
Ma torniamo ad un passo biblico che ci riporta al titolo del post: Infatti il "non commettere adulterio", "non uccidere", "non rubare", "non concupire" e qualsiasi altro comandamento si riassumono in questa parola: "Ama il tuo prossimo come te stesso". L'amore non fa nessun male al prossimo; l'amore quindi è l'adempimento della legge (Romani 13:9-10). L’amore è l’adempimento della legge, possiamo quindi affermare che se l’amore è presente nelle nostre azioni avremo adempiuto ciò che la legge prescrisse, e cioè i dieci comandamenti. Pertanto, se il primo comandamento di cui in epigrafe recita “ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima tua e con tutta la mente tua” non violerò i primi cinque comandamenti della legge (Esodo 20) Divina, così come non violerò gli ultimi cinque comandamenti per non trasgredire il secondo che recita “ama il tuo prossimo come te stesso”.
Ma che cosa è l’amore per te? Per molti l’amore significa eros, eppure nei testi originali del N. T. non si rinviene questo termine. L’amore, di cui parla il Creatore, possiamo rinvenirlo nel passo biblico che ho pubblicato in questo post. Mentre se desiderate capirne il significato potete leggere quest’altro post. Il Creatore non esige nulla in cambio all’infuori del nostro cuore: Figlio mio, dammi il tuo cuore, e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie; (Proverbi 23:26). Se i nostri occhi prenderanno piacere nelle vie di Dio allora avremo adempiuto la legge dell’amore, unico precetto del regno dei cieli.
Qualcuno potrebbe obbiettare che Dio non gli ha mai mostrato il proprio amore. Eppure Egli afferma nella Sua parola che: In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati (I Giovanni 4:10). Chi di noi sarebbe disposto a offrire proprio figlio per salvare un'altra persona magari pluriomicida? Il Creatore l’ha compiuto: Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3:16). Questa è la legge dell’amore, offrire la propria vita per gli altri (ciò non significa necessariamente andare a morire). Nel regno dei cieli non c’è posto per coloro che pensano soltanto a se stessi.
I governi odierni pur fondando le loro Costituzioni su principi cristiani mostrano purtroppo troppa apatia nei confronti del prossimo e di Dio, mascherati magari da un abito di perbenismo, nell’ipocrisia più impensabile. La libertà religiosa è violata giornalmente in vari luoghi del nostro paese (vedi quest’articolo) così come altri diritti. Nel regno dei cieli questo non può accadere, perché se amiamo il nostro prossimo, non interferiremo nelle sue scelte, così come il nostro Creatore non interferisce nelle scelte che ognuno di noi compie giornalmente. Egli desidera che il tutto avvenga liberamente suscitato da un sentimento d’amore nei Suoi confronti: Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo (I Giovanni 4:19).
La Costituzione del regno dei cieli può essere riassunto anche in questa semplice “equazione”: amore per Dio = amore per i Suoi precetti = amore per il prossimo, ossia, amore per i Suoi precetti = amore per il prossimo = amore per Dio. Invece se dovessimo applicare l’art. 1 della Costituzione (L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.) al regno dei cieli dovremmo modificarlo affinché reciti: Il regno dei cieli è una monarchia, fondata sull’amore. La sovranità appartiene al Creatore e Signore dell’universo che la esercita per il bene dei Suoi figli. Mentre l’art. 2 reciterebbe “ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima tua e con tutta la mente tua”, e l’art. 3 ”ama il tuo prossimo come te stesso”. Questi tre semplici articoli illustrano un po’ l’ipotetica Costituzione del regno dei cieli in cui tutti i sudditi sono considerati dei figli e come tali ubbidiscono liberamente ai precetti del loro Padre celeste senza alcuna costrizione. Mentre in questo mondo la libertà personale va e andrà scemando in nome della democrazia, il regno dei cieli avanza per donare libertà all’anima oppressa da una società in declino. Ribadisco che il Creatore non costringe o forza nessuno, Egli parla semplicemente attraverso la Sua parola ricordandoci un bene eterno: Dio stabilisce di nuovo un giorno - oggi - dicendo per mezzo di Davide, dopo tanto tempo, come si è detto prima: "Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori!" (Ebrei 4:7). A noi rimane soltanto scegliere se vivere nel Suo regno o nel nostro (governato però da Satana). Pertanto l’appello rimane il medesimo descritto nel seguente passo, e personalmente ho compiuto la medesima scelta che migliaia d’anni orsono compì Giosuè: …. se vi sembra sbagliato servire il SIGNORE, scegliete oggi chi volete servire: o gli dèi che i vostri padri servirono di là dal fiume o gli dèi degli Amorei, nel paese dei quali abitate; quanto a me e alla casa mia, serviremo il SIGNORE" (Giosuè 24:15). Nel caso in cui sceglierai di far parte del regno dei cieli, credendo nell’opera sacrificale di Gesù Cristo, aderirai alla Costituzione il cui titolo è “AMORE”!

lunedì 19 ottobre 2009

Il Creatore non è democratico!

I governi occidentali vivono ormai da più secoli in democrazia. Sotto questa forma di governo abbiamo conosciuto il benessere e lo sviluppo socio economico dei popoli. Molti diritti sono stati acquisiti in nome delle famose parole nate nella rivoluzione francese: liberté, égalité e fraternité. Nonostante ciò i diritti di moltissime persone sono violati giornalmente, l’abuso di potere è sempre presente nelle cronache e di conseguenza l’ingiustizia regna sovrana. Le democrazie mostrano sempre più che le libertà si trasformano in proibizionismo così come l’uguaglianza diventa disuguaglianza e la fraternità decade in ostilità. Pertanto la democrazia non è una garanzia di benessere sociale e personale. D’altro canto la storia ci insegna che le monarchie non hanno certamente condotto i popoli alla prosperità. Anzi spesso sono sfociate in sanguinose tirannie in cui i popoli sono finiti nella miseria.
Il titolo svela che il Creatore non è un democratico e dall’introduzione sembra che non è nemmeno un monarca, ma vediamo cosa scrisse il Salmista: Poiché il SIGNORE è un Dio grande, un gran Re sopra tutti gli dèi. Nelle sue mani sono le profondità della terra, e le altezze dei monti sono sue. Suo è il mare, perch'egli l'ha fatto, e le sue mani hanno plasmato la terra asciutta. Venite, adoriamo e inchiniamoci, inginocchiamoci davanti al SIGNORE, che ci ha fatti. Poich'egli è il nostro Dio, e noi siamo il popolo di cui ha cura, e il gregge che la sua mano conduce (Salmo 95:3-7).
Egli è Re e, quindi, un monarca, questa è la forma di governo del nostro Creatore. Ma che cosa è esattamente una monarchia? La monarchia è un regno in cui il potere è detenuto soltanto da un uomo, egli governa tutto e tutti i suoi sudditi, e di conseguenza non ci sono un parlamento, né partiti né elezioni. Tutti i poteri sono nelle mani del monarca, sia il potere esecutivo e sia quello legislativo, così come il potere giurisdizionale, in altre parole egli emana, applica e fa rispettare tutte le leggi, senza alcun dibattito o confronto politico. Forse a qualcuno può sembrare la descrizione di una dittatura, ma questo perché, penso, la storia ci ha abituati a delle monarchie in cui i re furono dediti soltanto ai propri interessi.
Purtroppo anche le democrazie stanno declinando in pseudo democrazie per i motivi di cui in premessa. Chi detiene un potere politico è sempre più tentato a usarlo per i propri scopi. Si è talmente convinti del proprio operato che taluni (p. e. il Presidente Berlusconi) non esitano, anche se ironicamente, a sostituirsi al Creatore, o per usare le medesime parole, al Padre eterno. Nel regno del Creatore non si riscontrano, però, in alcun modo abusi e soprusi di alcun genere da parte del Regnante. Anzi, Egli è un Re (e non uno qualunque, ma il Re dei re) che desidera e si prodiga soltanto per il bene dei suoi sudditi. Egli venne in terra ad annunciare questo regno, donò la propria vita affinché, credendo, ogni Sua creatura possa divenire un suddito del regno. Egli ama i propri sudditi da considerarli fratelli e, quindi, figli dello stesso Padre.
Ma come si chiama questo regno? Nel Vangelo Cristo lo definì sempre come regno dei cieli, indicandone in un’occasione anche l’appartenenza: Ma se è con l'aiuto dello Spirito di Dio che io scaccio i demòni, è dunque giunto fino a voi il regno di Dio (Matteo 12:28). Però, se il regno dei cieli (di Dio) è giunto fino a noi, non viviamo per niente in un mondo paradisiaco così come vissero Adamo ed Eva, perché? I nostri progenitori scelsero, nel momento in cui disubbidirono all’unico precetto del Creatore, di sottrarsi al governo Divino, consegnandolo, di fatto, a Satana. Tuttavia Egli non è definito come il re di questo mondo, ma ne è descritto come il principe: quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato (Giovanni 16:11). La venuta di Cristo ha segnato la fine del suo regno, nel senso che da allora il regno dei cieli avanza nella conquista del regno di Satana, cioè esso cerca di strappare dei sudditi (morti nel peccato) al regno di Satana (su cui pende il giudizio) per condurli nel regno di Dio. Egli rimane un principe che come tale resta sottomesso al Re il quale ha già emesso il giudizio: E il diavolo che le aveva sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli (Apocalisse 20:10).
Perché il Creatore non eseguiva questo giudizio su Satana immediatamente alla caduta dell’uomo risparmiando all’umanità una storia così travagliata? Egli è un Dio d’amore e non vuole essere amato e servito per costrizioni o imposizione, ma desidera che l’uomo compia una scelta autonoma in cui decida d’entrare a fare parte volontariamente del Suo regno, altrimenti che Re sarebbe? Assomiglierebbe a un tiranno il quale è, come sappiamo, ben diverso da un re. Infine dobbiamo considerare che ogni regno è governato da regole. A questo punto qualcuno penserà che il regno dei cieli abbia troppe regole. Eppure non è così: "Maestro, qual è, nella legge, il gran comandamento?" Gesú gli disse: "Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile a questo, è: Ama il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti" (Matteo 22:36-40). Questi due comandamenti potremmo definirli come le parole della carta costituzionale del regno dei cieli. Sì, perché il regno dei cieli è un regno d’amore in cui rispettando questi due semplici precetti avrò adempiuto tutta la legge di Dio: Infatti il "non commettere adulterio", "non uccidere", "non rubare", "non concupire" e qualsiasi altro comandamento si riassumono in questa parola: "Ama il tuo prossimo come te stesso" (Romani 13:9). Notiamo che il regno dei cieli non è poi una cosa così irraggiungibile come molti pensano o come lo stesso nome ci induce a pensare. Difatti, i confini del cielo (fisico) o universo rimangono e rimarranno invalicabili per noi, ma non il regno dei cieli che è qualcosa di diverso. Certo in esso ci saranno un nuovo cielo e una nuova terra, ma il Creatore in questa nuova Creazione ha iniziato a costruire il Suo regno andando a cercare e salvare ciò che era perduto, e, cioè, le sue creature: ….. il Figlio dell'uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto" (Luca 19:10). Bisogna, inoltre, ricordare che ogni riscattato, suddito o figlio di Dio è chiamato a svolgere la propria funzione, che è quella d’ambasciatore, così come avviene in ogni regno, poiché viviamo in una terra straniera assoggettata al principe di questo mondo (Satana): Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; ….. (II Corinzi 5:20). In quest’ufficio potremo anche incontrare molte difficoltà, ma ricordiamoci che: …. tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno (Romani 8:28).
Rileviamo che il regno dei cieli è tutt’altro da ciò che l’immaginario comune ci prospetta in questo mondo riguardo ai suoi governi. È chiaro che il Creatore non è un democratico e nemmeno un monarca di quelli che il mondo ci ha proposto. Egli è il Re dei re, e regna, tenendo nella Sua mano l’intero universo (materia e spaziotempo) con la sua storia. Se desideri fare parte del Suo regno d’amore devi solo credere nell’opera che il Re del regno dei cieli ha compiuto per noi, una scelta che ti permetterà di vivere in eterno nel Suo regno d’amore: e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?" (Giovanni 11:26).

venerdì 9 ottobre 2009

Pericolo asteroidi, terremoti, tsunami, alluvioni

I giorni dell'uomo son come l'erba; egli fiorisce come il fiore dei campi; se lo raggiunge un colpo di vento esso non esiste piú e non si riconosce piú il luogo dov'era (Salmo 103:15,16).

Le catastrofi naturali occupano ormai una buona parte delle cronache dei giornali e telegiornali. Ci stiamo abituando all’alto numero di morti che questi eventi causano. Le trenta o più vittime dell’alluvione di Messina sembrano quasi poca cosa a confronto delle migliaia di morti nelle isole delle Samoa, Tonga e di Sumatra. Le nostre coscienze sono oramai insensibili a un esiguo numero di morti. Infatti, la mente ci rasserena immediatamente sussurrandoci: “Ma sì, dai, sono poche le vittime, figurati se possa capitare a te, non ti succederà mai una cosa simile, vivi pure la tua vita, stai tranquillo una simile cosa può accadere solamente agli altri”. Questi sono i pensieri che di solito acquietano il nostro animo turbato da notizie sconvolgenti. Ciò non sminuisce però il fatto che siamo degli esseri oltremodo fragili come i fiori dei campi, i quali svaniscono al primo colpo di vento.
Nell’immenso universo, e quindi in questo infinito spazio tempo, non siamo più significativi e resistenti di una formica. Anzi, gli insetti sono molto più resistenti e adattabili. In paragone siamo veramente come i fiori dei campi. Immaginate cosa accadrebbe se un asteroide di dieci o più chilometri impattasse con la terra. Gli effetti distruttivi sarebbero globali, miliardi di persone verrebbero spazzati via. La morfologia terrestre cambierebbe, così come il clima e tutto l’ecosistema (per chi desidera approfondire può cliccare qui). Certo l’impatto di un corpo celeste di tale grandezza è statisticamente molto remoto, ma ciò non esclude la possibilità di un simile cataclisma, così come non possiamo scartare l’eruzione di un supervulcano o altro disastro naturale che coinvolgerebbe l’intero globo.
Le scienze naturali sono tutte discipline giovanissime se confrontante con l’età della nostra terra. Certo in pochi decenni abbiamo acquisito tanta di quella conoscenza che l’uomo non ha appreso nemmeno in migliaia d’anni di storia. Tuttavia molte informazioni e conoscenze scientifiche nascono dall’osservazione di fenomeni naturali, ma cosa sono alcuni decenni di studi a confronto con i tempi geologici (miliardi d’anni)? Niente, siamo soltanto dei fiori di campo. Con questo post non voglio intimorire o impressionare nessuno, lo scopo è solamente quello d’attrarre l’attenzione sulla realtà che ci circonda. Capisco che all’idea di un citato cataclisma la prima reazione è di pensare: …… "Mangiamo e beviamo, poiché domani morremo!" (Isaia 22:13). E poi cosa accadrà? Finirà tutto? Non esisteremo più? Vediamo cosa dice il Creatore: E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra (Matteo 25:32,33) - Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna" (Matteo 25:46). Con la morte non finirà tutto, infatti, ci saranno due epiloghi diversi e diametralmente opposti, e cioè, la vita o la morte eterna (senza fine).
In questi giorni di lutto non dobbiamo pensare alla morte come un evento causato da chissà quale catastrofe, ci sono molte persone che trapassano durante le ore di riposo, senza rendersene conto. Perché? Poiché la vita è così. San Giacomo la descrisse come un vapore che appare per un istante e poi svanisce (Giacomo 4:14). Ogni cosa su questa terra avrà un epilogo, eppure c’è un’eccezione: Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno (Matteo 24:35). Se vogliamo sopravvivere a qualsiasi cataclisma che potrebbe colpire la terra, dobbiamo credere, credere in quella parola che il Creatore ha mandato dal cielo per donarci la vita eterna: In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita (Giovanni 5:24). Potremmo perder la vita in una catastrofe naturale, nonostante ciò passeremo dalla morte (fisica) alla vita eterna. Tutto il passato resterà soltanto quello che è, ossia, passato.
Purtroppo il futuro non ci riserva un periodo tranquillo. Se stiamo vivendo i tempi della fine, così come descritto nelle Scritture, possiamo comprendere che i disastri naturali aumenteranno in numero e forza. I libri profetici ne parlano ampiamente, e in modo esplicito anche Cristo nei Vangeli. Il tutto sfocerà nella cosiddetta "grande tribolazione" in cui miliardi di persone perderanno la vita a causa delle guerre e dei disastri naturali. Forse il film 2012, in uscita il 13/11/2009, potrà darci una piccola idea di ciò che accadrà, anche se in questa pellicola il tutto sfocerà nella presunta fine del mondo. Le Scritture invece insegnano che il Creatore distruggerà la nostra realtà, per fare spazio al nuovo cielo e alla nuova terra, soltanto alla fine del periodo definito come millennio (tempo di pace in cui Cristo regnerà con la chiesa per mille anni). E questo non accadrà certamente il 21/12/2012 così come temuto da molti. Comunque il film mostra relativamente bene, così come altre pellicole hollywoodiane, alcuni effetti dei disastri che potrebbero colpire la terra in un tempo, penso, non troppo lontano.
Pertanto se desideri essere pronto a tali periodi, inizia a credere nell’unica cosa che non passerà, ossia, la Parola di Dio! Anche se resteremo vittime di una catastrofe naturale avremo accesso alla vita eterna in cui la morte non esisterà più: Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà piú la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate" (Apocalisse 21:4). Bellissimo, meraviglioso, indescrivibile, devi solo credere!