sabato 28 febbraio 2009

L’ufologia (parte 5 - un fine diabolico)

Molti potrebbero obbiettare a quant’esposto: se vedresti un Ufo atterrare e ne uscirebbe un alieno saresti ancora scettico? Di fronte all’evidenza cosa faresti? Anche questa risposta è rinvenibile nella Bibbia. L’apostolo Paolo scrivendo ai Galati (anime incostanti nella loro fede) definì una regola (segno) da cui riconoscere la verità: Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia anatema (Galati 1:8). Pertanto, anche se apparisse un alieno che affermerebbe d’essere un angelo di quelli descritti nei testi biblici, ma dichiarerebbe concetti opposti al vangelo, lo riterrei maledetto o votato alla distruzione (anatema). E se mi vorrebbe convincere mostrandomi dei prodigi mi ricorderò del passo biblico in cui ci sono le indicazioni (segni) per riconoscere il falso, in pieno accordo con il suddetto verso: Quando sorgerà in mezzo a te un profeta o un sognatore che ti annunzia un segno o un prodigio, e il segno o il prodigio di cui ti avrà parlato si compie, ed egli ti dice: "Andiamo dietro a dèi stranieri, che tu non hai mai conosciuto, e serviamoli", tu non darai retta alle parole di quel profeta o di quel sognatore, perché il SIGNORE, il vostro Dio, vi mette alla prova per sapere se amate il SIGNORE, il vostro Dio, con tutto il vostro cuore e con tutta l'anima vostra (Deuteronomio 13:1-3). È Dio stesso a invitarci, tramite la prima epistola di Giovanni, a vagliare ciò che c’è predicato, mostrato o profetizzato in questo mondo: Carissimi, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio; perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo (I Giovanni 4:1). I bereani non esitarono a ricorrere alle Scritture per accertarsi delle parole di Paolo. Perché non lo dovremmo fare noi?
L’ambizione di Satana rimane sempre la stessa, occupare il posto di Dio, e per riuscirci non deve fare altro che esibire un essere che si definisce il nostro creatore, dimostrando magari con dei prodigi la veridicità delle sue parole. Ci sarà un periodo nella storia in cui il governo mondiale cadrà nelle mani di un uomo chiamato l’anticristo. L’apocalisse afferma che un angelo inviterà in quel tempo l’umanità a: "Temete Dio e dategli gloria, perché è giunta l'ora del suo giudizio. Adorate colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque". Adorare Colui il quale ha fatto il cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque. E gli uomini e le bestie? Non fu Dio a crearli, perché non elencarli? Beh, forse questo sarà soltanto un invito a riconoscere il vero Creatore, perché quello falso non sarà in grado d’affermare d’avere creato l’universo ma soltanto il regno animale e l’uomo.
Satana farà del tutto per portare a termine il suo piano, e ci riuscirà esclusivamente perché Dio lo permetterà: Perciò Dio manda loro una potenza d'errore perché credano alla menzogna; (II Tessalonicesi 2:11). Come avverrà? Innanzitutto dobbiamo pensare a Cristo, perché Satana vorrà imitare l’incarnazione di Dio. Il termine “anticristo” non significa soltanto “contro Cristo” ma può essere tradotto anche con “al posto di Cristo”. L’apostolo Paolo dice ai tessalonicesi che: La venuta di quell'empio avrà luogo, per l'azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, con ogni tipo d'inganno e d'iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all'amore della verità per essere salvati. Il termine greco “venuta”, adoperato in questo passo, è il medesimo di quello riportato nei seguenti passi: II Tessalonicesi 2:8; I Timoteo 6:14; II Timoteo 1:10, 4:1,8; Tito 2:13. In tutti i versi, il vocabolo è sempre con riferimento a Cristo. Questo dovrebbe farci riflettere. La prima venuta di Cristo nel mondo avvenne in piena umiltà, la seconda sarà in gloria e all’improvviso. La venuta dell’anticristo avverrà, penso, in modo sensazionale, anche perché è l’opposto di Cristo (per quanto concerne l'umiltà) e inoltre desidera imitarne il secondo avvento. Infatti, Paolo afferma che avrà luogo per l’azione efficace di Satana. Che cosa significa? Anche qui l’espressione “azione efficace” è la medesima di altri passi (Efesini 1:19, 3:7; Colossesi 1:29: 2:12) in cui è descritta, però, l’azione di Dio nell’uomo, espressione tradotta anche con il vocabolo “potenza”. L'espressione richiama l’idea di una forza sopranaturale che agisce nell’uomo. Pertanto, l’apparizione dell’anticristo non sarà semplicemente quella di un uomo comune, ma di una specie di superuomo in cui Satana avrà il pieno controllo. Infatti, con tutti i problemi che ci sono nel mondo e l’esclusione del Creatore dalla propria vita, l’umanità è pronta e bramosa ad accogliere l’essere che prometterà la risoluzione delle problematiche sociali, ambientali ed economiche. Sarà un uomo che si definirà un alieno (cioè venuto dal cielo) creatore dell’uomo, e che magari dimostrerà la veridicità delle sue affermazioni con dei segni (miracoli, prodigi)? Dal testo sembra di sì, tuttavia, l’apocalisse svela che egli è la bestia la quale sale dal mare. Molti pensano che il mare simboleggi le nazioni, e che quindi l’anticristo sorgerà da questo mondo. Certo, penso, però, che con l’ausilio d’opere bugiarde e sensazionali dimostrerà la sua natura “celeste” (o aliena?) poiché ambirà a occupare il posto di Cristo e quindi del Creatore incarnato pur avendo una natura terrena. Satana pur non essendo onnipotente, onnisciente e onnipresente, non è limitato, come gli uomini, nel suo agire. Inoltre ha al seguito e servizio miriadi di angeli decaduti. Certamente non è in grado di creare qualcosa dal nulla, però, manipolare il creato rientra nelle sue capacità, e naturalmente possiede una conoscenza molto superiore alla nostra.
Ricordate i prodigi compiuti dai maghi del faraone? Ecco, questo è un esempio di ciò che Satana riesce a fare: Ognuno di essi gettò il suo bastone e i bastoni divennero serpenti; ma il bastone d'Aaronne inghiottí i loro bastoni (Esodo 7:12). Essi imitarono l’opera di Dio. Non conosciamo l’elemento chimico con cui i bastoni dei maghi erano costituiti, ma nella fattispecie possiamo affermare che i maghi (tramite l’azione di Satana) produssero della materia vivente (serpenti) da materia inerte (bastoni). Nella Bibbia ci sono altri esempi (vedi i successivi passi del capitolo sette dell’Esodo). L’importante è aver compreso che Satana riesce a fare delle cose soprannaturali, sensazionali o inspiegabili.
Ciò che accadrà alla fine dei tempi lo descrisse anche Gesù: vi saranno grandi terremoti, e in vari luoghi pestilenze e carestie; vi saranno fenomeni spaventosi e grandi segni dal cielo (Luca 21:11). Di cosa parlava Gesù? Che cosa intendeva con segni dal cielo? Forse si riferiva al fenomeno ufologico e ai relativi insegnamenti, oppure semplicemente a dei fenomeni astronomici come il pianeta Marte che nell’estate del 2003 non era così luminoso (dovuto alla ravvicinata distanza dalla terra) da almeno sessantamila anni. Tuttavia Gesù non parlò soltanto di questi segni, ma riferì di falsi cristi e profeti e di uno in particolare: "Quando dunque vedrete l'abominazione della desolazione, della quale ha parlato il profeta Daniele, posta in luogo santo (chi legge faccia attenzione!), …. Allora, se qualcuno vi dice: Il Cristo è qui, oppure: È là, non lo credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti (Matteo 24:15-24). Gesù citò praticamente le parole del profeta Daniele che predisse di quest’uomo: Egli non avrà riguardo agli dèi dei suoi padri; non avrà riguardo al dio preferito dalle donne, né ad alcun dio, perché si innalzerà al di sopra di tutti. Ma onorerà il dio delle fortezze nel suo luogo di culto; onorerà con oro, con argento, con pietre preziose e con oggetti di valore, un dio sconosciuto ai suoi padri. Egli agirà contro le fortezze ben munite, aiutato da un dio straniero. Colmerà di onori quelli che lo riconosceranno, li farà dominare su molti e spartirà fra loro delle terre come ricompensa (Daniele 11:37-39). Quest’uomo non rispetterà alcuna religione conosciuta, ma onorerà il dio delle fortezze. Chi è questo dio delle fortezze? Beh, l’apostolo Paolo aprì uno scorcio riguardo a tal espressione: In realtà, sebbene viviamo nella carne, non combattiamo secondo la carne; infatti le armi della nostra guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di distruggere le fortezze, poiché demoliamo i ragionamenti e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, …. (II Corinzi 10:3-5). Pertanto, secondo le parole di Paolo le fortezze sono quei ragionamenti che si elevano orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, vale a dire tutto ciò che nega le realtà Divine, e quindi si sostituisce a Dio. Di conseguenza possiamo affermare che le parole di Daniele indicano l’anticristo come colui il quale darà credibilità (dato che gli onorerà) a ragionamenti (fenomeni ufologici o altre idee che negano Dio?) al punto tale da sostituirli a quelli Divini facendone un dio. Il dio delle fortezze rappresenterebbe quindi un ragionamento che nega la parola di Dio, e quindi tutto ciò che essa insegna. E le fortezze ben munite, cosa sono? Che cosa significa ragionamenti (fortezze) contro ragionamenti (fortezze ben munite)? Attualmente i ragionamenti ben muniti o fondati che negano la realtà di Dio si rinvengono nella fisica empirica. Certo, essa non dimostra a un credente l’inesistenza del Divino, né deve essere incriminata poiché ha contribuito al benessere dell’uomo, ma purtroppo l’incredulo la usa per offrire all’uomo un’occasione di sostituire il Creatore con il caso, cioè affermando che siamo frutto del caso. L’anticristo sconvolgerà la fisica empirica al punto tale da introdurla alla metafisica, però, d’origine diabolica. Per riuscirci l’anticristo si servirà di un dio sconosciuto. Chi sarà? Certamente non si tratterà di Dio, ma comunque di un essere per l’incredulo inesistente. Paolo lo definisce il dio di questo mondo: per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha accecato le menti, affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio (II Corinzi 4:4). Penso che Satana (dio straniero) donerà all’anticristo tutta la sua potenza pur di dare attendibilità alle menzogne ufologiche. La scienza empirica sarà ridotta da queste evidenze a fantascienza. A quel punto anche gli increduli, tuttora persone che esigono delle prove tangibili per smentire le loro certezze, saranno vittime di quel piano diabolico senza rendersene conto. Oggi si è disposti a credere in tutto, purché non sia richiesta la fede biblica. Questo è il punto debole dell’umanità. Satana lo conosce e ha iniziato a manifestare ciò che in molti desiderano, cioè la prova dell’inesistenza di Dio attribuendo la nostra origine a civiltà extraterrestri. Naturalmente Satana, abbiamo spiegato, non si presenterà per ciò che è (il maligno) ma si travestirà da angelo di luce (anticristo) per sedurre l’umanità e trascinarla all’inferno, il suo fine è soltanto questo, quindi, diabolico.
Fermatevi un attimo a riflettere, l’ufologia non ha nulla di scientifico (empirico), tutto poggia su delle supposizioni le quali la trasformano soltanto in fantascienza. Siate obiettivi, il dischismo nacque soltanto con l’avvento della narrativa fantascientifica, e pertanto molti avvistamenti o contatti non fanno altro che rispecchiare questi racconti. Satana ha colto soltanto l’occasione che di oggettivo non ha nulla all’infuori delle manifestazioni diaboliche. Non siate vittime dell’inganno che egli sta tramando e preparando!

In conclusione desidero precisare che questi post (etichettati “ufologia”) non sono una profezia o un’esegesi escatologica ma semplicemente un’analisi biblica del fenomeno ufologico.

P. S. scusate l’estensione del post ma era importante per me e per voi non perdere il filo del ragionamento.

mercoledì 25 febbraio 2009

L’ufologia (parte 4 - un inganno)

Gli interessati dei cosiddetti incontri ravvicinati del terzo tipo (o abduction – dall’inglese rapimento) raccontano d’essere stati vittime di entità con facoltà sopranaturali come la telepatia, telecinesi, ipnosi o con la capacità di smaterializzarsi. Tutto questo ci mostra d’avere a che fare con degli esseri spirituali e non alieni (almeno nel senso comune del termine). Molti rapiti hanno delle reazioni e attitudini riscontrabili nei posseduti. Alcuni addirittura ammettono che l’essere alieno è ospite nel proprio corpo. Inoltre, l’ufologia mostra delle analogie sorprendenti con l’occultismo e lo spiritismo, palesandoci che il tutto nasconde come sempre lo stesso personaggio, Satana.
Il classico messaggio degli alieni è che sono i nostri creatori e desiderano salvarci dall’autodistruzione. È questa menzogna che dà origine alla strategia di Satana, essa non è cambiata nel corso dei millenni. La Bibbia afferma che egli è il padre della menzogna: Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna (Giovanni 8:44).
La sua strategia (per la conquista del mondo e degli uomini) consiste proprio nel negare l’esistenza del Creatore. SostituirLo con degli esseri simili a noi, conduce l’uomo a negare il vero Creatore, e, quindi, l’allontanamento dalla Sua Parola e volontà. E in questo Satana adopera sempre la stessa tattica. Qual è? La medesima con cui sedusse i nostri progenitori, cioè inducendo il dubbio.
Il desiderio della conoscenza è nella natura dell’uomo, ma egli è disposto soltanto a credere nel momento in cui vede e quindi ha prova dei fatti. Satana ha iniziato con le apparizioni d’altri esseri viventi a fornire all’uomo delle prove (inerente ad altri creatori), in cui i suoi angeli (demoni) recitano la parte degli alieni.
Biblicamente da cosa comprendiamo che è una menzogna? Gli alieni affermano d’essere i nostri creatori, mentre la Bibbia asserisce che Dio non solo è il nostro Creatore ma lo è anche dell’intero universo. La Scrittura svela le origini dell’intero cosmo attribuendolo a Dio, mentre gli alieni non riescono ad andare oltre le nostre origini come individui, e così Satana cerca di sostituirsi al Creatore. Pertanto, il padre della menzogna (Satana) ha messo in giro una bugia, avvalorata da prove (avvistamenti ufo, contatti con civiltà extraterrestri) che agli occhi delle persone può dare credito al fenomeno ufologico (e tutto ciò che esso implica) ma che, in effetti, poggia su una menzogna. Così gli angeli o i demoni (alieni buoni o cattivi) del racconto biblico diventano semplicemente degli esseri extraterrestri con una tecnologia avanzatissima, che in tempi remoti crearono l’uomo e in alcuni periodi della storia lo rivisitarono.
Questa è una trappola di Satana che sta dando il corso a un grande inganno, poiché egli è un eccellente attore in grado di travestirsi: Non c'è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce (II Corinzi 11:14). Pur di conquistare più anime possibili non si esime dal travestirsi magari in ciò che l’uomo crede o suppone (civiltà aliene) e desidera. Ecco perché ci sono così tante analogie con i testi biblici nel fenomeno ufologico. E’ una sua tattica mischiare la verità (contenute nella Bibbia) con la menzogna. Fu in questo modo che sedusse la donna nel giardino dell’Eden: Il serpente disse alla donna: "No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male" (Genesi 3:4-5). Egli non negò le parole di Dio ma aggiunse una menzogna a esse. Oggi si sta ripetendo il medesimo inganno. E non essendo riuscito a negare con la scienza la realtà del Creatore, sta tentando di compierlo con la fantascienza.
Pensateci, sin da bambini siamo bombardati con racconti fantascientifici in cui si narra di esseri d’altri mondi pronti a salvare l’umanità dall’autodistruzione. È in atto un vero e proprio indottrinamento di queste idee fantasiose. Non c’è da meravigliarsi se poi Satana o i demoni nelle loro apparizioni (in veste d’alieni) adoperano delle analogie bibliche pur di convincere l’uomo. L’uomo purtroppo, vittima della sua stessa incredulità, è pronto a credere a qualsiasi cosa si presenti tangibile. Gesù invece affermò altro: Mentre la gente si affollava intorno a lui, egli cominciò a dire: "Questa generazione è una generazione malvagia; chiede un segno ma nessun segno le sarà dato, tranne il segno di Giona (Luca 11:29).
Un credente non richiede dei segni, perché possiede la parola di Dio, la quale è l’unico segno affidabile per chiunque si accosta a essa con fede. Cristo citò come segno la storia di Giona, un profeta che scrisse di Lui. Anche noi oggi abbiamo i testi da cui comprendere i segni dei tempi e della verità (ossia la possibilità di distinguere la verità dalla falsità). La richiesta di un segno mostra soltanto tutta la nostra incredulità. Non permettiamo che il più grande truffatore della storia agisca in noi. Nel prossimo post cercheremo di comprendere i segni con cui Dio mostra lo scopo finale di Satana che si serve del fenomeno ufologico per ingannare l’umanità.

lunedì 23 febbraio 2009

L’ufologia (parte 3 - mondo e mondi)

Nell’ultimo post abbiamo reso l’idea di cosa significhi esplorare lo spazio. Raggiungere delle ipotetiche civiltà al di fuori del nostro sistema solare comporta dei problemi insormontabili. Nonostante ciò esistono delle testimonianze e dei documenti che riguardano oggetti volanti non identificati. Luci che appaiono, spariscono e/o che compiono delle manovre con accelerazioni e decelerazioni incompatibili per un essere umano. Ci sono i crop circles che in molti casi non trovano una spiegazione oggettiva. Testimonianze di rapimenti subiti da esseri alieni. Come spiegare tutti questi fatti?
Beh, se tutto ciò non è opera dell’uomo, di Dio e nemmeno di alieni, possiamo affermare che l’artefice è Satana. Questa non è una conclusione ingenua del solito predicatore di turno, bensì una spiegazione rinvenibile nel testo biblico. Ma è proprio la Bibbia che narra delle storie compatibili con l’ufologia, potrebbe obbiettare qualcuno. Quali sono questi passi? Non staremo qui a elencare e commentare tutti i passi cui gli ufologi fanno riferimento. Però, per comprendere a cosa mi riferisco ne citerò alcuni: la visione nel primo capitolo del libro d’Ezechiele; il rapimento d’Elia nel secondo capitolo del secondo libro dei Re; la nuvola che accompagnò gli Ebrei nell’Esodo; la trasfigurazione di Cristo o l’esperienza di Paolo sulla via per Damasco.
Innanzitutto il problema nasce perché l’approccio avviene con un errato preconcetto, ossia ritenendo i fenomeni il frutto di civiltà aliene. Il fatto che i suddetti passi abbiano delle analogie con dei fenomeni ufologici non avvalora tale tesi. Il testo biblico non parla per nulla di esseri d’altri mondi. Nonostante ciò il verso due dell’Epistola agli Ebrei adopera il plurale in riferimento al vocabolo “mondo”. E nel secondo capitolo dell’epistola ai Filippesi (verso dieci) si parla di diverse creature. Che cosa s'intende con queste parole?
Ebbene, leggendo il verso successivo del nominato capitolo dell’epistola agli Ebrei, possiamo notare che le creature di codesti mondi sono degli angeli. E’ vero l’epistola ai Filippesi ci svela che esistono diverse creature, nella fattispecie quelle celesti (angeli), terrestri (uomini) e sotterrane (demoni), ma questo non significa che esistono delle civiltà aliene. Perché si parla di mondi? Proprio poiché questi esseri occupano e hanno accesso a dimensioni diverse. Per capirci, noi occupiamo e percepiamo una realtà in cui esistono tre dimensioni spaziali (lunghezza, altezza e profondità) e una temporale (tempo costituito dal passato, presente e futuro), e, pertanto, questo è il nostro mondo. Gli esseri (angeli e demoni) degli altri mondi hanno, essendo degli spiriti, accesso ad altre realtà non raggiungibili da noi, in cui magari esistono molte altre dimensioni (spaziali e temporali). I nostri limiti fisici non ci permettono d’andare oltre (nella percezione) la realtà che ci circonda. Gli angeli e i demoni, invece, essendo degli spiriti, possono viaggiare nello spazio a grandissima velocità, e riescono, inoltre, ad assumere sembianze umane (Genesi 19:13, Giovanni 20:2) permettendo così ai nostri sensi di percepirli.
Queste sono le uniche creature di cui parla la Bibbia, ad eccezione naturalmente del mondo animale. Notate che ho usato il termine “mondo animale” (o meglio, regno animale) e questo ci mostra il senso di tal espressione usata nella Bibbia. Essa non parla d’altre civiltà extraterrestri, come vorrebbero far credere gli ufologi.
L’uomo rifiuta l’esistenza del Creatore e delle Sue creature celesti, ma è pronto a credere ad apparizioni di esseri che si definiscono civiltà aliene, pur di non sottomettersi alla volontà di Dio. Gli angeli pur avendo facoltà d’accesso a un’altra realtà, vivono anche in mezzo a noi: Perciò la donna deve, a causa degli angeli, avere sul capo un segno di autorità (I Corinzi 11:10). Lo stesso vale per gli angeli decaduti (demoni) che svolgono, però, un lavoro diametralmente opposto a quello degli angeli, cioè sono al servizio di Satana: Gesú gli domandò: "Qual è il tuo nome?" Ed egli rispose: "Legione"; perché molti demòni erano entrati in lui (Luca 8:30).
Possiamo concludere, affermando che non siamo soli nell’universo, perché Dio creò (in tempi molto lontani dalla nostra realtà) oltre all’uomo altri esseri viventi (gli angeli) con delle facoltà completamente diverse da noi. Ma alloro se le citate entità non sono d’origine extraterrestre qual è lo scopo di quest’attività apparentemente aliena? Lo vedremo nel successivo post.

sabato 21 febbraio 2009

L’ufologia (parte 2 - distanze invalicabili)

Puoi tu, come lui, distendere i cieli e farli solidi come uno specchio di metallo? (Giobbe 37:18)

Quant’è plausibile una civiltà extraterrestre? Molti risponderanno che l’universo è troppo grande perché ospiti soltanto la nostra razza. E’ vero, il cosmo è veramente immenso. É proprio questa particolarità che pone, però, un primo ostacolo all’esplorazione cosmica per qualsiasi civiltà.
Anche cento anni fa era impensabile un allunaggio, potrebbe obbiettare qualcuno. Sì, ma la distanza fra la terra e la luna è ancora tecnologicamente colmabile, così come lo è per raggiungere Marte. Uscire invece dal nostro sistema solare pone delle difficoltà insormontabili. Inoltrarci al di fuori del nostro sistema solare comporta confrontarsi con distanze enormi. Un miliardo di chilometri sono soltanto una goccia nell’infinito spazio.
La stella a noi più prossima (Alpha Centauri) dista 4,3 anni luce. Avete idea a quanti chilometri ammonta una simile distanza? A circa 40'678 miliardi di chilometri. Quindi anche se viaggiassimo a una velocità pari a quella della luce (circa 300'000 km/secondo) impiegheremmo comunque 4,3 anni per raggiungerla. Purtroppo il nostro corpo possiede dei limiti fisici non oltrepassabili. Dobbiamo precisare che non sopravvivremmo a un’accelerazione tale da raggiungere la velocità della luce in pochi secondi o giorni. Dovremmo sottoporci a un’accelerazione e decelerazione progressiva, tale da prolungare il nostro viaggio almeno di due anni. Una distanza che rimarrebbe comunque accettabile, ma se dovremmo raggiungere la galassia più vicina (Andromeda) i tempi si prolungherebbero di tantissimo. Infatti, impiegheremmo circa 2,3 milioni d’anni, un periodo enorme considerando la vita media di un uomo.
Un altro limite fisico consisterebbe nel fabbisogno d’energia necessaria per spingere un’ipotetica astronave a una velocità prossima a quella della luce, in sostanza irrealizzabile (provate a cimentarvi con la più celebre formula della relatività e = mc² per capirne la realtà). Non dimentichiamo che superare la velocità della luce è secondo la teoria della relatività speciale di Einstein impossibile. Pertanto, l’universo per come lo conosciamo ci pone di fronte a dei limiti invalicabili. Per alcuni un modo per eluder l’inviolabilità della velocità della luce può essere ricercato nei buchi neri. Supponendo che la materia in un buco nero non sia compressa all’infinito ma ruoti e, quindi, sbuchi fuori da qualche altra parte, potremmo dedurre che coprirebbe distanze enormi (anche miliardi d’anni luce) in un periodo di tempo insignificante.
Quest’ipotetica via di transito fu definita “ponte o tunnel di Einstein – Rosen” (detto anche in inglese wormhole), coniato dal nome di Einstein e il suo collaboratore Rosen quando posero le basi teoriche di questo concetto. Nonostante ciò molti fisici pensano, incluso Stephen Hawking, che ci sia qualcosa nelle leggi della fisica che impedisca un ipotetico viaggio spaziotemporale. Anche se la materia emergesse altrove nello spazio, ciò implicherebbe che non potrebbe entrarci senza essere ridotta in frantumi, e nella fattispecie in particelle subatomiche, e, quindi, cosa uscirebbe dal lato opposto? Recenti studi hanno condotto Stephen Hawking a ipotizzare che entrando in un “wormhole” come materia se ne potrebbe uscire sotto forma di radiazione termica, conclusione certamente disastrosa per dei viaggi intergalattici. Purtroppo decenni di martellamento cinematografico, in cui facilmente si narrava di viaggi spaziotemporali, hanno distorto un po’ la realtà cui siamo legati. Tutto ciò dovrebbe condurci a riflettere. Non sono le parole di questo post a mostrarci l’impossibilità dei viaggi spaziotemporali ma la fisica, quella empirica.
Se il nostro corpo fosse composto di fotoni, potremmo forse iniziare a pensare a viaggi intergalattici pur essendo costretti a viaggiare in perpetuo alla velocità della luce, pertanto, iniziamo a prendere coscienza della realtà, non lasciandoci illudere da racconti fantascientifici. Il verso in epigrafe rivela tutta la nostra inadeguatezza nel manipolare ciò che Dio creò. Meditiamoci!

mercoledì 18 febbraio 2009

L’ufologia (parte 1 - introduzione)

Nei successivi post ci occuperemo di quest’argomento molto conosciuto e dibattuto. La scienza ufficiale non nega il fenomeno ma per il momento non lo considera riconducibile a forme d’intelligenza extraterrestre. Gli avvistamenti UFO (Unidentified Flying Object - oggetto volante non identificato) formano ormai una casistica consistente. L’aeronautica militare offre sul proprio sito una statistica decorrente dall’anno duemilauno in poi.
Sono milioni gli avvistamenti UFO nel mondo, molti riconducibili a fenomeni naturali o aerospaziali. Riamane comunque nell’ignoto una cospicua casistica. L’ufologia è correlata anche al fenomeno dei crop circles. Essa studia inoltre i cosiddetti contatti ravvicinati del terzo e quarto tipo. Come spiegare questi fenomeni? Sono eventi reali? Esiste una spiegazione biblica? Molti pensano che la Bibbia narri alcuni fatti e avvistamenti ufologici. Ma è veramente così? Si possono accostare, come fanno alcuni, certi passi biblici a fenomeni UFO? Cercheremo di rispondere nei prossimi giorni a tali quesiti.

lunedì 16 febbraio 2009

Le caratteristiche del Creatore (parte 7 - immutabilità)

"Poiché io, il SIGNORE, non cambio; perciò voi, o figli di Giacobbe, non siete ancora consumati (Malachia 3:6). Gesú Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno (Ebrei 13:8).
Cosí Dio, volendo mostrare con maggiore evidenza agli eredi della promessa l'immutabilità del suo proposito, intervenne con un giuramento; (Ebrei 6:17).


Oggi termineremo l’argomento. I versi in epigrafe rivelano l’ultima proprietà in esame del Creatore, ossia l’immutabilità. Viviamo in una realtà continuamente in evoluzione, la geografia terrestre e astronomica, le culture, la tecnologia, le persone ecc.. Per quanto ci riguarda possiamo affermare che il tempo condiziona la nostra natura in continuo cambiamento. Anche volendo, non riusciremmo ad arrestate questo processo, ossia quello dell’invecchiamento. La medicina ha fatto degli enormi progressi, ma questo non interrompe il processo d’invecchiamento. Non siamo immortali! Il progresso ha soltanto permesso il prolungamento d’alcuni anni della vita media dell’uomo. Questo perché la nostra natura non è immutabile.

Nemmeno il nostro sistema solare è immutabile. L’astrofisica ipotizza che il nostro sole continuerà il suo ciclo di fusione nucleare (trasformazione dell’idrogeno in elio) per circa altri 4,5 miliardi d’anni, dopodiché si espanderà a dimensioni tali da sfiorare la terra inghiottendola (dovuto alla sua enorme massa e quindi forza di gravità) insieme agli altri pianeti circonvicini. A quel punto essa diverrà una cosiddetta gigante rossa, più fredda ma 10'000 volte più brillante, rimanendo tale per altro mezzo miliardo d’anni, per poi contrarsi in una nana bianca raffreddandosi in seguito per diversi miliardi d’anni. Alla fine della sua evoluzione essa sarà una nana nera incapace d’ulteriori cambiamenti. Le stelle invece con dimensioni otto volte o più del Sole hanno un epilogo differente, poiché si trasformeranno in una supergigante rossa per poi sfociare in una supernova (esplosione violentissima e talmente luminosa da essere visibile da una parte all’altra dell’universo).

Nulla di ciò che ci circonda, è immutabile. Soltanto il Creatore possiede questa caratteristica. In che modo Egli è immutabile? In tutti i sensi! Egli è immutabile nel tempo, essendo eterno. Egli è immutabile nelle Sua potenza e conoscenza, essendo onnipotente e onnisciente, pertanto la Sua infinità è immutabile. Egli è immutabile nel Suo amore, esso non cambia e non può mutare nei confronti dell’uomo, così come non può cambiare la Sua fedeltà e giustizia, poiché è Colui il quale esclama: …. "Sí, io ti amo di un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà (Geremia 31:3). Il mondo, la natura, le civiltà e le persone con i suoi affetti cambiano, ma il Creatore rimane lo stesso ieri, oggi e in eterno! E se qualcuno è rimasto ferito dal cambiamento d’affetto nei suoi confronti da parte di una persona (o persone) a lui vicina, può ricorrere all’Immutabile. Poiché Egli è l’Eterno, l’Onnipotente, l’Onnisciente, Amore, il Fedele, il Giusto, Creatore dell’universo visibile e invisibile!

Forse pensi che la tua situazione sia immutabile o irreparabile. Eppure, Colui che ci ha creati rimane l’Immutabile, pronto a cambiare ciò che a te può sembrare impossibile. Devi soltanto esercitare la tua fede: "Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me (Giovanni 14:1)! Perché: In quel giorno non mi rivolgerete alcuna domanda. In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà (Giovanni 16:23). Non fare alcuna domanda, devi unicamente credere nell’esaudimento della tua richiesta!

sabato 14 febbraio 2009

Le caratteristiche del Creatore (parte 6 - giustizia)

Il SIGNORE è lento all'ira e grande in bontà; egli perdona l'iniquità e il peccato, ma non lascia impunito il colpevole e punisce l'iniquità dei padri sui figli, fino alla terza e alla quarta generazione (Numeri 14:18).

Perdona l’iniquità e il peccato ma non lascia il colpevole impunito! Questo verso mostra molto concisamente la giustizia di Dio, attributo poco gradito e rigettato. Per l’uomo non è bello pensare a un Dio che giudicherà e infliggerà una condanno pur avendola fatta franca nella vita. L’obbiezione di molti è che Egli essendo amore non può o potrà punire le Sue creature.
Il nostro codice penale prevede per ogni reato una pena. Sarebbe giusto lasciare impunito un reo? Non penso, poiché regnerebbe l’anarchia. Nessuno vorrebbe vivere in un mondo in cui tutti farebbero ciò che gli pare. Sarebbe invivibile da tutti i punti di vista, un caos, infelicità e tristezza ovunque.
Siamo abituati nella nostra civiltà a considerare diversi gradi di pena o sanzioni, in proporzione al reato commesso. Nel “diritto” Divino però è previsto soltanto un reato, ossia il peccato. Che cosa è il peccato? … il peccato è la violazione della legge (I Giovanni 3:4). La violazione di uno o più precetti di Dio comporta sempre la stessa pena: … il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesú, nostro Signore (Romani 6:23).
La pena del peccato è la morte, quella eterna. E in questo il Creatore è irremovibile, chiunque sarà giudicato colpevole subirà la morte eterna.
La Bibbia mostra quest’aspetto molto chiaramente ed esplicitamente nell’A.T., senza alcuna eccezione. La santità di Dio non tollera ciò che non appartiene alla Sua natura, il peccato. I testi veterotestamentari descrivono molto bene l’intolleranza di Dio nei confronti del peccato, e in alcune parti molto crudamente, ciò per: … servire da esempio e sono state scritte per ammonire noi, che ci troviamo nella fase conclusiva delle epoche (I Corinzi 10:11).
Non possiamo omettere questi aspetti della parola di Dio. Inganneremo noi stessi. Forse qualcuno persiste ancora nel pensare che quei giudizi e quelle parole furono rivolti agli ebrei dell’epoca, e quindi ciò non concerne gli uomini che vivono nel periodo di grazia. Anche in questo la Bibbia ci corregge e smentisce: Badate di non rifiutarvi d'ascoltare colui che parla; perché se non scamparono quelli, quando rifiutarono d'ascoltare colui che promulgava oracoli sulla terra, molto meno scamperemo noi, se voltiamo le spalle a colui che parla dal cielo; (Ebrei 12:25). Notiamo che il giudizio di Dio è inevitabile e certo. Tuttavia un Dio veramente e pienamente giusto deve offrire una possibilità di remissione, contrariamente non rispecchierebbe l’intero significato di quest’attributo. Infatti, il verso in epigrafe afferma che Egli non lascerà impunito il colpevole, escludendo così il penitente. Il citato verso della prima epistola ai Romani sostiene che il dono della vita eterna si acquisisce in Cristo Gesù. Come? La prima epistola di Giovanni lo mostra: Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità (I Giovanni 1:9). Inoltre, l’evangelo scritto dall’apostolo afferma: Gesú le disse: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; (Giovanni 11:25). Tutto qui! Abbiamo la possibilità d’ottenere la remissione dei nostri peccati semplicemente credendo nel sacrificio di Cristo e confessando i peccati a Dio. Pertanto: come scamperemo noi se trascuriamo una cosí grande salvezza? Questa, dopo essere stata annunziata prima dal Signore, ci è stata poi confermata da quelli che lo avevano udito, (Ebrei 2:3).
Non trascuriamo questa grazia che oggi c’è offerta, poiché Egli è giusto da rimetterci i peccati, ma altrettanto giusto da infliggerci la morte eterna. Non possiamo esimerci dalla giustizia Divina, essa implica una scelta per ognuno. Scegli la vita credendo in Lui, confessandogli i peccati, e accadrà qualcosa “d’impossibile” per il Creatore: "Non mi ricorderò piú dei loro peccati e delle loro iniquità" (Ebrei 10:17). Desideri che questo si realizzi nella tua vita? Credi nella giustizia del Creatore!

mercoledì 11 febbraio 2009

Le caratteristiche del Creatore (parte 5 - santità e fedeltà)

La Bibbia afferma che Dio è santo. Egli non solo è santo, ma è anche il Santo. I santi di cui parla la Bibbia furono resi tali da Dio. Chiunque può diventare santo, credendo nel Figlio di Dio. Il Creatore invece è santo nella Sua natura. Egli non può peccare, in Lui non c’è male, è separato dal male, e pertanto detiene l’assoluta purezza morale. Il termine ebraico nell’A. T. significa, infatti, separato, messo da parte. Rispetto all’uomo Egli è moralmente perfetto mentre l’uomo è peccatore, ossia Dio è perfetto, l’uomo è imperfetto, Dio è infinito, l’uomo è finito. Leggiamo cosa vide e udì l’apostolo Giovanni: E le quattro creature viventi avevano ognuna sei ali, ed erano coperte di occhi tutt'intorno e di dentro, e non cessavano mai di ripetere giorno e notte: "Santo, santo, santo è il Signore, il Dio onnipotente, che era, che è, e che viene" (Apocalisse 4:8). Non è una proprietà difficile da comprendere, gli uomini invece, spesso immaginano o pongono Dio sul proprio livello morale.

Il simbolo taoista Yin-yang non descrive la realtà divina. Egli non è in lotta perenne con il male, né contiene, come rappresentato nel simbolo, un po’ di male. Egli è perfetto, totalmente privo di male, è l’assoluto del bene. Il simbolo taoista non è minimamente applicabile o immaginabile nella concezione di santità Divina. Spero che abbiate compreso questa proprietà del Creatore.

Un altro attributo del Creatore è la fedeltà: Perciò anche quelli che soffrono secondo la volontà di Dio, affidino le anime loro al fedele Creatore, facendo il bene (I Pietro 4:19). Oggigiorno questa caratteristica non è molto riscontrabile nella società. Facciamo un classico esempio. Il giorno in cui una coppia si unisce in matrimonio, pronuncia una promessa di fedeltà. Questa spesso è violata dopo alcuni mesi o anni da parte di uno o entrambi i coniugi. Per futili motivi si rompe quella promessa proferita nel passato.
Ecco, Dio non è così, Egli mantiene i propri impegni e le promesse fatte. Non è infedele come le Sue creature: Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è colui che ha fatto le promesse (Ebrei 10:23). Questo non preclude che Egli infligga dei giudizi. E’ scritto che: Se chiama dèi coloro ai quali la parola di Dio è stata diretta (e la Scrittura non può essere annullata), (Giovanni 10:35). La Scrittura non può essere annullata, e dato che la Sua parola contiene sia le promesse e sia i giudizi, possiamo dedurre che nemmeno questi ultimi sono revocabili. Pertanto, la Sua fedeltà si estende anche ai giudizi. Quest’aspetto è sicuramente il meno gradevole, ma dobbiamo ammettere che la Bibbia lo presenta, e quindi come tale è un insegnamento per le Sue creature. Nonostante ciò le Scritture contengono una promessa che ci indica come evitare il giudizio: Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità (I Giovanni 1:9). La Sua santità esige la nostra purezza, ma la Sua fedeltà ci permette d’acquisirla. Prodighiamoci in questo, è realizzeremo questa promessa: Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, in un momento, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo trasformati (I Corinzi 15:51,52). Non c’è dubbio, infatti, Egli è: … Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con giustizia (Apocalisse 19:11).

lunedì 9 febbraio 2009

L’inno all’amore

L’amore è talmente importante è incisivo nella vita dell’uomo che la Bibbia gli dedica un inno (le parole fra parentesi sono dei commenti).


Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo (cioè inutile). Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla (poiché l’amore non si trova nella religione o conoscenza). Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente (perché l’Onnisciente non si lascia ingannare dall’ipocrisia). L'amore è paziente (in un mondo impaziente), è benevolo (in un mondo malevole); l'amore non invidia (in un mondo invidioso); l'amore non si vanta (in un mondo narcisista), non si gonfia (in un mondo orgoglioso), non si comporta in modo sconveniente (in un mondo immorale), non cerca il proprio interesse (in un mondo egoista), non s'inasprisce (in un mondo spietato), non addebita il male (in un mondo vendicativo), non gode dell'ingiustizia (in un mondo ingiusto), ma gioisce con la verità (in un mondo di falsità); soffre ogni cosa (in un mondo insofferente), crede ogni cosa (in un mondo incredulo), spera ogni cosa (in un mondo disperato), sopporta ogni cosa (in un mondo insopportabile). L'amore non verrà mai meno (l’uomo purtroppo sì). Le profezie (proferite da Colui che è amore per amore delle Sue creature) verranno abolite; le lingue cesseranno; e la conoscenza verrà abolita; poiché noi conosciamo in parte, e in parte profetizziamo; ma quando la perfezione sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolito. Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino; ma quando sono diventato uomo, ho smesso le cose da bambino. Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora vedremo faccia a faccia; ora conosco in parte (purtroppo l’uomo non è disposto nemmeno ad accogliere ciò che conosce in parte con la Bibbia); ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto (anche se ne siamo incoscienti). Ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza, amore; ma la più grande di esse è l'amore.


Viviamo in un mondo in cui l’amore è per il denaro, il potere, il piacere e, se stessi, tutto ci allontana da Colui che è amore, Dio. Nonostante ciò Egli continua ad amare l’uomo impaziente, malevole, invidioso, narcisista, orgoglioso, immorale, egoista, spietato, vendicativo, ingiusto, falso, insofferente, incredulo, disperato e insopportabile. Questo perché desidera donarci ciò che Lui è, amore. Per accoglierci nel Suo regno d’amore, unica virtù durevole che ci accompagnerà nell’eternità. Che l’amore di Dio possa animare atti e sentimenti amorevoli!

domenica 8 febbraio 2009

Le caratteristiche del Creatore (parte 4 - amore)

Dopo aver descritto nei precedenti post gli attributi assoluti di Dio, passeremo a quelli morali. Innanzitutto dobbiamo evidenziare che Dio è amore: Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore (I Giovanni 4:8). Perché? Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3:16). Chi di noi sarebbe disponibile a sacrificare l’unico figlio per salvare il proprio nemico? Sì, nemici perché tali eravamo o siamo a causa del peccato: … infatti, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo, tanto piú ora, che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita (Romani 5:10). Nonostante ciò: Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi (Romani 5:8). Penso che questi versi riassumano bene il significato dell’amore di Dio. Ma cosa esprime il vocabolo amore nella Bibbia? Il greco adopera tre parole per descrivere questo sentimento. Il primo è: eros, cioè l’amore passionale e sensuale o ideale (termine non presente nel testo geco del N. T.); mentre philia mostra l’amore disinteressato e contraccambiato tra un amico o fratello in Cristo; e infine ritroviamo il termine agape con cui si descrive l’amore Divino verso le proprie creature e che non esige alcun ricambio. Ecco, Dio possiede un amore agapico, e un credente dovrebbe nei suoi rapporti interpersonali adoperare lo steso tipo d’amore ambendo a rendere in parte ciò che si è ricevuto da Dio. L’amore Divino non pretende nulla, Egli desidera soltanto: Figlio mio, dammi il tuo cuore, e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie; (Proverbi 23:26). Non perché il Suo amore esige, ma affinché ciò ci ricongiunga con Colui che ci donò la vita, riempiendo i nostri cuori del Suo amore. Purtroppo questo sentimento ormai è associato soltanto al suddetto significato sensuale, e ciò mostra tutto l’egoismo umano il cui fine è unicamente il piacere. Una coppia che basa il loro amore soltanto sull’eros alla fine naufragherà. La relazione tra marito e moglie sicuramente esige anche un sentimento appassionato, ma cosa accadrà quando con l’andar del tempo (invecchiando) questo verrà meno? Ci si lascia? No, perché Egli ci dimostrò che l’amore è innanzitutto qualcosa di non contraccambiabile. Dio come nostro Creatore avrebbe potuto distruggerci. Ne possiede il diritto. Ma il fine della Sua creazione è quello d’aver comunione con la propria creatura. E per mostrarci tutto questo fu disposto persino a donare il Suo Figliuolo, un amore non contraccambiabile.
Molti però affermano che non può esistere un Dio d’amore in un mondo con una così dilagante violenza e disumanità. Tuttavia questo prova soltanto che l’uomo continua a ostinarsi nel rifiutare Colui il quale desidera riversare il Suo amore nei cuori degli uomini, cambiandone la vita e ottenendo così quello che neppure S. Freud riuscì a fare, trasformare un cuore di pietra in uno di carne, disponibile a rendere in parte al prossimo ciò che Egli ci ha donato, l’amore. Infatti, questa promessa è anche per te: Io darò loro un medesimo cuore, metterò dentro di loro un nuovo spirito, toglierò dal loro corpo il cuore di pietra, e metterò in loro un cuore di carne, perché camminino secondo le mie prescrizioni e osservino le mie leggi e le mettano in pratica; essi saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio (Ezechiele 11:19,20). Desideri che Egli compia quest’opera d’amore nella tua vita? Credi e, chiedendogli di compierlo, avverrà!

venerdì 6 febbraio 2009

Le caratteristiche del Creatore (parte 3 - onniscienza)

L’oggetto della nostra riflessione oggi sarà l’onniscienza di Dio. Un dizionario intende con questo vocabolo la conoscenza di tutte le cose. Mentre con il termine “tutto” che cosa si vuole indicare? Nell’ultimo post ho parlato d’alcune caratteristiche di Dio (onnipresenza ed eternità). Un essere con queste facoltà, cioè infinito nello spazio e nel tempo, non riuscirebbe a scrutare ogni cosa? La Bibbia è molto precisa inerente all’onnipresenza di Dio: Gli occhi del SIGNORE sono in ogni luogo, osservano i cattivi e i buoni (Proverbi 15:3).
L’onnipresenza implica la conoscenza di tutto ciò che accade ovunque. Questa conoscenza non si estende soltanto alle cose tangibili ma anche alle invisibili: Poiché la parola non è ancora sulla mia lingua, che tu, SIGNORE, già la conosci appieno (Salmi 139:4). Sì, Egli conosce persino i nostri pensieri sul nascere. Non possiamo nascondere nulla al Creatore: Egli svela le cose profonde e nascoste; conosce ciò che è nelle tenebre, e la luce abita con lui (Daniele 2:22). Quest’onniscienza si estende e comprende il passato, presente e futuro. Nulla è occultabile! Sono tantissimi i crimini impuniti e/o le azioni sleali rimasti coperti, ma non si può sfuggire all’onniscienza di Dio. L’impunità conduce molti a pensare al disinteresse o negazione del Divino. Però Cristo affermò l’opposto: Io vi dico che di ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; (Matteo 12:36). Ciò comporta una conoscenza assoluta. La nostra mente limita tutto alla nostra realtà, che giungerà all’epilogo inevitabilmente con la morte. Molti riescono a immaginare la realtà di un giudizio unicamente nell’arco della propria o altrui vita. La Bibbia, però, asserisce un'altra verità: Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio, (Ebrei 9:27). Usando un termine giuridico possiamo affermare che la morte rinvia a giudizio l’uomo. Nessuno può o potrà sottrarsi a tale giudizio. Questo giudizio non concederà alcun appello, sarà inappellabile e definitivo, come in un processo d’esecuzione in cui si dà seguito alla pena (nel caso di colpevolezza). L’onniscienza Divina renderà palese ogni cosa nascosta, nulla rimarrà nell’occulto, e tutti realizzeranno questa realtà che oggi magari molti negano. Se qualcuno si chiede come evitare l’ira di Dio, può leggere questi post.
Possiamo portarci nella tomba non so quanti segreti, tuttavia Egli ci attenderà nell’aldilà per manifestare ciò che credevamo sepolto con noi. Non sfidare la tua coscienza quando t’indica un’azione cattiva lasciando cadere tutto nel dimenticatoio. Il Creatore non è un essere che dimentica, anzi, rammenta e rammenterà a chiunque ogni cosa. Infine, se c’è qualcuno il quale non riesce a confidarsi con altri, sappia che non necessitiamo d’alcuna parola poiché: … tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa (Matteo 6:6).

mercoledì 4 febbraio 2009

Le caratteristiche del Creatore (parte 2 - infinità - onnipresenza - eternità)

La Bibbia ci rivela che Dio è eterno: Non lo sai tu? Non l'hai mai udito? Il SIGNORE è Dio eterno, il creatore degli estremi confini della terra; egli non si affatica e non si stanca; la sua intelligenza è imperscrutabile (Isaia 40:28); ma che ora è rivelato e reso noto mediante le Scritture profetiche, per ordine dell'eterno Dio, a tutte le nazioni perché ubbidiscano alla fede, (Romani 16:26). Che cosa significa eterno? Abbiamo già accennato a quest’argomento nel post intitolato l’infinito. Infatti, l’infinito è un altro attributo del Creatore: Ma è proprio vero che Dio abiterà sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non ti possono contenere; quanto meno questa casa che io ho costruita! (I Re 8:27). Eterno e infinito non esprimono il medesimo concetto? Beh, sembrerebbe di sì. Egli è infinito perché è eterno. Ma eterno in relazione a Dio non ha il medesimo significato applicabile all’uomo. Egli è eterno perché non ebbe inizio né fine avrà. Noi abbiamo la facoltà d’accedere alla vita eterna, e quindi vivere in eterno, nel senso che tale vita non avrà fine, così come non avrà fine la morte eterna (separazione eterna da Dio). Tuttavia questa vita ebbe o avrà un inizio. Dio non ebbe nessun inizio. Egli è il principio in relazione alla nostra realtà, poiché prima d’averla creata esisteva soltanto Lui. Il libro dell’Apocalisse c’è lo mostra con le seguenti parole: "Io sono l'alfa e l'omega", dice il Signore Dio, "colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente"(1:8). Possiamo notare che quest’eternità si estende nella nostra concezione temporale sia nel passato e sia nel futuro, mentre per l’uomo questo termine trova un riscontro soltanto in relazione al futuro. Il Creatore non è infinito soltanto in rapporto al tempo, ma anche per ciò che riguarda lo spazio. Il citato verso del primo libro dei Re (8:27) asserisce che non c’è spazio il quale possa contenerLo, e questo ci conduce a un ulteriore attributo di Dio, cioè, l’onnipresenza. Essendo lo spazio nella nostra concezione mentale infinito, in quanto tuttora inarrestabile nella sua espansione, possiamo affermare che Egli è infinito anche in rapporto allo spazio. La Sua presenza però non è limitata soltanto allo spazio che Lui creò, ma si estende anche all'aldilà (oltre il cosmo). Qualcuno potrebbe porre la stessa obiezione che un saggio cinese fece a un missionario cristiano: “Allora il tuo Dio è presente anche all’inferno”, ma il suo interlocutore replicò, “no, lì c’è la Sua ira”. Questo ci mostra che l’onnipresenza di Dio non va interpretata in senso panteistico.
In conclusione possiamo affermare che la caratteristica dell’infinito in relazione a Dio coinvolge tutto lo spazio (mostrandocene l’onnipresenza) e il tempo (dimostrandocene l’eternità), estendendosi (l’infinito) anche al di fuori della nostra realtà spaziotemporale. Egli non ha limiti in natura essendone il Creatore!

lunedì 2 febbraio 2009

Le caratteristiche del Creatore (parte 1 - invisibilità - onnipotenza)

Com’è il Creatore (Dio)? Invisibile, risponderanno in molti, dato che non l’abbiamo mai visto. Anche l’apostolo Paolo lo afferma scrivendo alla comunità di Colosse: Egli è l'immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura; (Colossesi 1:15). Questo è uno dei motivi per cui gli atei rifiutano l’esistenza di Dio. E’ sufficiente per rifiutarne la realtà? C’è un aneddoto i cui fatti si narra siano avvenuti in una classe della prima media.
Un professore interrogò gli alunni: “ Mi vedete?”, ed essi risposero: “Sì”, pertanto disse: ”In tal caso esisto”. Egli proseguì chiedendo: ”Vedete la lavagna?”, ed essi replicarono: “Sì”, pertanto ridisse: “Allora la lavagna esiste”. Continuò e chiese: ”Vedete il tavolo?”, ed essi risposero: “Sì”, perciò disse: “In tal caso il tavolo esiste”. Dopodiché chiese: “Vedete Dio’”, ed essi replicarono: “No”, e quindi affermò: “Allora Dio non esiste!” A quel punto un alunno intelligente si alzò dalla sedia e disse: “Riuscite a vedere la ragione del professore?”, e i compagni risposero: “No”, e l’alunno affermò: “Allora la ragione del professore non esiste!”
Il fatto che Egli è invisibile non prova la Sua inesistenza. In alcuni precedenti post ho cercato di descrivere come Dio si manifesta nella natura. Ne consegue che nel creato possiamo riconoscere una forma d’intelligenza superiore. Ma perché è invisibile? "Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità" (Giovanni 4:24). Egli essendo Spirito non è visibile. Inoltre disse: …. "Tu non puoi vedere il mio volto, perché l'uomo non può vedermi e vivere" (Esodo 33:20). Ricapitolando, la Bibbia ci rivela che Egli è invisibile essendo Spirito, e come tale non possiamo vederLo (nella Sua piena gloria) continuando a vivere. Potremmo concludere che la Sua invisibilità ci preserva dalla distruzione. Nonostante ciò Paolo nel citato verso ai Colossesi afferma che Cristo è l’immagine dell’invisibile Dio. Incredibile, Cristo rese possibile ciò che a noi era precluso, vedere l’immagine di Dio. Questo, però, non avvenne affinché avessimo un’immagine da adorare, in contraddizione ai Suoi comandamenti, ma per redimerci, capire e dimostrare come Egli è, cioè, amore. Se ammettiamo che Egli è il Creatore dell’universo possiamo riconoscere in Lui almeno un’ulteriore caratteristica, l’onnipotenza. Infatti, chi o cosa è in grado di riprodurre un universo così come oggi lo conosciamo? Niente e nessuno, questa è una proprietà che appartiene soltanto all’Architetto supremo. Però, non tutte le caratteristiche sono rinvenibili nel creato. Egli ne possiede altre. Per conoscerle dovremo rivolgerci alla Sua parola, e in ciò possiamo individuare uno dei motivi della necessità delle Scritture. Capirete che nei successivi post riprenderemo questo tema.