Non è sufficiente comprendere le parole del Signore, se poi non ne osserviamo i consigli. Praticare ciò che ci è stato suggerito non è meno importante dell’ascoltare e recepirne il significato. Tuttavia spesso capita d’ometterne i suggerimenti rispecchiando così una parabola di Gesù che narra diverse situazioni e motivazioni:
Egli insegnò loro molte cose in parabole, dicendo: "Il seminatore uscí a seminare. Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; gli uccelli vennero e la mangiarono. Un'altra cadde in luoghi rocciosi dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma, levatosi il sole, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridí. Un'altra cadde tra le spine; e le spine crebbero e la soffocarono. Un'altra cadde nella buona terra e portò frutto, dando il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi per udire oda" …….. "Voi dunque ascoltate che cosa significhi la parabola del seminatore! Tutte le volte che uno ode la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e porta via quello che è stato seminato nel cuore di lui: questi è colui che ha ricevuto il seme lungo la strada. Quello che ha ricevuto il seme in luoghi rocciosi, è colui che ode la parola e subito la riceve con gioia, però non ha radice in sé ed è di corta durata; e quando giunge la tribolazione o persecuzione a motivo della parola, è subito sviato. Quello che ha ricevuto il seme tra le spine è colui che ode la parola; poi gli impegni mondani e l'inganno delle ricchezze soffocano la parola che rimane infruttuosa. Ma quello che ha ricevuto il seme in buona terra, è colui che ode la parola e la comprende; egli porta del frutto e, cosí, l'uno rende il cento, l'altro il sessanta e l'altro il trenta" (Matteo 13:3-23).
È semplice capire che coloro i quali non comprendono la parola sono i protagonisti del terreno stradale. Possiamo anche ascoltare ciò che il Signore ci dice ma tuttavia essere distratti da non comprendere una parola. Forse a qualcuno capita addirittura di leggere la Bibbia ma con la mente chissà dove vagheggia non ricordando l’indomani nemmeno il capitolo oggetto della lettura. Qualsiasi frequenza o ampiezza del suono, scelta dal Signore, diverrà inutile. Pur avendone riconosciuto il timbro, non avremo capito nulla. Quant’anche avessimo compreso una parola, essa rimarrà inefficace, essendo esclusa dal contesto, di conseguenza sarà portata via dal nemico per mezzo della nostra negligenza, superficialità e apatia. Tutto questo evidenzia l’importanza dell’ascolto.
Il terreno roccioso rappresenta invece tutti quelli che ascoltano e comprendono il messaggio ma si fanno distogliere dai problemi della vita. Magari qualcuno dopo aver cercato consiglio dal Signore e aver ricevuto un messaggio che gli indica la via per uscire dal proprio bisogno, rinuncia a quel percorso poiché troppo doloroso e impegnativo, pur avendo provato la gioia della conoscenza di Dio. Ci si giustifica affermando di non aver compreso il messaggio, che il Signore non può volere un qualcosa di così difficoltoso e doloroso, gettando in via definitiva la spugna, tornando sfiduciati al punto di partenza. Notiamo che costoro non fanno altro d’aggravare il bisogno in cui si trovano, poiché rigettano i consigli ricevuti dal Signore, scelta la quale gli proietterà ulteriormente nello sconforto.
I protagonisti del terreno spinoso sono invece coloro i quali si lasciano distrarre dagli impegni e piaceri della vita. Ecco il classico esempio biblico: Un tale si avvicinò a Gesú e gli disse: "Maestro, che devo fare di buono per avere la vita eterna?" Gesú gli rispose: "Perché m'interroghi intorno a ciò che è buono? Uno solo è il buono. Ma se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti". "Quali?" gli chiese. E Gesú rispose: "Questi: non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso. Onora tuo padre e tua madre, e ama il tuo prossimo come te stesso". E il giovane a lui: "Tutte queste cose le ho osservate; che mi manca ancora?" Gesú gli disse: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi ciò che hai e dàllo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi". Ma il giovane, udita questa parola, se ne andò rattristato, perché aveva molti beni (Matteo 19:16-22). Quel giovane desiderò conoscere come acquisire la vita eterna, e si recò dal Signore per chiedere consiglio. Dal testo possiamo notare che egli ascoltò attentamente le parole di Cristo ma quando gli chiese di rinunciare a ciò cui era più legato, non diede seguito alle indicazioni del Signore. Comprese talmente bene le parole di Gesù da rimanerne rattristato, forse perché si attendeva una risposta conforme ai propri desideri e piaceri. L’uomo non è cambiato durante i secoli. Molti oggi desiderano udire la voce di Dio, ed Egli non rimane in silenzio, ma propone i Suoi consigli con tanta pazienza. E nonostante costoro hanno compreso le parole di Dio, rinunciano a percorrere il sentiero indicato dal Signore poiché troppo legati a ciò che tale percorso imporrebbe d’abbandonare, rimanendo così nella tristezza pur avendo udito la voce di Dio.
Infine nella parabola abbiamo la rappresentazione di chi ha ascoltato, compreso e intrapreso il percorso indicato da Dio, praticando la parola consigliata dal Signore. Quella parola non resterà sterile ma produrrà ciò per cui fu proferita: ….. Nessuna delle mie parole sarà più differita; la parola che avrò pronunziata sarà messa ad effetto, dice il Signore, l'Eterno" (Ezechiele 12:28). La nostra fede nelle parole di Dio permetterà di realizzare ciò che quel messaggio avrà promesso. Sperimenteremo cosa significa conoscere e ubbidire alla voce del Signore, anche se questo comporterà confrontarci con le nostre paure o rinunciare a qualcosa di valore e di piacevole per noi.
In conclusione possiamo affermare che Dio parla. Dipende da noi ascoltare e recepire ciò che Egli comunica, e soprattutto poi praticare quanto riferitoci, affinché le parole di Dio non rimangano prive d’effetto. Non decliniamo ciò che Egli ha da dirci ma sforziamoci di conoscere la voce di Dio per essere pronti in tutto quello che la vita ci riserverà. Egli è un Padre fedele che desidera conversare con i Suoi figli, pertanto ascoltiamo ciò che il Creatore (nel caso in cui non ti consideri un Suo figlio) ha da dirci, poiché Egli è l’unico Dio (che parla)!
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