domenica 24 maggio 2009

Creatore e creature, una differenza che può condurre all'idolatria! (parte 1)

… essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen. (Romani 1:25)

L’apostolo Paolo scrivendo ai credenti di Roma, all’epoca capitale dell’impero romano e centro del mondo, evidenziò una realtà attuale più che mai. Tale città e cultura era immersa totalmente nel paganesimo, così come la vicina e sfiorente cultura greca. I loro pantheon annoveravano moltissimi dèi cui essi offrivano il proprio culto rappresentati con sembianze antropomorfe che Paolo ebbe modo di scoprire nel suo secondo viaggio missionario. Queste due civiltà furono le ultime due egemonie della storia antica. Ciò ha molto influenzato anche la nostra civiltà e cultura.
Alcuni potrebbero obbiettare che l’occidente non ha più nulla da condividere con le suddette civiltà, poiché fu cristianizzato sin dagli inizi del IV secolo D. C. da Costantino. Eppure alla luce delle Scritture possiamo osservare che l’odierna società non si discosta poi tanto dalla verità espressa nel verso in epigrafe. Oggi l’occidente pur definendosi cristiano continua a servire e adorare la creatura al posto del Creatore, così come avviene nelle diverse religioni orientali, pertanto, la società versa tuttora nell’idolatria.
Ma che cos’è l’idolatria? Mosè lo scrittore della legge, nell’illustrarla e spiegarla al popolo d’Israele, fornì la definizione d’idolatria: Siccome non vedeste nessuna figura il giorno che il SIGNORE vi parlò in Oreb dal fuoco, badate bene a voi stessi, affinché non vi corrompiate e non vi facciate qualche scultura, la rappresentazione di qualche idolo, la figura di un uomo o di una donna, la figura di uno degli animali della terra, la figura di un uccello che vola nei cieli, la figura di una bestia che striscia sul suolo, la figura di un pesce che vive nelle acque sotto la terra; e anche affinché, alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna, le stelle, tutto l'esercito celeste, tu non ti senta attratto a prostrarti davanti a quelle cose e a offrire loro un culto, perché quelle sono le cose che il SIGNORE, il tuo Dio, ha lasciato per tutti i popoli che sono sotto tutti i cieli (Deuteronomio 4:15-19).
Il primo verso di questo passo chiarisce senza ombra di dubbio che è proibito rappresentare il Creatore in quanto Egli è Spirito e, quindi, non visibile. Qualcuno potrebbe pensare che questo divieto non vale per il Suo Figliuolo poiché dovette incarnarsi affinché ottenessimo salvezza. Ma la Bibbia non fa eccezioni, né possiamo rinvenire in essa (N. T.) delle testimonianze in cui Cristo fu rappresentato in forma umana e per mezzo della quale Lo si adorava. Non ci fu nemmeno l’intenzione d’adorare la Sua reliquia nei pochi giorni in cui rimase nella tomba, poiché l’insegnamento era chiaro e ben delineato dalla Legge e dagli insegnamenti di Cristo: Dio è Spirito; e quelli che l'adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità" (Giovanni 4:24). Dio va adorato in spirito, cioè dal profondo del nostro spirito adoriamo l’Invisibile (perché Spirito) Dio, e in verità, pertanto con sincerità escludendo qualsiasi formalismo. Purtroppo l’uomo non si limita soltanto a questo, ma ha addirittura assegnato al Creatore una madre, la madonna.
Affermare che la madonna è la madre di Dio equivale a una bestemmia. Il Creatore non può avere una madre, contrariamente che creatore sarebbe se avesse una madre e, quindi, inizio? Cristo è vero uomo e vero Dio. La Sua umanità ebbe inizio con il concepimento per mezzo dello Spirito Santo nella vergine Maria. La Sua divinità, però, non ebbe un inizio, poiché altrimenti non sarebbe Dio. Ci ritroveremmo di fronte ad una creatura e non al Creatore così come ci rivelano le Scritture. Egli è Dio poiché è eterno, cioè la Sua essenza divina non ebbe inizio e non avrà fine. Certamente il Suo corpo aveva bisogno di una madre e in ciò Maria fu assolutamente fedele. Però non rinverrete passo biblico in cui il Signore usò la parola “madre” nei confronti di Maria, Egli non la adoperò mai. Particolarità certamente non irrilevante.
Di conseguenza è sbagliato definire Maria la madre di Dio, tuttavia non è errato affermare che Maria fu la madre di Gesù, anche se Egli in un’occasione rigetto questo termine senza con questo però negarne la maternità: E uno gli disse: "Tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori che cercano di parlarti". Ma egli rispose a colui che gli parlava: "Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli?" E, stendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: "Ecco mia madre e i miei fratelli! Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre" (Matteo 12:47-50).
Sostenere che Maria è la madre di Dio equivale a negare la divinità di Cristo, dottrina ben esposta nelle Scritture e difesa con vigore dalla chiesa, però sorreggendo entrambe le tesi si entra inconsapevolmente in contraddizione a discapito della divinità di Gesù Cristo esposta chiaramente nella Scrittura.
Desidero terminare con una domanda, stiamo facendo la volontà del Padre o ci siamo fatti la figura di qualcosa per metterla al posto che appartiene unicamente a Dio? Forse qualcuno replicherà affermando che crede a ciò che vede, quindi, i miracoli, per l’intercessione di un santo o di Maria, dimostrano la veridicità della loro fede. È così? Lo vedremo nel successivo post.

P. S. Ringrazio Davide il primo sostenitore del blog e anche Talesky che è stato il secondo commentatore. Per me è un incoraggiamento, grazie!

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