mercoledì 25 marzo 2009

"IO SONO"!

…. Gesú, ben sapendo tutto quello che stava per accadergli, uscí e chiese loro: "Chi cercate?" Gli risposero: "Gesú il Nazareno!" Gesú disse loro: "Io sono". Giuda, che lo tradiva, era anch'egli là con loro. Appena Gesú ebbe detto loro: "Io sono", indietreggiarono e caddero in terra. (Giovanni 18:4 – 6)

Non fu la prima volta che Cristo adoperò l’espressione “Io sono”. Che cosa significava? Nell’A.T. possiamo notare che soltanto Dio affermò d’essere l’”Io Sono”. Mosè chiese a Dio quale fosse il Suo nome, ed Egli rispose: … Poi disse: "Dirai cosí ai figli d'Israele: l'IO SONO mi ha mandato da voi" (Esodo 3:13-14). Se il conosciutissimo tetragramma YHWH palesa uno dei nomi di Dio, l’espressione ”Io Sono” ne rivela il significato. Infatti, Egli è, e non era o sarà ma è.
Vediamo cosa scrisse lo scrittore agli Ebrei: Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano (Ebrei 11:6). Sì, bisogna credere che Egli è, cioè che è l’”Io Sono”. In effetti, chi all’infuori dell’Onnipresente, Onnisciente e Onnipotente può fare una tale affermazione? Il nostro “io sono” non va oltre l’istante in cui lo pronunciamo, perché è irremovibilmente preceduto dall’”io ero” ed è seguito dall’”io sarò”. Nessuno riesce a esistere all’infuori di questa realtà temporale. Il Creatore è l’unico che trascende il tempo, e pertanto il solo a poter affermare d’essere l’”Io Sono”. Di conseguenza Egli è l’”Io Sono” del passato e del futuro. È difficile da comprendere per noi che conosciamo soltanto una realtà come la nostra.
Eppure Cristo affermò ciò di se: Gesú disse loro: "In verità, in verità vi dico: prima che Abraamo fosse nato, io sono" (Giovanni 8:58). Con tali parole Egli non fece altro che affermare d’essere il Dio d’Abramo, d’Isacco e di Giacobbe, lo stesso Dio con cui Mosè conversò. I Giudei sapevano benissimo cosa significasse quest’espressione (YHWH), tecnicamente è il participio del verbo essere (in greco è tradotto con “egò eimi”) e, pertanto, attribuirsi "l'io sono" equivaleva a una bestemmia che era punita con la morte. Difatti, in quell’occasione cercarono di lapidarlo senza, tuttavia, riuscirci. Comprendiamo che quest’espressione era in allusione al nome di Dio, di conseguenza Cristo affermava d’essere YHWH, dato che è una caratteristica appartenente soltanto a Dio.
È importante riconoscere in Cristo la Divinità. Perché? Vediamo Egli cosa disse in merito: Perciò vi ho detto che morirete nei vostri peccati; perché se non credete che io sono, morirete nei vostri peccati" (Giovanni 8:24). Avete mai udito proferire qualcuno le parole “se non credete che io sono”? Credere “che io sono”? Magari ci capita di sentire “io sono ….”, “come si permette io sono ….” o “Lei non sa con chi ha a che fare, io sono ….”. Nel citato verso, però Gesù afferma che bisogna credere che Egli è. Perché? Poiché soltanto Dio è in grado di rimettere i peccati, quindi, se non crediamo che Egli è Dio come possiamo ottenere la remissione dei peccati?
In un mondo in cui la prepotenza regna sovrana l’espressione “io sono” può anche sembrare arrogante, ma non dimentichiamo che l’unica persona la quale possiede il potere e diritto assoluto di proferire queste parole fu ed è Cristo. Egli il Creatore dell’universo non abusò mai della propria autorità e potenza, ma rimase sempre umile e ubbidiente al volere del Padre. Riflettete, i Giudei andarono per arrestarLo e chiesero chi fosse il Cristo, Egli non rispose “sono io” ma “Io sono”, replica che atterrò gli accusatori. Provate a dire a qualcuno “io sono ….”, certamente non cadrà in terra. Eppure, Cristo dimostrò tutta la Sua autorità e potenza pronunciando queste semplici parole ma con un significato inconfondibile. Che potenza in quell’espressione!
Magari se rivolte a qualcuno tali parole possono suscitare dei sentimenti come rabbia, disprezzo o indifferenza. Pronunciate, però dal Creatore (l’unico che possiede l’autorità di proferirle) produssero degli effetti inconsueti e inimmaginabili, infatti, la rabbia e i pregiudizi non ressero dinanzi alla potenza del nome di Dio, i Giudei furono atterrati. La semplice esposizione del nome di Dio sbaragliò coloro che stavano per giustiziarlo. Lui non comandò nulla come fece alla genesi, perché ciò avrebbe avuto certamente dei risvolti diversi. Da ciò possiamo comprendere che non furono i Giudei né l’indicazione di Giuda a permettere la cattura di Gesù. Cristo si consegnò volontariamente nelle loro mani, così come si addice a un vero re, poiché Egli era ed è il Re dell’universo. A noi spetta mettere in pratica le Sue parole “se non credete che io sono, morirete nei vostri peccati". Poiché senza l’esercizio della fede non potremo conoscere Colui che è l’IO SONO.

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