Gesú gli rispose: "In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio" (Giovanni 3:3).
Il titolo dell’odierno post svela chiaramente l’argomento di cui ci occuperemo, anche se a prima vista può sembrare incomprensibile. Perché? Beh, l’immaginario comune è che siamo tutti figli di Dio e, quindi, cittadini del regno dei cieli. Di conseguenza se siamo nati su questo pianeta, possiamo ritenerci tutti figli di Dio essendo l’intera umanità di discendenza adamitica. Però, il verso in epigrafe ci rivela che bisogna nascere di nuovo, cioè, una seconda volta. A questo punto qualcuno potrebbe pensare che Jonny questa volta ha perso il lume della ragione, poiché come si fa a nascere di nuovo ritornando nel grembo della propria madre? In effetti, non è poi così assurdo avere una tale perplessità, infatti, è la stessa che ebbe Nicodemo, un dottore della legge (una delle più alte figure religiose dell’epoca), quando Cristo replicò in merito a delle sue convinzioni: C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, uno dei capi dei Giudei. Egli venne di notte da Gesú, e gli disse: " Rabbí, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi miracoli che tu fai, se Dio non è con lui". Gesú gli rispose: "In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio". Nicodemo gli disse: "Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?" Gesú rispose: "In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: Bisogna che nasciate di nuovo. Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; cosí è di chiunque è nato dallo Spirito" (Giovanni 3:1-8).
Chiariamo innanzitutto che cosa s’intende con cittadinanza. In ambito giuridico indica quell’insieme di diritti e doveri di un soggetto (persona fisica) appartenente a uno stato. Ma come si acquisisce la cittadinanza? Si può acquisire per un diritto di sangue, di suolo, per il fatto d’aver contratto matrimonio con un cittadino dello stato per cui si richiede la cittadinanza, o per naturalizzazione (a seguito di un provvedimento della pubblica autorità, subordinatamente alla sussistenza di determinate condizioni).
Dal citato passo biblico è chiaro che la cittadinanza celeste si acquisisce soltanto per un diritto di sangue, e cioè per il fatto che si è nati da un genitore in possesso della cittadinanza. Giuridicamente dovremmo usare il termine latino “ius sanguinis”, e in alcuni ordinamenti deve trattarsi esclusivamente del padre. Questo è proprio il caso di cui parlava Gesù. Se è vero che siamo tutti delle creature di Dio non lo è altrettanto per quanto riguarda la Sua figliolanza. Come accennato, possiamo acquisire in vari modi la cittadinanza di uno stato, ma l’unico modo per acquisire quella celeste è quello d’essere rigenerato da Dio (nato di nuovo). Tutto questo ha forse una qualche attinenza con la reincarnazione? No, nulla di tutto ciò. Gli ultimi quattro versi del citato passo evangelico (dal verso cinque al verso otto) chiariscono ciò di cui ci stiamo occupando. Infatti, possiamo capire che questa nuova nascita si riferisce a una realtà spirituale, poiché il nostro essere non è composto soltanto da carne ma anche dall’anima e dallo spirito. Siamo degli esseri trini. Possiamo, quindi, affermare affinché la nuova nascita abbia luogo, deve avvenire una rigenerazione del nostro spirito. Ed è proprio dallo spirito che Egli ha iniziato (non è però il primo atto creativo in assoluto poiché il primo si compì con la risurrezione di Cristo) la Sua nuova creazione che culminerà con i nuovi cieli e la nuova terra, contrariamente alla prima in cui la parte spirituale fu l’ultimo atto creativo dell’attuale realtà.
Ma per opera di chi avviene il tutto? Beh, se vogliamo divenire figli di Dio, ciò può avvenire soltanto per opera Sua. È Cristo stesso a precisarlo quando disse: In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. La Scrittura ci rivela che l’acqua è un simbolo delle parola di Dio: per santificarla dopo averla purificata lavandola con l'acqua della parola, (Efesini 5:26). Pertanto la Parola, simboleggiata dall’acqua, ha una proprietà purificatrice ma quest’azione, ha luogo soltanto per opera dello Spirito Santo che convince il lettore di peccato conducendolo così al ravvedimento, sempre nei limiti del nostro libero arbitrio, rigenerando a seguito di quest’atto il nostro spirito. Tuttavia come può avvenire una cosa del genere se non vedo nulla? Anche a questo quesito Gesù non lasciò dubbi: Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; cosí è di chiunque è nato dallo Spirito.
Cristo non venne sulla terra per parlare a dei meteorologi ma a della gente comune. Quando proferì le suddette parole, intendeva insegnare che non possiamo vedere il vento né da dove viene né dove va, ma esso soffia, dove vuole, e pur essendo invisibile ne percepiamo gli effetti. Le parole di Cristo spiegano molto bene cosa accade quando qualcuno nasce di nuovo. Infatti, nonostante non riusciamo a osservare questa rigenerazione, se ne possono, però, osservare gli effetti, e ciò è un’esperienza vera che coinvolge l’intera personalità. E' reale ma invisibile come il vento che soffia, un cambiamento che interessa tutto il nostro essere. A questo punto qualcuno evidenzierà che non ha ancora riscontrato il “ius sanguinis”, in altre parole, in virtù di quale legame di sangue nasciamo di nuovo? La risposta la possiamo trovare nelle parole del fratello di Gesù: Non v'ingannate, fratelli miei carissimi; ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c'è variazione né ombra di mutamento. Egli ha voluto generarci secondo la sua volontà mediante la parola di verità, affinché in qualche modo siamo le primizie delle sue creature (Giacomo 1:16-18). Egli ha voluto generarci, come? Mediante la parola di verità! E qual è questa parola di verità? Santificali nella verità: la tua parola è verità (Giovanni 17:17). Però per essere figli di Dio dobbiamo avere un legame di sangue con Lui e non con la sua Parola. Beh, la natura di questo legame la rivelò l’apostolo Giovanni: E la Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi, …. (Giovanni 1:14). La Parola s’è fatta carne, ecco il legame di sangue. Quella parola del Creatore non è rimasta inattiva o passiva ma s’è fatta carne, affinché chiunque crede in Lui abbia vita eterna. Per cui, quella parola dovette incarnarsi e spargere il proprio sangue che creò e crea il “ius sanguinis” dei figli di Dio: Gesú rispose loro, dicendo: "L'ora è venuta, che il Figlio dell'uomo dev'essere glorificato. In verità, in verità vi dico che se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto (Giovanni 12:22-23) - Gesú, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è seduto alla destra di Dio (Ebrei 10:12). Il sacrificio della Parola incarnata ci permette di diventare figli di Dio. Credere in Gesù Cristo significa credere nella Sua parola, e credere nella Parola di Cristo produce, quindi, ciò che san Pietro scrisse (che non fu il primo papa della chiesa): perché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la parola vivente e permanente di Dio (I Pietro 1:23).
Molti si chiederanno: come posso comprendere d’essere nato di nuovo? È semplice, poiché quest’esperienza produrrà ciò che ogni nascita comporta. Innanzitutto un pianto, cioè, i sentimenti saranno talmente coinvolti da scaturire un pianto, però non sempre accade perché dipende dalla personalità, ma il pianto rappresenta bene ciò che si verifica. Infatti, in un neo nato serve a riempire i polmoni d’aria, cioè a respirare, e nel caso della nuova nascita, il nato di nuovo avvertirà il bisogno incessante di pregare, poiché la preghiera è il respiro dell’anima, così come il pianto del neo nato serve ad avviare la respirazione. Un altro bisogno primario sarà quello dell’alimentazione, avrà fame, una "fame" per la parola di Dio, non potrà fare a meno d’alimentarsi del puro latte (1 Pietro 2:2) spirituale, così come un neo nato non può restare a digiuno (Matteo 4:4). Sarà una nuova vita, come lo è per ogni nascita. La vecchia vita non esisterà più, perché si avranno altri desideri totalmente opposti a quelli precedenti. Si gusterà semplicemente il dono di una nuova vita. La conversione di Zaccheo illustra molto bene cosa accade quando si nasce di nuovo: Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo" (Luca 19:8). In altre parole, avverrà una conversione, etimologicamente, un cambiamento di rotta. Anche l’apostolo Paolo lo sperimentò quando da persecutore divenne seguace di Cristo, cioè cristiano (Atti 9).
Volete una testimonianza personale? La prima cosa che provai fu un sollievo immediato, come se qualcuno mi avesse sollevato da un enorme peso, che scaturì in un pianto e una preghiera d’immensa gratitudine. Se prima ragionavo con i pugni, oggi prevale un sentimento d’amore e compassione, e se prima non sentivo il bisogno d’accostarmi giornalmente alla parola di Dio, oggi non posso farne a meno, così come non riesco a concludere una giornata senza aver parlato con il mio Re. Pensate, il Re dell’universo che è sempre pronto ad ascoltare i Suoi figli, senza alcun bisogno d’annunciarsi o di protocollo. Se devo riassumere la mia esperienza in tre parole, esclamerò: una vita nuova! Riassumendo possiamo affermare che cittadini del regno dei cieli si diventa credendo nella parola di Dio la quale produrrà per opera dello Spirito Santo una rigenerazione dello spirito, in altre parole una nuova nascita. Pertanto, oggi l’appello è: chi desidera nascere di nuovo acquisendo così la cittadinanza celeste? Se lo vuoi, puoi, poiché ciò rientra nel tuo libero arbitrio. Credi nella Parola incarnata, ravvediti e confessaGli tutti i tuoi peccati, lì dove sei, basta una semplice preghiera cui Egli non esiterà a rispondere, compiendo in te il miracolo della vita, quella eterna. Il Re dell’universo ci benedica!
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