sabato 25 dicembre 2010

Natale, "Dio con noi"?

"La vergine sarà incinta e partorirà un figlio, al quale sarà posto nome Emmanuele", che tradotto vuol dire: "Dio con noi" (Matteo 1:23).

Come ogni anno oggi si ricorda la nascita del Redentore. Purtroppo il consumismo mette in secondo piano ciò che l’avvento di Cristo comportò. La maggioranza delle persone dimentica che il profeta Isaia profetizzò settecento anni prima, che Cristo sarebbe stato l’Emmanuele. Molti riducono questa verità con quell’oggetto da porre in un presepe che rappresenterebbe Gesù bambino. Così molti sono convinti che “Dio è con noi”. Eppure, nonostante Dio Padre donò il Suo unigenito Figlio, nel mondo possiamo assistere ogni anno all’egocentrismo e consumismo più sfrenato. Le statistiche abbondano nell’evidenziare che decine di tonnellate di cibo andranno nei rifiuti, mentre milioni di bambini e adulti muoiono di fame. Meno male che a Natale bisogna essere più buoni!
Quando nacque Gesù non ci fu alcun posto, dove albergare. Oggi invece sembra che non ci sia spazio per l’amore che Egli ha dimostrato all’umanità. Non voglio generalizzare, ma sicuramente l’amore agapico insegnato da Cristo è poco presente. Dov’è Dio in tutto questo? Si odono belle parole circondate d’ipocrisia più profonda, dimenticando che Egli chiese più di duemila anni fa a un uomo ricco di vendere tutti i suoi possedimenti e distribuire gli introiti ai poveri: Gesú, udito questo, gli disse: "Una cosa ti manca ancora: vendi tutto quello che hai, e distribuiscilo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi" (Luca 18:22). Ancora oggi nessuno è disposto a rinunciare a qualcosa cui tiene pur di aiutare il prossimo. Quindi, se quest’amore non è presente in noi, dov’è l’amore per Dio di cui parlò Gesù? Secondo voi questo sentimento alterato testimonia che Dio è con noi? Vediamo cosa disse Gesù: Gesú gli rispose: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l'amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui (Giovanni 14:23).
Se amiamo Gesù, osserveremo i Suoi comandamenti, e così anche il Padre ci amerà. Beh, mi sembra di capire che se vogliamo che Dio sia con noi, allora dobbiamo iniziare a ubbidire alla Sua parola. A questo punto molti lettori replicheranno che fanno tutto ciò che la loro religione prescrive, quindi, pensano, di essere dei buoni credenti. Vediamo cosa scrisse san Paolo alla chiesa di Roma: poiché riteniamo che l'uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge (Romani 3:28). Come vedete già all’epoca di san Paolo molti ritenevano che le opere della legge (ebraica) avrebbero influito sulla salvezza, ma purtroppo da quel tempo non è cambiato molto, perché oggi la chiesa cattolica romana la pensa nello stesso modo, anche se naturalmente le pratiche ecclesiali sono cambiate. Tuttavia Cristo insegnò e dimostrò che soltanto per fede si ottiene grazia: Ma Gesú, udito ciò, rispose a Iairo: "Non temere; solo abbi fede, e sarà salva" (Luca 8:50). Non disse a Iairo d’assolvere un determinato compito o rito religioso, ma le Sue parole furono “solo abbi fede, e sarà salva”. Anche il profeta Habacuc lo evidenziò centinaia d’anni prima: Egli è pieno d'orgoglio, non agisce rettamente; ma il giusto per la sua fede vivrà (Habacuc 2:4). Queste parole furono poi riprese da san Paolo nella citata epistola ai Romani: poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede, com'è scritto: "Il giusto per fede vivrà" (Romani 1:17). Penso sia evidente che la fede è il mezzo con cui Dio ci stringe a sé. Non dobbiamo fare altro, soltanto avere fede. È così che l’amore di Dio invaderà la vita di chi crede, permettendoGli di dimorare nella propria vita, come riferì san Giovanni: Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e il suo amore diventa perfetto in noi (I Giovanni 4:12).
Dio fu con l'uomo più di duemila anni fa, ma dopo la sua dipartita possiamo realizzare che Egli è in noi, dipende soltanto dalla nostra fede. Quindi, se desideri che Dio sia con te ogni giorno, e non soltanto a Natale confinato nel tuo immaginario in un presepe, devi iniziare a credere e osservare ciò che Egli insegnò. Sperimenterai che le parole proferite prima della Sua dipartita, sono una realtà che non conoscevi, indipendentemente dalla festività natalizia: ….. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente" (Matteo 28:20). Invito, dunque, ogni lettore a rispondere al seguente appello affinché Egli possa abitare in lui: Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me (Apocalisse 3:20). Se aprirai la porta del tuo cuore avrai realizzato il Natale, magari in un giorno che non reca sul calendario l'odierna data.

Nessun commento: