sabato 27 dicembre 2008

La scelta

Innanzitutto dobbiamo definire chi e/o cosa è il creatore. E certamente su ciò gli atei avranno delle obbiezioni da esporre, ma desidero che anch’essi si fermassero un attimo a riflettere. Il credente pone come base della sua origine un creatore, mentre l’ateo per spiegare quella sua ricorrerà al caso e alla teoria dell’evoluzione (linee di pensiero ormai più che note e diametralmente opposte). Però, c’è una differenza sostanziale in tutto questo. Infatti il credente riesce a spiegare la causa primaria (e non solo questa) attribuendola a un creatore, mentre l’ateo non è in grado di fornirla se non altro affermando che l’attuale conoscenza è insufficiente. Detto ciò, possiamo comunque intravedere che essi hanno una cosa in comune. Difatti, a riguardo, entrambi (per quanto concerne la causa primaria) non riescono a fornire una spiegazione empirica. Dal punto di vista intellettuale sono costretti a compiere una scelta. Il credente sceglie d’attribuire il tutto a una forma d’intelligenza superiore, mentre l’ateo preferisce conferire il medesimo quesito alla propria o altrui intelligenza ma attualmente non all’altezza del caso, quindi, il quesito rimane irrisolto e incompreso. Io ho scelto di credere in una forma d’intelligenza superiore la quale è definita appunto come “il creatore”. Perché una forma d’intelligenza superiore? Beh, basta guardarsi intorno! Per restare in tema, provate a osservare il cielo. Tutto versa in un equilibrio perfetto, e ciò non vale soltanto per il macrocosmo ma anche per il microcosmo. E affinché il tutto rimanga in questo stato, esistono delle leggi fisiche preposte a tale scopo. Pertanto, se esistono delle leggi fisiche, esisterà un legislatore, e ciò può essere dato soltanto da una forma d’intelligenza superiore. In conclusione, il creatore è una forma d’intelligenza superiore a cui si crede compiendo una scelta non differente da colui che sceglie d’escluderlo.

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