mercoledì 31 dicembre 2008

La rivelazione

Un creatore che comunica! Ma a quale fra le tre maggiori religioni monoteiste bisogna rivolgersi? Questo blog reca il titolo di “Il Creatore”. Sì, “il” e non ”un” creatore, perché, in effetti, di creatore n’esiste uno soltanto, anche se gli uomini ne hanno “creati” di svariati. Pensate, se ci fossero due, tre o quattro creatori. Che caos! Farebbero a gara nell’ottenere il creato più bello, efficiente e maestoso affinché prevalga il proprio. Entrerebbero in competizione, s’instaurerebbe un conflitto di poteri. Ma la perfezione del creato ci dimostra che le cose non stanno per nulla così. Bisogna però ammettere che tutte tre le religioni monoteiste concordano nel fatto che esiste un solo creatore il quale è l’unico in assoluto. Il problema nasce piuttosto nel momento in cui si discute in che modo quest’entità si rivela agli uomini. Tutti attribuiscono la rivelazione divina ai propri scritti sacri. Gli ebrei e i cristiani (almeno per quelli d’estrazione protestante) sono in possesso dei medesimi scritti per quanto concerne l’A.T.. Pertanto per gli ebrei la rivelazione si conclude con il messaggio del profeta Malachia. C’è però una sostanziale differenza tra le nominate religioni. Infatti, nessuna religione afferma che il proprio creatore abbia abitato per un tempo con gli uomini ad eccezione per il cristianesimo. San Giovanni lo definisce il “Logos” ovvero il “Verbo” o la “Parola”. Sì, proprio quella stessa Parola che ha creato tutto ciò che ci circonda, e che per molti resta sconfinata non so in quale luogo. All’inizio di questo post ho accennato al titolo del blog, e dato che abbiamo definito l’identità del creatore, non troverete più nei post l’articolo indeterminativo riferito al vocabolo creatore.
Egli s’è rivelato nell’arco di un periodo abbastanza esteso agli uomini, mostrando nell’epoca dell’A.T. la Sua onnipotenza, giustizia, perfezione, santità e rigore. E noi abbiamo oggi il privilegio d’essere in possesso di tutta la Sua rivelazione per mezzo dell’unico best seller della storia, la Bibbia. E’ con essa che Egli ci comunica la Sua volontà. Non potremo mai conoscere ciò che Egli desidera da noi se non consultiamo la Parola con cui creò all’inizio questo bellissimo universo macro e microscopico.

martedì 30 dicembre 2008

Comunica

Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi.(Ebrei 1:1-2)

Accettando che questa forma d’intelligenza superiore possiede una personalità, dobbiamo dedurre che egli sia nella condizione di comunicare. Forse penserai: “Con me non ha mai comunicato”, o magari, “io non ho mai sentito alcun che”. Eppure uno degli assiomi della comunicazione propone l’impossibilità di non comunicare. Infatti, il silenzio è una forma di comunicazione.
Il fatto che stiamo qui a discutere a proposito della realtà di un creatore, ci pone nella posizione d’uditori. Perché? Poiché osservando il creato, possiamo distinguere un disegno intelligente che reca un messaggio dell’esistenza di un essere superiore. Il messaggio consiste in quel pensiero che sorge nella nostra mente nel momento in cui ci chiediamo: “Non può essere frutto della casualità, ci deve essere qualcosa in più”.
Ecco, questo è il primo messaggio che il creatore ha voluto, trasmettere attraverso la sua opera. Il problema non consiste nel fatto che egli non comunichi, ma sta nel fatto che noi possiamo essere distratti o disinteressati, oppure semplicemente rigettare il suddetto messaggio pur avendolo compreso. Penso che ognuno di noi abbia almeno per una volta percepito un sentimento del genere.

domenica 28 dicembre 2008

Una forma d'intelligenza superiore

Una forma d’intelligenza superiore, ma cosa s’intende con quest’espressione? Magari si penserà all’assoluto, l’essere supremo, eterno e infinito, Dio. Nelle religioni e filosofie monoteiste il creatore è considerato l’artefice del creato e nonostante le molte differenze vi sono degli elementi in comune. Ciò non accade nelle religioni e filosofie orientali. In essi spesso il concetto di “Dio” assume delle caratteristiche e sfumature antropomorfe. Tralasciando un confronto con quest’ultime culture mi soffermerò soprattutto sulla forma d’intelligenza superiore cui s’ispirano le tre maggiori religioni monoteiste della terra. A questo punto un fisico potrebbe chiedersi, ma questo tuo Dio, creatore o forma d’intelligenza superiore, possiede una massa? Se la risposta fosse affermativa, Egli riuscirebbe a muoversi al massimo alla velocità della luce, e pertanto come dovrebbe governare tutto l’universo viste, le infinite distanze del cosmo? Se al contrario la risposta fosse negativa, sarebbe costretto a muoversi costantemente alla velocità della luce, ma nonostante tutto impiegherebbe 2,3 milioni d’anni per raggiungere la galassia accanto (la costellazione d’Andromeda) e lo stesso tempo per ritornare al punto di partenza! Constatato ciò come osserverebbe Egli il giusto sulla terra, se in un niente scomparirebbe nuovamente? Ma le cose non stanno così! Colui il quale diede origine al nostro universo, è anche il creatore della materia che ha una massa. Egli è libero di fare quello che vuole, è il padrone di tutto e non deve certo renderci conto delle sue proprietà fisiche. Spero d’avervi fatto comprendere che egli non ha nulla in comune con le nostre caratteristiche fisiche, ma essendo un essere intelligente possiede certamente una personalità in cui a volte possiamo rispecchiarci. È importante comprendere che tra l’uomo e il suo creatore esiste un divario imparagonabile, inimmaginabile e infinito. Questo è il punto di partenza per compiere la giusta scelta nel nostro orientamento di pensiero e intendere i pensieri dei prossimi post.

sabato 27 dicembre 2008

La scelta

Innanzitutto dobbiamo definire chi e/o cosa è il creatore. E certamente su ciò gli atei avranno delle obbiezioni da esporre, ma desidero che anch’essi si fermassero un attimo a riflettere. Il credente pone come base della sua origine un creatore, mentre l’ateo per spiegare quella sua ricorrerà al caso e alla teoria dell’evoluzione (linee di pensiero ormai più che note e diametralmente opposte). Però, c’è una differenza sostanziale in tutto questo. Infatti il credente riesce a spiegare la causa primaria (e non solo questa) attribuendola a un creatore, mentre l’ateo non è in grado di fornirla se non altro affermando che l’attuale conoscenza è insufficiente. Detto ciò, possiamo comunque intravedere che essi hanno una cosa in comune. Difatti, a riguardo, entrambi (per quanto concerne la causa primaria) non riescono a fornire una spiegazione empirica. Dal punto di vista intellettuale sono costretti a compiere una scelta. Il credente sceglie d’attribuire il tutto a una forma d’intelligenza superiore, mentre l’ateo preferisce conferire il medesimo quesito alla propria o altrui intelligenza ma attualmente non all’altezza del caso, quindi, il quesito rimane irrisolto e incompreso. Io ho scelto di credere in una forma d’intelligenza superiore la quale è definita appunto come “il creatore”. Perché una forma d’intelligenza superiore? Beh, basta guardarsi intorno! Per restare in tema, provate a osservare il cielo. Tutto versa in un equilibrio perfetto, e ciò non vale soltanto per il macrocosmo ma anche per il microcosmo. E affinché il tutto rimanga in questo stato, esistono delle leggi fisiche preposte a tale scopo. Pertanto, se esistono delle leggi fisiche, esisterà un legislatore, e ciò può essere dato soltanto da una forma d’intelligenza superiore. In conclusione, il creatore è una forma d’intelligenza superiore a cui si crede compiendo una scelta non differente da colui che sceglie d’escluderlo.

giovedì 25 dicembre 2008

Benvenuti

Questo spazio nasce oggi e desideravo che qualcuno esprima il proprio pensiero riguardo a quanto letto nella descrizione del blog.