domenica 28 febbraio 2010

L'uomo (2)

Che cos'è l'uomo che tu ne faccia tanto caso, che tu t'interessi a lui, (Giobbe 7:17).

Prima d’approfondire l’aspetto spirituale dell’uomo, desideravo chiarire alcune affermazioni del precedente post. Infatti, ho scritto che il Creatore trasse dal nulla l’essere umano, ma ho anche affermato che Egli lo formò dalla polvere della terra. Pertanto, potrebbe apparire come se la prima affermazione contraddirebbe la seconda. Ebbene il senso era d'illustrare che il verbo bara' (in Genesi 1:27) fosse un riferimento all’intero essere umano, mentre il settimo verso del secondo capitolo del Genesi, descriverebbe l’opera che l’Architetto compì. Considerando bene il ventisettesimo verso del Genesi, possiamo affermare che questo verso nega qualsiasi percorso evolutivo nell’uomo, poiché il verbo "creò" con riferimento al corpo (li creò maschio e femmina) ci parla di un atto creativo in cui Egli trasse qualcosa dal nulla, ma come conciliare quest’affermazione con la verità del settimo verso del secondo capitolo? Beh, Genesi 1:27 ci parla del fatto (per i motivi esposti) che l’uomo non è frutto di un percorso evolutivo, anche se oggi molti esegeti inseriscono nella creazione dell’uomo un disegno evolutivo voluto e guidato dal Creatore. L’utilizzo del verbo bara' non lascia altra interpretazione. Anche se oggi abbiamo dei fossili d’ominidi che ci mostrano delle creature simili all’uomo, non significa che essi rappresentino degli antenati. Con il ventisettesimo verso il Creatore desidera porre una barriera a ogni dubbio inerente all’origine dell’uomo. Pertanto, Egli trasse (bara') l’essere umano dal nulla, nel senso che l’uomo non ebbe antenati biologici, anche se composto dai medesimi elementi chimici delle bestie. Gli elementi chimici appartenenti all’uomo non furono, però, tratte dal nulla, poiché il settimo verso del secondo capitolo del Genesi, ci svela che furono presi dalla polvere della terra. Difatti il verso non riporta l’espressione bara' (creò) ma yatsar, cioè “formò”.
Notiamo che Dio non parlò e la cosa avvenne, ma formò con le “proprie mani” il corpo dell’uomo. Egli manifestò così tutta la Sua parte creativa, come ogni artista cerca di fare. Comprendiamo che la creatività è un’altra particolarità che rispecchia l’immagine di Dio nell’uomo, e come tale non è certamente una qualità misurabile empiricamente, poiché parte dello spirito. Ma allora perché siamo biologicamente così simili alle bestie? Semplicemente perché condividiamo lo stesso ambiente in cui viviamo. E se pur condividendo con una determinata specie mammifera quasi il 99 per cento del patrimonio genetico, non possiamo sostenere d’esserne discendenti, proprio perché non c’è animale che abbia mai sviluppato delle proprietà tipicamente spirituali riconducibili all’uomo.
Nelle Scritture possiamo osservare che le parole “anima” e “spirito” sono usati spesso come sinonimi, per cui ho spesso adoperato le parole “anima” e “spirito” come tali. Molte sono le divergenze nate a seguito di questa particolarità. Difatti, sembra che, il settimo verso del secondo capitolo del Genesi, non lasci dubbi riguardo alla natura dicotomica dell’uomo, in contrapposizione, quindi, alla tricotomia. Ma, come anticipato nel precedente post, l’apostolo Paolo e lo scrittore agli Ebrei sembrano sfatare questo dubbio scrivendo che: Or il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l'intero essere vostro, lo spirito, l'anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesú Cristo (I Tessalonicesi 5:23) - Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, piú affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore (Ebrei 4:12). Dove finisce l’anima e ove inizia lo spirito? Il confine è tracciabile soltanto dalla parola di Dio, quella creatrice. Il Creatore riesce a penetrare dove nessuno è in grado di arrivare. Spendere parole per definirne i contorni mi sembra, pertanto, superfluo. Ciò non toglie che dobbiamo approfondire la parte spirituale dell’uomo. Di conseguenza che cosa è l’anima?
L’A.T. adopera il termine ebraico “nephesh”, mentre il N. T. utilizza il conosciutissimo “psyche” per indicarla. A questo punto qualcuno tenderà a dimostrare che la Bibbia adopera la medesima terminologia per descrivere la vita animale e umana, poiché Genesi 2:7 e 1:20 riportano le stesse espressioni. Bisogna evidenziare, però, che Genesi 1:20 associa all’espressione “nephesh chay” (anima vivente) il vocabolo “sherets” (animali), mentre in Genesi 2:7 troviamo la parola “'adam” (uomo) che etimologicamente ci riporta alla chimica umana di cui al precedente post. Questa particolarità non pone l’uomo e la bestia sullo stesso piano, anzi, è un distinguo tra di essi, mostrato dalle parole “sherets” (animali) e “'adam” (uomo).
Il settimo verso del secondo capitolo del Genesi offre un’altra particolarità poiché è scritto che l’uomo divenne un’anima vivente a seguito dell’alitare nelle narici dell’uomo. Prima di quest’opera l’uomo non era un essere vivente. Che cosa avvenne? Il Creatore donò (e non cedette) all’uomo quella parte spirituale immortale che animò quel corpo privo di vita. Provate a soffiare sulla superficie di un tavolo impolverato, riuscirete a spostare la polvere ma null’altro produrrà quell’atto. Il Creatore invece, con quest’azione inalò la vita nell’uomo, sembra una manovra di rianimazione, nella fattispecie riservata ai bambini. Nelle manovre di primo soccorso, se bisogna ventilare un bambino, si soffia nelle narici, e non nella bocca come avviene negli adulti. Sembra quasi la scena di un padre che cerca di rianimare proprio figlio. Il Padre celeste donò così la Sua immagine a quella fragile creatura rendendola viva e immortale.
Quello che rende immortale l’anima è lo spirito, i due elementi si permeano e penetrano a vicenda, questa fusione genera l’ormai conosciutissimo dibattito intorno alla dicotomia e tricotomia. Lo spirito è l’elemento che distingue l’uomo da tutto il creato terreno. Se le bestie possiedono un corpo e un’anima che si esprime attraverso il corpo, l’uomo ha un’anima resa immortale dallo spirito, elemento che ci è stato donato dal Padre di ogni spirito: "Il SIGNORE, il Dio che dà lo spirito a ogni creatura, .…. (Numeri 27:16). È lo spirito che ci mette in relazione con Dio, mentre l’anima è la parte che si rapporta con il creato attraverso il corpo. L’anima, sede degli istinti, è ciò che conosciamo come “l’Io”. L’argomento si sta prolungato e, pertanto, proseguiremo nel prossimo post.

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