domenica 7 febbraio 2010

Il silenzio dell’orgoglio e della superbia contrapposti all’umiltà.

….. Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili (I Pietro 5:5).

L’orgoglio è un sentimento che s’insinua silenziosamente causando dei danni spiritualmente molto profondi tali da farci perdere il senso della realtà. Bisogna liberarsi immediatamente da questo sentimento se non vogliamo rimanerne vittime.
È il sentimento che Lucifero non rimosse, e che di conseguenza lo condusse alla caduta: Tu dicevi in cuor tuo: "Io salirò in cielo, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio; mi siederò sul monte dell'assemblea, nella parte estrema del settentrione; (Isaia 14:13).
Ma che cosa s’intende con orgoglio? Un dizionario riporta che è l’esagerata valutazione dei propri meriti e qualità. Molti sono totalmente incoscienti di questo grave problema che gli ostacola. L’orgoglioso non riconosce il proprio orgoglio, ed entra così in un circolo vizioso da cui è difficile uscire. La ritrosia nell’ammettere i propri errori è alimentata dall’orgoglio, e il tutto non farà altro che innescare la superbia. La superbia si differenzia dall’orgoglio in quanto è accompagnata da un senso di disprezzo per gli altri.
L’umanità purtroppo è piena di superbia e d’orgoglio. E’ facile anche per un credente divenire vittima di questi sentimenti. Vediamo cosa ricorda san Pietro nella sua prima epistola cattolica (non romana, bensì universale): Parimente, voi più giovani, siate soggetti agli anziani. E tutti rivestitevi d'umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili. Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché Egli v'innalzi a suo tempo, (I Pietro 5:5,6). Notiamo che questo sentimento era presente già all’epoca della chiesa apostolica.
Dobbiamo evidenziare che se è facile riconoscere un sentimento di disprezzo, quindi, riconducibile alla superbia, non è altrettanto semplice riconoscere questi sentimenti in qualcuno che si riveste d’ipocrisia, il quale mostra con delle belle parole un’apparente umiltà ma che, in effetti, nasconde un orgoglio e una superbia smisurati.
Abbiamo letto che Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili. Agli altri possiamo anche nascondere i nostri veri sentimenti ma: Dio, forse, non l'avrebbe scoperto? Infatti, egli conosce i pensieri piú nascosti (Salmi 44:21). All’Onnisciente nulla è nascosto! Nella vita possiamo recitare la parte dell’umile e fare magari una bella figura nella società, ciò non ci esime però dal giudizio Divino.
Il potere in qualsiasi settore (politico, economico, religioso, militare, ecc.) rappresenta uno scoglio duro per chiunque desidera intraprendere la rotta verso l’umiltà. Ciò non toglie il comune fatto che per tutte le persona è difficile ammettere i propri errori. L’orgoglio si oppone alla volontà di riconoscere i propri errori, mentre la superbia ci impedisce di discernere il nostro stato. Nel superbo esiste soltanto l’”io”, e se desiderate uno strumento per misurare l’orgoglio in una persona, contante quanto volte nelle sue frasi è presente il pronome personale “io”. Noterete che avrà una tale predominanza da sentirvi disturbati.
L'uomo potente, ripieno d’orgoglio, cade facilmente in un sentimento d’onnipotenza, e le cronache sono piene d’affermazioni che richiamano a questo tipo di pensiero. La Bibbia riporta un evento in cui Nerone fu vittima del proprio orgoglio: Nel giorno fissato, Erode, indossato l'abito reale, e postosi a sedere sul trono, li arringava pubblicamente. E il popolo si mise a gridare: Voce d'un dio, e non d'un uomo! (Atti 12:21,22). È pericoloso tentare di occupae il posto che appartiene soltanto al Creatore. E abbiamo accennato al fatto che Satana cadde in questo peccato a causa del suo orgoglio.
Personalmente ho visto cadere molte persone le quali ricoprivano delle posizioni di potere e che a seguito d’alcune affermazioni in cui esternavano il proprio orgoglio, sono precipitate in un punto più basso da cui erano partiti. Anche il re babilonese Nabucodonosor (II), costruttore tra l’altro (si pensa) dei giardini pensili, cadde alla vista dei suoi manufatti nell’orgoglio e fu da lì a poco rimosso: Ma quando il suo cuore divenne altero e il suo spirito s'indurò fino a diventare arrogante, fu deposto dal suo trono reale e gli fu tolta la sua gloria; fu cacciato di tra i figliuoli degli uomini, il suo cuore fu reso simile a quello delle bestie, e la sua dimora fu con gli asini selvatici; gli fu data a mangiare dell'erba come ai buoi, e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, finché non riconobbe che l'Iddio altissimo, domina sul regno degli uomini, e ch'egli vi stabilisce sopra chi vuole (Daniele 5:20,21). Chi si lascia dominare dall’orgoglio non fa altro che rispecchiare la caduta di Satana. L’uomo dovrebbe invece rispecchiare il suo Creatore.
Il Verbo (Figlio di Dio) che lasciò la gloria celeste per incarnarsi non mostrò alcun orgoglio, anzi, la sua vita terrena fu caratterizzata dall’umiltà, insegnando la conseguenza dell’orgoglio: Chiunque si innalzerà sarà abbassato e chiunque si abbasserà sarà innalzato" (Matteo 23:12).
Eppure l’orgoglio acceca le menti, distogliendo l’uomo da Colui che siede sul trono e regna, e che rimarrà in eterno al disopra di tutto: al Dio unico, nostro Salvatore per mezzo di Gesú Cristo nostro Signore, siano gloria, maestà, forza e potere prima di tutti i tempi, ora e per tutti i secoli. Amen (Giuda 1:25). Cristo è l’esempio perfetto dell’umiltà descritta e ispirata dallo Spirito Santo (centinaia di secoli prima della venuta di Gesù) a Salomone nel libro dei Proverbi: Il timore del SIGNORE è scuola di saggezza; e l'umiltà precede la gloria (Proverbi 15:33).
L'umiltà precede la gloria, non che Egli ne fosse privo prima del suo avvento, no, ma affinché ricevesse spontaneamente, dalle sue creature, ciò che gli appartiene: E tutte le creature che sono nel cielo, sulla terra, sotto la terra e nel mare, e tutte le cose che sono in essi, udii che dicevano: "A colui che siede sul trono, e all'Agnello, siano la lode, l'onore, la gloria e la potenza, nei secoli dei secoli" (Apocalisse 5:13).
Come descritto, Satana scelse l’opposto: La superbia precede la rovina, e lo spirito altero precede la caduta (Proverbi 16:18). E chiunque si lascia governare dall’orgoglio subirà il medesimo giudizio: Ma per i codardi, gl'increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda" (Apocalisse 21:8).
Non illudiamoci, il porto d’attracco del superbo sarà lo stagno di fuoco, poiché nella vita avrà disprezzato Colui il quale umiliò se stesso, donando la Sua vita per i peccati che egli (il superbo) non volle riconoscere a causa del proprio orgoglio.

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