mercoledì 14 aprile 2010

La Verità!

Allora Pilato gli disse: "Ma dunque, sei tu re?" Gesú rispose: "Tu lo dici; sono re; io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo: per testimoniare della verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce". Pilato gli disse: "Che cos'è verità?" E detto questo, uscí di nuovo verso i Giudei e disse loro: "Io non trovo colpa in lui (Giovanni 18:37,38).

Oggi ci occuperemo di un argomento molto discusso e dibattuto già migliaia d’anni or sono. Nella storia antica uno dei più celebri filosofi (Platone) era del parere che la completa conoscenza della verità fosse in sostanza impossibile, finché una determina realtà, rimarrà descritta, in quanto sconosciuta, soltanto attraverso dei discorsi (lògoi). Giungere alla verità di qualcosa d’ignoto sarebbe quindi impossibile. Ecco perché le parole di Cristo ottennero da Pilato una replica quasi sarcastica. La verità era per gli elleni una conoscenza riservata unicamente alla divinità.
Ma cosa s’intende, nel senso comune del termine, con l’espressione “verità”? La parola descrive la qualità di ciò che è vero e reale, ossia, che corrisponde esattamente alla realtà. Come riferito, gli elleni attribuivano la conoscenza della verità esclusivamente agli dèi. Gesú disse: ….."Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Giovanni 14:6). Che cosa desiderava esprimere con questa affermazione? E le seguenti parole non sono una contraddizione di ciò che affermò in seguito? Vediamo: Santificali nella verità: la tua parola è verità (Giovanni 17:17). Lui affermò d’essere la Verità, ma disse anche che la Verità è la parola di Dio. I primi versi del medesimo Vangelo, che riportano le suddette parole di Cristo, chiariscono tutto: E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre (Giovanni 1:14). La Parola (Logos) è diventata carne, ecco la spiegazione, ciò che per la filosofia greca era irraggiungibile, mediante i logoi (discorsi), si fece carne, mostrandosi all’umanità, affinché chiunque fosse in grado di conoscere la Verità.
Pilato, conobbe Cristo, ma non discerse in Lui l’incarnazione del Logos, quella verità (alethèia), descritta con i discorsi (logoi) e che, secondo la cultura greca, apparteneva soltanto agli dèi. Egli ebbe l’occasione di contemplare la Verità, conoscenza che secondo la filosofia greca si limitava ai lògoi (discorsi), Logos che, nel pensiero ebraico, Filone l'Ebreo (filosofo ellenistico di cultura ebraica) identificò come mediatore tra Dio è l’uomo.
La società odierna mostra tutt’altro che la verità, la confusione regna sovrana ed è inzuppata di falsità. In qualsiasi campo la verità sembra un miraggio difficile da riconoscere, nella politica, nell’economia, nella sanità, nella finanza, nella giustizia, nello sport e soprattutto nella religione, e di conseguenza i rapporti interpersonali non sono per nulla caratterizzati da sincerità. In campo religioso si possono osservare molteplici speculazioni intorno alla Verità. Ogni religione tira acqua al proprio mulino, e allora qual è la verità? Innanzitutto dobbiamo evidenziare che Cristo non istituì una religione ma un insegnamento. Se è vero che etimologicamente il termine religione richiama il concetto d’unire un gruppo di persone sotto la stessa fede o legge, dobbiamo chiarire che il cristianesimo non nacque così come lo conosciamo oggi. Il cristianesimo era un’unica fede nel medesimo Dio trino. Non esistevano denominazioni o gruppi che si differenziavano. Il termine “cristiani” fu coniato dai cittadini d’Antiochia (metropoli della Siria, oggi in territorio turco sulle rive del fiume Oronte): Essi parteciparono per un anno intero alle riunioni della chiesa, e istruirono un gran numero di persone; ad Antiochia, per la prima volta, i discepoli furono chiamati cristiani (Atti 11:26). Pertanto la verità era una, la quale annunciava l’incarnazione del Logos (Parola o Verbo di Dio) per la salvezza delle Sue creature, deturpate dal peccato.
Naturalmente la Verità doveva includere la rivelazione di ciò che l’uomo è e sarà, rivelazione infallibile che poté essere trasmessa soltanto attraverso la parola di Dio. Questa parola fu scritta e raccolta in quel libro che oggi conosciamo come la Bibbia, termine che deriva dal greco “Biblia” e che significa “i libri”. Sì, libri, poiché di ciò si tratta. Infatti, la Bibbia è una raccolta di libri in cui Dio comunica all’uomo la Verità. Se dobbiamo riassumere questa verità in una frase, affermeremo che l’uomo è una creatura di Dio, natura che fu irrimediabilmente deturpata dal peccato (quindi condannato alla morte eterna), ma che la Verità (Parola di Dio) riscattò (offrendo una gratuita via di salvezza) incarnandosi e morendo per lui (uomo), affinché non restasse confinata nella Divinità, e, pertanto, si manifestasse razionalmente all’uomo. Riflettette un attimo, che cosa c’è di più razionale (nella Verità) di uomo (Dio) il quale dimostrò, realizzò e completò ciò che fu proclamato fino a quell’epoca? Qualcuno potrebbe, però replicherà che oggi quell’uomo non è più presente, e, quindi, quella verità era visibile soltanto ai contemporanei dell’epoca. È vero ma oggi abbiamo le testimonianze (Vangeli ed Epistole) delle persone che vissero in quel tempo, le quali c’illustrano la Verità in modo talmente chiara che può essere contemplata come un mosaico. Non esistono le verità, ma una Verità, un Dio, una chiesa, quella di Dio, sposa di Cristo.
Ma questa Verità, di cui ci stiamo occupando, è oggettiva o soggettiva? Essa è oggettiva poiché consultabile da chiunque in quanto raccolta in un libro, la Bibbia, ma è anche soggettiva poiché esposta a diverse interpretazioni. Però tale veduta diventa oggettiva se ci atteniamo ad alcune affermazione: Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, (II Timoteo 3:16) - Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto (Matteo 5:18). La Verità afferma che è tutta ispirata, pertanto, se vogliamo giungere alla piena comprensione di ciò che essa espone, dobbiamo ricorrere semplicemente con fede a quello che insegna e presenta. Non possiamo contaminare questa Verità con altri discorsi o pensieri, non sarebbe più verità ma falsità. La Verità pertanto non risiede in questo blog o altro pensiero umano, ma unicamente nelle parole bibliche.
Non sempre è facile comprendere ciò che si legge, potrebbe pensare qualcuno. Certo, avvolte, potremmo avere bisogno d’aiuto: Filippo accorse, udí che quell'uomo leggeva il profeta Isaia, e gli disse: "Capisci quello che stai leggendo?" Quegli rispose: "E come potrei, se nessuno mi guida?" E invitò Filippo a salire e a sedersi accanto a lui (Atti 8:30,31). Quest’aiuto non sarà, però, mai in contrasto con le Scritture, e se: …. poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data (Giacomo 1:5). Nel caso in cui l’immagine di quel bel mosaico non sarà abbastanza visibile, avremo il Consolatore che ci illustrerà il tutto con più chiarezza: ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto (Giovanni 14:26). Se desideriamo la Verità riguardo alle nostre origini, condizione e futuro, dobbiamo ricercarla nella parola di Dio, poiché abbiamo letto: …..la tua parola è verità (Giovanni 17:17). Mentre il Salmista afferma che: La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero (Salmi 119:105). Solo questa Verità (parola di Dio) potrà illuminare il nostro percorso nel comprendere ciò che a noi sembra incomprensibile.
Molti penseranno che la risposta inerente, le nostre origini, illustrata nella Bibbia, sia troppo elementare e irrazionale, mentre l’insegnamento della salvezza per grazia, per alcuni, può sembrare assurdo, perché sono figli del "do ut des". E allora cosa bisogna fare per conoscere la Verità? È semplice, bisogna credere come un bambino: Mentre egli parlava cosí, molti credettero in lui. Gesú allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: "Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". Mentre Egli parlava, credettero, un bambino se ha capito, crede subito a ciò che ode, e non mette in dubbio le parole, anzi, cercherà di realizzare subito ciò che ha udito per verificarne la veridicità. È in questo modo che si conosce la Verità, e ciò renderà l’uomo libero. Liberi da cosa? Dalla condanna e schiavitù del peccato, la Verità (parola di Dio) libera dai dubbi, dall’angoscia, dalla paura o dagli incubi. Facciamo un esempio pratico che è avvenuto sabato notte. La sera prima ho chiesto a mio figlio (di sei anni) il motivo per cui la notte veniva a coricarsi nel lettone. La risposta naturalmente è stata che faceva brutti sogni. Ho approfittato subito dell’occasione per parlargli della Verità. Gli ho detto semplicemente di chiedere a Gesù perdono per i propri sbagli e di preservarlo da quei brutti sogni. L’indomani mi ha raccontato che non aveva avuto alcun incubo. L’esperienza è stata così incisiva che lo testimoniò nella propria classe della scuola domenicale. È un esempio banale ma che rappresenta bene l’attitudine con cui ci dobbiamo accostarci alla parola di Dio (Verità).
Perché la Verità ci è stata trasmessa attraverso delle parole contenute in un libro? La risposta la possiamo rinvenire negli ultimi versi biblici: Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell'albero della vita e della santa città che sono descritti in questo libro (Apocalisse 22:18,19). La trasmissione orale di una verità è esposta a corruzione, essa potrà contenere delle verità, ma non sarà la Verità. La società mostra quest’aspetto molto bene, considerando cosa rimane di una verità dopo che è stata esposta alle cosiddette voci di corridoio. Come si dice: carta canta! Una documeto cartaceo, ben custodito e preservato, non sarà soggetto ad alterazioni. Per questo si verbalizzano gli atti di un processo, affinché nessuno alteri il contenuto delle dichiarazioni, custodendo ed esibendo così la verità. La tradizione, cui molti sono legati e assoggettati, non è la Verità, né il compendio o la chiave di lettura, ma rimane semplicemente parola d’uomo, mentre la Verità è parola di Dio. Poiché: Cosí parla il SIGNORE: "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo e fa della carne il suo braccio, e il cui cuore si allontana dal SIGNORE! (Geremia 17:5). La tradizione conduce soltanto alle mezze verità, che come sappiamo non è la Verità ma falsità, seminata dal maligno. Non lasciamoci ingannare da colui (Satana) che: ….. è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo perché è bugiardo e padre della menzogna (Giovanni 8:44).
Forse qualcuno brancola nel buio alla ricerca della Verità. Sappi che soltanto la Verità potrà illuminarti, affinché tu trova riposo e pace all’anima. Sì, riposo, perché tale ricerca può condurre all’esasperazione se non ci si rivolge a Colui che è la Verità, così conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi!
Dio ci benedica.

P.S. Grazie per i commenti, sono molto belli.

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