venerdì 9 gennaio 2009

La condizione indispensabile

Tutti i pensieri di questo blog nascono da un libro di cui ho parlato nei primi post, la Bibbia. Avevo affermato che questo scritto è fuori dal comune, diverso da tutti gli altri, vivente. Ma affinché queste caratteristiche prendano coscienza nell’uomo, è necessario che sussista una condizione. Quale? La Fede. Che cosa è la fede? Un dizionario fornisce la seguente definizione: Adesione incondizionata a un fatto, a un'idea. Questo ci dà un primo quadro in merito a ciò che s’intende con il termine fede. La stessa Bibbia chiarisce cosa significa questo vocabolo, e nella fattispecie citerò una definizione della sua costanza: Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono (Ebrei 11:1). E’ certezza di cose che si sperano. Che cosa significa? Quali sono le cose che si sperano? Le promesse che la Bibbia contiene, e c’è ne sono davvero tante, centinaia. Quindi, possiamo riassumere che la fede è la certezza nelle promesse divine! Ma la promessa è qualcosa di tangibile? No, e allora dobbiamo essere sicuri di qualcosa che non vediamo. Quando ci rechiamo a fare spese se ci richiedono un conto di settantacinque euro, non evitiamo di pagare con una banconota di cento euro, perché siamo certi d’ottenere dall’esercente la differenza. Non credo che qualcuno si rifiuta di pagare con una banconota da cento euro poiché teme di perdere la restituzione della differenza. Sono dei gesti oramai automatizzati da chiunque, non ci verrebbe mai in mente una simile idea. Ecco, questa è la prima caratteristica della fede. Nella seconda parte del verso, invece, cosa s’intende? Dimostrazione di realtà che non si vedono. Riflettiamo, dimostrare, pertanto, con dei fatti delle realtà che naturalmente non sono visibile ma comunque esistenti. Possiamo riconoscere che tutto il verso poggia sulla certezza di cose non ancora realizzate o visibili. Questa certezza produce delle azioni visibili a coloro che ci circondano. Desiderate un esempio? Continuate a leggere il citato capitolo undici dell’epistola agli Ebrei. Gli esempi riportati sono davvero tanti, e guarda caso il primo esempio concerne proprio la creazione. Il verso tre afferma proprio che per fede comprendiamo che i mondi furono creati per mezzo della Parola. Infatti, nessuno di noi assistette all’evento. Lo crediamo (per chi ci crede) poiché è narrato nella Bibbia, ma non perché qualcuno ci ha fornito una prova (empirica) di ciò che afferma il Genesi. Un altro esempio? Quello di Noè (verso sette). Egli divinamente avvertito costruì l’arca pur non avendo alcun riscontro oggettivo in merito al diluvio. Pensate che qualcuno costruirebbe oggi un’arca a seguito di una tale rivelazione? Non penso proprio. Innanzitutto esigerebbe un riscontro con qualche telescopio per verificare se esiste una minaccia celeste reale la quale in un eventuale impatto scatenerebbe un mega tsunami che indorerebbe mezzo globo. Naturalmente il tutto diverrebbe credibile dopo aver scartato qualsiasi margine d’errore. Ecco, questo rappresenta sfiducia e non fiducia. La fede è all’opposto, cioè in tale ipotesi inizierei a costruire un’arca, pur non avendo alcun riscontro e nonostante qualche dotto ridicolizzasse l’operato e di conseguenza la mia fede nel messaggio. Però in questo caso avrei ottemperato a tutti i punti richiesti nel primo verso del capitolo undici. La costruzione dell’arca dimostrerebbe d’essere certo della salvezza per mezzo d’essa, e mostrerebbe, a chi assiste alla costruzione, una realtà ancora non visibile che consisterebbe nella catastrofica inondazione. Difatti, a cosa gioverebbe un transatlantico (di questo si tratta in quanto l’arca misurava circa 150 metri di lunghezza e 25 metri di larghezza) immerso in un paesaggio privo di un accesso costiero? Questa è la fede che Dio esige da chiunque si accosta alla lettura della Sua Parola. Accostiamoci, quindi, con tale fiducia alle Sacre Scritture, poiché realizzeremo l’impossibile. Questo libro diventerà vivente. Chi desidera realizzarlo? E’ sufficiente la descritta fede!

Nessun commento: