È trascorso esattamente un anno dalla realizzazione di questo blog. E come molti noteranno “Il Creatore” è nato proprio il giorno di Natale. Quest’ultima frase sembra un gioco di parole in cui il titolo del blog la fa da protagonista. Infatti, nel giorno di Natale si celebra la nascita di Gesù Cristo (Il Creatore). E intorno a tale data (25 dicembre) sono nate molte divergenze. In realtà è inverosimile che i pastori di Betlemme abbiano portato ai pascoli il proprio gregge in un periodo invernale, per questo molti collocano la nascita di Cristo intorno ai primi di settembre. Ciò non cambia che, se non ci sono errori nel calendario gregoriano, duemila e nove anni orsono giaceva in una mangiatoia il Creatore dell’universo. Colui il quale aveva creato tutto ciò che lo circondava si era incarnato. L’Onnipotente aveva preso forma di un uomo e come tale era attorniato dai Suoi genitori. La domando di un bambino (membro di un coro) nel periodo natalizio, fu proprio quella di chiedere se quel Gesù bambino avesse dei genitori. Una domanda all’apparenza banale, ma che nella sua risposta implica non poche difficoltà, come quasi tutte le domande poste dai bambini.
È chiaro che all’epoca i genitori “ufficiali” furono Giuseppe e Maria. In effetti, Giuseppe fu soltanto il padre putativo di Gesù, ma per quanto concerne Maria, la quale partorì (per opera dello Spirito Santo) Cristo, si può affermare che fu ed è la madre di Dio così come molti credono? Se riguardo alla paternità di Gesù possiamo affermare che il Padre è Dio, possiamo con la medesima certezza attestare che Maria la madre di Gesù (Dio) è in conseguenza di ciò la sposa di Dio e, quindi, la madre di se stesso (Dio)? Può Dio avere una madre e partorire (dopo essere stato concepito) Dio (se stesso)? No, sarebbe un’assurdità. Affermare che Dio ha o ebbe una madre è inconcepibile. Certamente Gesù era l’incarnazione di Dio, e nella fattispecie del Figlio, è in quanto tale necessitava nella sua infanzia di una madre. Però il fatto d’essersi annichilito a un punto tale da prendere la forma di un uomo e, quindi, di un essere finito, non lo pose nella condizione di rinunciare alla Sua Deità: ma spogliò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; (Filippesi 2:7). Egli non smise d’essere Dio, né perse gli attributi assoluti riconoscibili prettamente nella Divinità, per questo c’è scritto che divenne simile agli uomini, infatti, Egli mantenne pienamente la Sua natura Divina e di conseguenza gli attributi assoluti di Dio. Dobbiamo oltretutto evidenziare che nel momento in cui Egli s’incarnò nel seno di Maria, non fu concepita la Divinità, ma “l’uomo Dio”, cioè, Gesù vero uomo e vero Dio. Penso sia chiaro che, seguendo questo semplice ragionamento logico, assegnare a Dio una madre, se pur soltanto con riferimento a Gesù, sia totalmente eretico. Forse quest’ultimo termine può sembrare a qualcuno un po’ eccesivo, ma desideravo illustrarvi che non lo è per niente. Coloro i quali attribuiscono a Dio una madre, pur difendendo (e devo ammettere molto bene) la natura divina di Gesù, non fanno altro che rinnegare la divinità del nostro Signor Gesù Cristo. In che modo? Beh, dichiarare che Cristo è Dio, ma nello steso tempo attribuirGli una madre Lo pone in una condizione d’inferiorità, anzi lo priva della Sua divinità, non solo per i descritti motivi, ma anche perché si da un’idea di dipendenza dalla propria madre, ossia, si umanizza il Cristo a un punto tale da renderlo dipendente dalla propria madre, come se non ne avesse potuto fare a meno (e che Dio sarebbe in questo caso?). Che cosa sarebbe accaduto, se la madre di Gesù sarebbe venuta a mancare? Non avrebbe Dio Padre portato a compimento il Suo piano? Certamente, anche perché Gesù pur essendosi abbassato allo stato umano, continuò a possedere le qualità Divine. Infatti, le opere e i miracoli (o più esattamente segni) compiuti nella Sua vita, non erano altro che la dimostrazione della propria Divinità. Affermare o pensare che abbia rinunciato momentaneamente ad alcuni attributi assoluti, per amore delle proprie creature, pone come prerogativa un cambiamento nella Divinità, e ciò non è ammissibile se si sostiene la natura divina di Cristo: "Poiché io, il SIGNORE, non cambio; ….. (Malachia 3:6). Con l’incarnazione non cessò d’essere Dio, poiché mantenne tutti gli attributi che distinguono la Divinità. Cristo assunse la piena forma umana, e per realizzarlo necessitò anche di una madre e di un padre (terreni), dai quali però non fu generato, poiché la Parola eterna si espresse miracolosamente, per opera dello Spirito Santo, nella persona di Gesù Cristo: ….. "In verità, in verità vi dico: prima che Abraamo fosse nato, io sono" (Giovanni 8:58). Se Maria fosse la madre di Dio, queste parole di Gesù non avrebbero alcun senso. Non dimentichiamo che Egli non restò mai in balia degli eventi, ma ogni cosa ebbe uno scopo: Credi forse che io non potrei pregare il Padre mio che mi manderebbe in questo istante piú di dodici legioni d'angeli? Come dunque si adempirebbero le Scritture, secondo le quali bisogna che cosí avvenga?" (Matteo 26:53,54). La madre di Gesù adempì fedelmente il piano per cui fu scelta, ma ciò non la pone ove la dottrina cattolica romana l’ha collocata. Infine dobbiamo ammettere che Cristo non si rivolse mai a sua madre chiamandola “mamma” o “madre”. Non troverete passo biblico in cui ci sia un tale riferimento. Pertanto, perché dobbiamo usare un’espressione con riferimento alla madre di Gesù se Lui stesso non la utilizzò mai? Semplicemente perché è sbagliato. È talmente errato che lo scrittore agli Ebrei evidenziò tale aspetto parlando di una figura (Melchisedec) di Cristo del passato: E senza padre, senza madre, senza genealogia, senza inizio di giorni né fin di vita, simile quindi al Figlio di Dio. Questo Melchisedec rimane sacerdote in eterno (Ebrei 7:3). Maria, la madre di Gesù (espressione corretta), rappresentata spesso con il “bambino Gesù” tra le braccia, è stata elevata a un posto che non le appartiene, ossia, a quella di madre del Creatore, concetto espresso in pratica nella dichiarazione di “Maria madre di Dio”, madre che, in effetti, Dio (Creatore) non può avere (vedi questi post, parte 1 e 2). Il bambino Gesù raffigurato tra le braccia di Maria, è inoltre un’immagine che distorce la realtà, se è vero che Maria si prese cura di Gesù nella sua infanzia, dobbiamo precisare però che Egli ora siede alla destra del Padre e prega per noi. E il Natale "commerciale" non mostra l’aspetto di questa bellissima realtà.
In premessa avevo scritto che il Natale celebra la nascita di Cristo. Ma quanti di noi oggi comprendono pienamente ciò che Egli compì? In una società consumistica come la nostra (occidentale) la celebrazione del Natale si è ridotta a una festa profondamente egoistica. Il Re dell’universo spogliò, invece, tutta la Sua maestà nell’assumere una forma umana. Purtroppo le Sue creature non fanno altro che pensare ai propri pranzi e regali. Dio ha donato il Suo unigenito Figlio, affinché chiunque creda in Lui abbia vita eterna. Quanti di noi sono oggi disposti a donare, non dico proprio figlio poiché ciò fu sufficiente una volta e per sempre, ma parte dei nostri averi per il bene del prossimo? Quanti di noi sono disposti a rinunciare al pranzo di Natale per sfamare decine di bambini nel continente africano o asiatico? Quanti di noi sono disposti a donare il proprio regalo per vedere un sorriso di un bambino del terzo mondo? Se queste risposte fossero affermative per ogni occidentale, il Natale sarebbe di gran lungo migliore per milioni di persone. I media occidentali ci mostrano soltanto l’aspetto piacevole del Natale perché glielo impone la tradizione cristiana. Eppure la realtà è diversa, quanti volti tristi di bambini affamati e abbandonati a se stessi, e quanti volti di persone disperate e soffocate da svariati problemi riempiono la faccia della terra. Cristo sfamò migliaia di persone con cinque pani e due pesci, e sarebbe in grado di farLo anche oggi, però, gli effetti sarebbero i medesimi dell’epoca in cui Gesù calcò i territori della Palestina, ossia, la Sua ricerca, da parte delle persone, sarebbe soltanto a proprio uso e consumo.
Egli desidera innanzitutto essere riconosciuto per quello che è, per il medesimo motivo per cui i magi d’Oriente lo visitarono, e per il quale (secondo i dominatori romani) fu condannato a morte. Infatti, la scritta latina in merito alla condanna apposta sulla croce, sentenziava “INRI”, che significa: “Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum”, tradotto, “Gesù Nazareno, re dei Giudei”. Cristo desidera semplicemente essere riconosciuto come il Re e Creatore dell’universo. Chiunque crede che il Figlio di Dio si sia fatto carne per venire in terra e offrire se stesso in sacrificio per la nostra redenzione, realizzerà il Suo avvento: Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, cosí neppure voi, se non dimorate in me (Giovanni 15:4). Credendo nell’opera di Cristo, Egli verrà a dimorare nell’animo di chi ha prestato fede alla Parola incarnata. Questo è il senso del Natale, non le abbuffate e l’inondazione di regali. Il Natale resterà privo di significato finche non avrai realizzato l’avvento di Cristo. Quanti di noi hanno realizzato la dimora di Cristo e, quindi, il Suo avvento nella propria vita? Credi in Lui e confessa i tuoi peccati all’unico mediatore tra te e Dio, così il Natale non ricadrà più il 25 dicembre, ma corrisponderà al giorno dell’avvento di Cristo nella tua vita, e gli angeli gioiranno con Dio per la nascita di una nuova creatura, avrai realizzato ciò che milioni di persone oggi festeggiano ma non comprendono: Cosí, vi dico, v'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede" (Luca 15:10).
1 commento:
carissimo i tuoi scritti mi riempiono di gioia.
vedo in te un fratello in cristo che dio ti quidi nella tua strada
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